Saracinesche abbassate e palloncini, una folla in lacrime a Porcari dà l’addio a Raoul. La mamma: “Ci avete avvolto di affetto”
Tantissimi giovani per l’ultimo saluto al cameriere ucciso da un aneurisma. Il parroco: “Eri sempre vicino a chi aveva bisogno, sarai sempre uno di noi”
Una chiesa di San Giusto gremita e una Porcari quasi deserta: saracinesche abbassate nei negozi del paese, e tanti giovani con rose e mascherine gialle per il loro amico così prematuramente scomparso.
È il giorno del dolore per i funerali di Raoul Biagiotti, il cameriere di 20 anni che nella notte tra sabato e domenica (1 maggio) scorsi ha accusato un malore mentre si trovava al lavoro alla Capannina di Franceschi. Il giovane, ex studente del liceo musicale Passaglia, sarebbe morto qualche ora dopo all’ospedale di Livorno. L’addio fuori dalla chiesa con il lancio dei palloncini e il saluto degli amici è stato toccante.
Alle 15,30, di fronte alla chiesa di Porcari dove vive la famiglia e dove c’è stato l’ultimo saluto al giovane, c’era una straordinaria folla. Prima di tutto i genitori di Raoul e i due fratelli più piccoli. La madre, pur distrutta dal dolore, ha trovato il modo di ringraziare tutti quanti in paese le hanno manifestato affetto e vicinanza in questo momento di grandissimo lutto: “Siete stati presenti in tantissimi, che sia stato un abbraccio, una parola, un ricordo condiviso – ha scritto la mamma di Raoul in un post su Facebook – chi ha raccolto fondi per sostenerci. Sono stati doni importanti. Ci siamo sentiti avvolti dall’affetto che ha generato una forza che ha dell’incredibile ed è difficile da comprendere e da spiegare. Possiamo utilizzare solo la parola, grazie”.
Toccanti le parole che il parroco di Porcari, don Americo Marsili, ha pronunciato in chiesa, rivolgendosi ai genitori: “Stringiamoci intorno alla famiglia di Raoul – ha detto -, al quale oggi diamo l’addio. Vorrei tacere in questo momento, vorrei non dire nulla, vorrei che fosse Raoul a prendere la parola qui con noi. Perché sarà per sempre uno di noi”.
“La fede – ha detto don Americo, provato durante l’omelia – non è la scorciatoia per eludere il dolore, è la certezza che la vita non muore mai. La vera morte è essere dimenticati. Raoul, giovanissimo, attaccato alla vita e alla musica, è stato convocato in cielo per un concerto in onore della vita che mai si spegnerà. Suonerà per sempre per noi l’inno alla vita, alla gioia, che nulla e niente potrà mai spegnere. Mi immagino un campo verde ricco di alberi di olivo segno di pace e resurrezione. Le foglie al vento che danno il benvenuto a Raoul, che all’improvviso ci ha lasciato per volare in cielo. Una domanda ci martella e ci toglie il sonno e la pace: perché proprio lui? Perché Signore hai permesso questo? Dov’è il tuo amore? Oggi siamo qui, siamo in tanti, e ti chiediamo di capire il nostro dolore e di starci vicino. Signore ti chiediamo di versare nel nostro cuore l’olio della consolazione. Caro Raoul, eri sempre vicino a chi aveva bisogno, sempre pronto a donare un sorriso anche ai ragazzi dell’oratorio. Ti ricorderemo per sempre, rimarrai vivo nei nostri cuori. Non lasciarci andare, il nostro legame supera ogni distanza. Che Maria ti accompagni in paradiso”.
Anche i piccoli giocatori della Lucchese – squadra in cui gioca il fratello di Raoul, Oliver – si sono riunti a Porcari per dare un toccante abbraccio alla famiglia, ognuno con in mano una rosa.

A fine cerimonia, dopo il lancio dei palloncini, genitori, parenti e amici si sono riuniti in cerchio, davanti alla chiesa di Porcari, per dare l’ultimo saluto a Raoul.

C’è chi non riesce a trovare le parole dal dolore e chi, tra le tante lacrime, accompagna Raoul verso il suo ultimo viaggio: “Eri un grande e ti amavamo per questo, non ti dimenticheremo mai“.