Auto e moto nuove per la polizia municipale, niente risarcimento: “Acquisto autorizzato dal sindaco”

La Corte d’Appello rigetta la richiesta del Comune di Viareggio: per i giudici fu tutto in regola
Acquisto auto e moto per la polizia municipale di Viareggio nel 2009, tutto regolare: si chiude anche il processo civile di risarcimento danni che aveva chiesto il Comune. Penalmente il reato di falso era stato dichiarato prescritto dalla suprema corte di Cassazione, che comunque aveva sottolineato che la condanna non aveva tenuto conto di alcuni fattori, e aveva rinviato in sede civile gli atti alla corte d’Appello per eventuali risarcimenti ma i giudici fiorentini non hanno concesso nessun risarcimento.
La vicenda è quella relativa al comandante della polizia municipale di Viareggio dell’epoca, Vincenzo Strippoli, che nel 2009 aveva rinnovato il parco mezzi dei vigili urbani perché dopo la strage del treno e l’utilizzo fuori misura di tutto il parco auto e moto aveva reso necessario, secondo lui, un ammodernamento urgente. E la corte d’Appello rigettando le richieste del Comune di Viareggio ha usato parole molto precise nelle motivazioni della sentenza, parole che non sempre trovano ospitalità nelle pronunce dei giudici. Si legge infatti in sentenza: “Invero, lo Strippoli non agì in deroga alla convenzione per trarre alcun vantaggio personale, né in modo improvvido, avendone addirittura ricevuto mandato dal sindaco. Tale contesto, unitamente al cadere di tutti gli addebiti formulati a carico del convenuto nel corso del processo penale, eccezion fatta per quello relativo alla data di consegna e utilizzo dei mezzi, rende evidente come il contegno dello Strippoli vada valutato con cautela, posto che al clamore conferito dalla stampa dell’epoca, che lo aveva addirittura dipinto come un soggetto che aveva voluto strumentalizzare la tragedia ferroviaria, fa da contraltare una ben diversa situazione fattuale”.
Già prima dello Strippoli, del resto, era stato il sindaco, secondo i giudici, che nelle due ordinanze sindacali 54 del 5 luglio 2009 e 61 del 4 agosto 2009 aveva evidenziato che la situazione di urgenza preesistente era stata indiscutibilmente aggravata dalla straordinarietà dell’evento (strage di Viareggio) che si era verificato e dalla conseguente straordinarietà dell’impegno che la polizia municipale si era improvvisamente trovata a dover fronteggiare e, ritenendo che non potesse essere procrastinato oltre l’acquisto nei tempi più rapidi possibili, prima (il 5.7.2009) aveva ordinato allo Strippoli di procedere all’acquisto in deroga e, poi (il 4.8.2009), ritenuto che la competenza a provvedere fosse del dirigente e non del sindaco, previa revoca del provvedimento del 5.7.2009 aveva comunque sollecitato il comandante a porre in essere ogni iniziativa necessaria al più rapido conseguimento dell’obiettivo di rinnovo dei mezzi di servizio. Chiariscono lapidari i giudici d’Appello in sentenza: “Anche sotto il profilo del danno, infine, una volta emerso che vi erano tutti i presupposti dell’articolo 191 tuel, non si vede quale nocumento per l’ente potrebbe imputarsi allo Strippoli. Non quello patrimoniale, certo, posto che, se anche vi è stata una maggior spesa (che considerato che i prezzi della convenzione non includevano il costo dell’allestimento e che non c’era convenzione per le moto si risolve ad ogni modo in somme estremamente esigue), essa è compensata dall’urgente necessità che il Comune aveva di operare il servizio, obiettivamente incompatibile con i più lunghi tempi d’attesa imposti dalla convenzione. Quanto a quello non patrimoniale, l’ipotizzato discredito e la lesione d’immagine che sarebbero stati arrecati all’Ente non sono affatto correlabili alla dichiarazione in oggetto, sia perché non falsa sia perché, se anche ritenuta difforme dai fatti, inoffensiva, ma piuttosto all’originaria imputazione, che è venuta a cadere, ed al clamore dato dalla stampa alla vicenda. In definitiva, quindi, la domanda del Comune deve essere respinta”. Il caso è chiuso.
“Sono soddisfazioni – commenta Strippoli -. Questa sentenza tuttavia non mi restituirà l’incaricato di comandante che mi è stato revocato, la preparazione professionale persa, il prestigio e la reputazione solo in parte restituiti”