In coma dopo l’aggressione con il cacciavite: altre due condanne definitive per il tentato omicidio di Altopascio nel 2016

6 maggio 2022 | 17:00
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In coma dopo l’aggressione con il cacciavite: altre due condanne definitive per il tentato omicidio di Altopascio nel 2016

Altri due componenti della spedizione punitiva di via Cavour dovranno scontare 3 anni e 8 mesi oltre a pagare 50mila euro alla vittima dell’agguato e le spese processuali

Tentato omicidio ad Altopascio del 2016, altre due condanne definitive per gli aggressori. La suprema Corte di Cassazione ha confermato le condanne comminate dalla corte d’appello che aveva parzialmente riformato la sentenza del tribunale di Lucca per altri due componenti della banda che ha compiuto la spedizione punitiva nel 2016, B.X. e R.M. sono stati condannati in via definitiva a 3 anni e 8 mesi di reclusione per tentato omicidio in concorso, più 50mila di provvisionale per la vittima e le spese processuali. I loro ricorsi sono stati infatti rigettati dai giudici di piazza Cavour. “Tutti i motivi di ricorso sono infondati”.

I fatti del febbraio del 2016

L’aggressione, così hanno stabilito le indagini, era scaturita da una lite cominciata qualche tempo prima su WhatsApp tra un ragazzo rumeno, all’epoca 17enne e uno dei fratelli albanesi arrestati a giugno dello stesso anno, Oltian Cepa, entrambi membri dello stesso gruppo sull’applicazione per smartphone. Quest’ultimo aveva postato delle espressioni “particolari” nei confronti di una ragazza e per questo era stato escluso dal gruppo da parte del giovane rumeno, amministratore del gruppo stesso. Da qui il risentimento all’origine dell’astio tra i due, che pian piano è cresciuto arrivando dapprima alle minacce e poi al fatidico scontro: i due, infatti, si erano dati appuntamento ad Altopascio, nella centralissima via Cavour, alle 18,30 del 7 febbraio, per “chiarire” la vicenda. I due fratelli e gli altri quattro giovani poi individuati, però, organizzarono una vera spedizione punitiva, arrivando all’appuntamento muniti di corpi contundenti, tirapugni, cacciaviti e forse un coltello, Non appena videro il 17enne, accompagnato dal padre e dal cugino, li aggredirono violentemente. Tutti e tre rimasero feriti, colpiti da calci e pugni, ma il più grave fu il cugino 23enne, il quale venne colpito più volte dopo essere caduto in terra, anche con un calcio alla testa e con un cacciavite che penetrò nel cranio per diversi centimetri. Lo stesso, venne quindi portato all’ospedale Cisanello di Pisa in condizioni gravissime e rimase a lungo in stato di coma a seguito della frattura dell’osso frontale, con conseguente emorragia ed edema cerebrale, oltre a riportare anche la frattura delle ossa del naso. Nella rissa rimase ferito anche l’altro fratello albanese poi arrestato, Landir Cepa, colpito in modo lieve da un fendente alla coscia, che per questo venne ricoverato a Pescia. I due fratelli sono stati già condannati definitivamente anche loro. Ora altre due condanne passate in giudicato.

Le indagini

La feroce aggressione è stata rapidissima e si concluse in pochissimi minuti con la fuga degli aggressori a bordo di due autovetture con le quali avevano raggiunto il luogo. Le indagini, dirette dal sostituto procuratore Piero Capizzoto e condotte dal Nucleo investigativo del reparto operativo, dal Norm e dalla stazione di Altopascio, lunghe e meticolose, sono partite dalla minuziosa visione dei filmati registrati dalle telecamere presenti nella zona in cui è accaduta l’aggressione e da alcune testimonianze. Questi elementi hanno portato all’identificazione degli altri partecipanti alla spedizione, alla ricostruzione delle mosse di ciascuno di essi, compresa la fase organizzativa che ha visto protagonisti i fratelli Cepa, che a Montecatini avevano riunito gli altri quattro componenti della spedizione per andare all’appuntamento con il giovane rumeno che l’aveva estromesso dal gruppo di Whatsapp. In quest’ambito sono arrivate le altre due condanne definitive.