Strage di Viareggio, il Comune rinuncia alla costituzione di parte civile: è polemica

9 maggio 2022 | 13:53
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Strage di Viareggio, il Comune rinuncia alla costituzione di parte civile: è polemica

Daniela Rombi dell’associazione familiari delle vittime: “In aula mi sono vergognata”

Rinuncia del comune di Viareggio alla costituzione di parte civile, oggi (9 maggio) in aula a Firenze, dove è in corso il processo d’appello bis per la strage ferroviaria del 29 giungo 2009.

La richiesta per voce del legale, avvocato Graziano Maffei, che assiste il Comune, in quanto a marzo scorso l’ente è stato risarcito, per i danni morali, con l’ultima trance di 200mila euro.  

E da qui la polemica, con gridi alla “vergogna”, a partire da Daniela Rombi, del Mondo che vorrei, che, sui social, ha scritto: “Stamani in aula mi sono vergognata”. 

“L’avvocato del Comune di Viareggio ha comunicato la rinuncia alla costituzione in parte civile nel processo bis relativo alla strage ferroviaria del 29 giugno, prendendo atto del versamento dei 200mila Euro al Comune da parte delle assicurazioni degli imputati – la nota a firma di Duccio Checchi, segretario Fronte della Gioventù Comunista Versilia -. Riteniamo questa decisione l’ennesimo schiaffo alle vittime e condanniamo decisamente l’operato dell’amministrazione comunale. Un’amministrazione sorda nei confronti delle legittime richieste di giustizia dei familiari delle vittime e che di fatto non ha il coraggio di contrapporsi ai responsabili della strage che dopo anni di processi hanno subito condanne assolutamente inadeguate e insufficienti per le loro responsabilità. Rinnoviamo la nostra solidarietà ai familiari delle vittime e a tutte le associazioni che si sono impegnate nella difesa della giustizia. Arrivati a questo punto di non ritorno il sindaco di Viareggio non ha alcun altro atto da compiere se non quello di dimettersi dalla sua carica”. 

E’ da rilevare però che l’accordo per la liquidazione del risarcimento del danno al Comune risale all’era della giunta dell’allora sindaco Luca Lunardini. 

Ma non solo, la costituzione di parte civile in un processo, serve, giustappunto, per ottenere il risarcimento dei danni. Pertanto, avendo il Comune di Viareggio ottenuto il risarcimento, la costituzione di parte civile non aveva, ormai, alcun piu’ senso.

Risarcimenti che, senza costituirsi parte civile, hanno avuto anche alcuni parenti delle vittime della strage di Viareggio che è costata la vita a 32 persone.

“Occorre essere sinceri – si legge in una nota firmata dalla giunta e dai consiglieri di maggioranza -. Comprendiamo che possa essere complicato seguire i vari passaggi di un giudizio penale così delicato, ma l’attacco che sta giungendo al sindaco e all’amministrazione tutta sulla revoca della costituzione di parte civile è non solo spiacevole ma del tutto immotivato. Ma davvero si può credere, pensare o peggio strumentalizzare una vicenda simile? Ci sono regole del processo penale che sono così’ e basta. La costituzione di parte civile ha tempi e modi per essere presentata e tempi e modi per essere ritirata. Se non fosse stata presentata la rinuncia alla costituzione di parte civile, il Comune sarebbe stato estromesso con aggravio per la collettività’, derivanti dal rischio della condanna alle spese. Non sono scelte arbitrarie o irrazionali. Sono percorsi giuridici del processo che nulla tolgono al senso di doveroso rispetto per quanto accaduto. Linciare, perché non ci viene in mente altro termine, sempre e comunque, un sindaco e la sua amministrazione affermando, con livore, la sua responsabilità o peggio la sua ferma volontà’ di non rispettare il dolore e quanto accaduto, ci perdonerete, fornisce una pessima immagine di una Viareggio tutta unita attorno ai famigliari delle vittime, con l’affetto ed il rispetto che una tale vicenda impone. Invitiamo tutti a moderare i termini. Non è offendendo con durezza chi amministra la città che si porta rispetto alle sue vittime”.

“Da oggi il sindaco Del Ghingaro e l’amministrazione comunale – commenta la Lega di Viareggio – avranno finalmente una scusa per non partecipare al processo relativo alla strage di Viareggio del 2009, il Comune di Viareggio infatti stamani, in occasione dell’udienza di appello bis, ha rinunciato alla costituzione di parte civile e a qualsiasi diritto di partecipare alle future fasi processuali – a dichiararlo è il gruppo della Lega in Consiglio comunale -. Proprio l’attuale sindaco e la sua maggioranza, con i silenzi, l’indifferenza e l’assenza, hanno la responsabilità di aver portato a livelli probabilmente insanabili la distanza tra l’istituzione comunale e l’associazione dei familiari delle vittime della strage, non con la città che invece è sempre stata e sempre sarà al loro fianco come dimostra ogni 29 giugno – conclude il gruppo consiliare della Lega – dal sindaco, che ci ha spesso abituato a tener duro sulle posizioni politiche, ci saremmo aspettati sul tema lo stesso spirito battagliero con cui ha difeso e protratto per mesi le sue proposte di nomina alle varie poltrone vacanti, e invece è sembrato cogliere la palla al balzo per tirarsi fuori da una situazione dove è sempre parso trovarsi a disagio”.

Alessandro Santini, membro per la Lega della Commissione Tavolo della Memoria prosegue: “addolora ma non stupisce questa scelta fatta dalla Giunta Del Ghingaro all’insaputa dei familiari delle vittime e naturalmente, come sempre, del Consiglio Comunale. Facile scaricare colpe, facile dichiarare che è un atto dovuto, ma la mancanza di delicatezza e di attenzione nei confronti del comitato dei familiari delle vittime della strage è oramai fatto risaputo. Forte il disagio tra comitato, città e amministrazione, con continui scontri e strappi, a cui ora si aggiunge questo doloroso capitolo. Troppo facile gestire tutto così e ancora una volta scaricare colpe e responsabilità unicamente su chi c’era prima. No, non è così: il coltello dalla parte del manico lo ha sempre avuto il Sindaco, poco incline a rapportarsi con chi gli tiene testa come i superstiti di quella strage che solo Viareggio e i viareggini hanno vissuto e subito”.

Il pg e il pm, alla scorsa udienza, avevano riformulato le richieste di pena per i 16 imputati: 6 anni e 9 mesi per Joachim Lehmann, supervisore e responsabile esami Jungenthal, 6 anni e 9 mesi per l’ex ad di Rfi, Mauro Moretti, 5 anni e 9 mesi per Michele Elia di Rfi. Tra le richieste di ridefinizione pena anche 5 anni e 8 mesi per Mario Castaldo, direttore divisione Cargo Trenitalia; 3 anni e 9 mesi per Francesco Favo, certificatore per la sicurezza di Rfi, e 3 anni e 8 mesi per Emilio Maestrini, responsabile dell’unità produttiva direzione ingegneria, sicurezza e qualità di sistema di Trenitalia. E ancora: 6 anni e 6 mesi per Uwe Kriebel, Andreas Schroter e Helmut Brodel (condannati a 6 anni e 10 mesi nel primo appello); 8 anni e 2 mesi per Peter Linowsky e Rainer Kogelheide (8 anni e 8 mesi nel primo appello); 7 anni e 4 mesi per Roman Mayer e Johannes Mansbart; 3 anni e 6 mesi per Paolo Pizzadini e Daniele Gobbi Frattini; 5 anni e 6 mesi per l’ex ad di Trenitalia Vincenzo Soprano (condannato a 6 anni nel primo processo di appello).