Corte d’Appello a Lucca, tre proposte in oltre 20 anni rimaste senza esito

15 maggio 2022 | 09:09
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Corte d’Appello a Lucca, tre proposte in oltre 20 anni rimaste senza esito

L’ultima risale al 2009 e fu sottoscritta da 30 deputati: ancora nessuna risposta

Corte d’Appello a Lucca, tre proposte ignorate negli anni, ancora nessuna risposta. Il primo fu il senatore forzista Marcello Pera, nel 1998, poi nel 2001 ci provò il senatore leghista Roberto Calderoli e infine nel 2009 addirittura 30 deputati, (Bergamini, Baccini, Barani, Belcastro, Biasotti, Bonciani, Braga, Carlucci, Cera, Cicu, Ciocchetti, Commercio, Garagnani, Iannaccone, Iapicca, Latteri, Libè, Mannucci, Mariani, Mazzoni, Milo, Moles, Massimo, Parisi, Pistelli, Poli, Ria, Rigoni, Sardelli, Scarpetti, Vessa) ma niente, nulla.

Eppure l’anomalia toscana risulta più che evidente. Si legge infatti nella proposta del 2009: “La Toscana è l’unica grande regione italiana dotata di una sola corte d’appello, nonostante le sue dieci province. Le altre grandi regioni, come la Lombardia, anch’essa articolata in dieci province, o la Sicilia, la Campania e la Puglia, che hanno un numero inferiore di province, hanno comunque più corti d’appello”.

Un secondo distretto giudiziario in Toscana inoltre appare sempre più urgente perché le numerose attività investigative degli ultimi anni hanno dimostrato che anche dal punto di vista della lotta alle mafie le cose sono cambiate e la regione ormai è in prima linea su questo fronte. Ma in Toscana c’è solo una Dda (direzione distrettuale antimafia) proprio perché c’è un solo distretto. La direzione distrettuale antimafia (Dda, informalmente procura antimafia) infatti è la denominazione della squadra di magistrati che compongono la procura distrettuale antimafia, che nell’ordinamento della Repubblica Italiana è l’organo delle procure della Repubblica presso i tribunali dei capoluoghi dei soli 26 distretti di corte d’Appello, a cui viene demandata la competenza sui procedimenti relativi ai reati di stampo mafioso e terroristico. Le procure distrettuali antimafia sono coordinate a livello nazionale dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo (Dnaa), a sua volta incardinata nella procura generale presso la Corte suprema di Cassazione. Evidente che in Toscana ce ne sarebbe bisogno vista la vastità del territorio e la pressione delle mafie sulla società a tutti i livelli. Ma non c’è solo questo in ballo.

Si legge sempre nella proposta di legge del 2009, la più recente: “Con la presente proposta di legge, dunque, si intende istituire una seconda corte d’appello nella regione Toscana, anche in considerazione di un sotteso generico obiettivo di parificazione delle geografie giudiziarie regionali. Ragioni anagrafiche, economiche e giudiziarie giustificano ampiamente l’istituzione di un secondo distretto di corte d’appello in Toscana, ove si consideri, innanzitutto, la quantità della popolazione residente (3.677.048 abitanti) e il numero dei comuni (287) dei quali si compone la regione. L’economia, poi, si articola in realtà industriali, commerciali e turistiche che segnano un profilo della provincia di Lucca chiaramente diverso delle province della fascia tirrenica: a titolo esemplificativo si ricordano il porto di Livorno e l’industria petrolchimica; lo stabilimento Piaggio a Pontedera; le acciaierie di Piombino; l’industria cartaria e calzaturiera a Lucca; le concerie in provincia di Pisa; l’industria marmifera in Lucca e Massa; i cantieri navali a Viareggio e a Pisa; l’industria alberghiera in Versilia e nelle isole dell’arcipelago toscano. Per numero di imprese e di addetti, la provincia di Lucca (che vanta 53.247 imprese con 109.395 addetti) si pone, in Toscana, immediatamente dopo quella di Firenze. I flussi degli affari, sia nel settore civile che in quello penale, suggeriscono in modo evidente l’opportunità di istituire la seconda corte d’appello, tanto più se si considera che, dopo l’istituzione del giudice unico di primo grado, è davanti alla corte d’appello che si trattano tutti i processi di impugnazione (fatta eccezione per le sentenze dei giudici di pace) con notevole continuo incremento del carico di lavoro. La sede della nuova corte d’appello deve essere in Lucca. Questa città, che ospita il secondo tribunale della Toscana per carico di lavoro e che è già stata sede di corte d’appello fino agli anni venti dello scorso secolo, è facilmente raggiungibile dai territori degli altri circondari dei tribunali di Livorno, di Pisa e di Massa. L’amministrazione comunale di Lucca, inoltre, ha già individuato una sede idonea per la nuova corte d’appello in immobili che appartengono a un complesso già in larga parte destinato ad uffici giudiziari. All’istituzione della seconda corte d’appello in Lucca consegue l’istituzione di un secondo tribunale per i minorenni con sede nella stessa città e con giurisdizione sui territori compresi nei circondari di Lucca, Livorno, Pisa e Massa, nonché l’istituzione di un nuovo tribunale di sorveglianza con sede in Lucca e con competenza sugli uffici di sorveglianza di Massa, Pisa e Livorno”. Con un secondo distretto dunque ci sarebbe anche un tribunale per i minorenni, un tribunale di sorveglianza e anche un’altra sezione del Tar, che attualmente sono solo a Firenze e si devono occupare di ben 9 province. Migliorerebbero molte cose quindi nel sistema giustizia regionale ma tant’è, nessuna ne parla più.