Bancarotta fraudolenta, ancora una condanna definitiva per gli imprenditori Tronci e Boghodiarova

Confermata dalla Cassazione la pena a sei anni di reclusione. È la quarta sentenza in un anno: potranno usufruire dei benefici per la continuazione del reato
Ennesima condanna definitiva per l’imprenditore di orgini sarde Giovanni Tronci e per l’imprenditrice russa Liliya Boghodiarova, amministratori di fatto e di diritto, secondo i giudici di una società immobiliare che operava in Lucchesia e in Versilia in particolare negli anni passati.
La suprema Corte di Cassazione ha condannato i due alla pena di 6 anni di reclusione, per avere concorso nei reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale. È la quarta condanna definitiva dall’inizio dell’anno per entrambi per lo stesso reato riferito a società diverse. Il 67enne e la 52enne ora potranno chiedere in sede di esecuzioni i benefici della continuazione dei reati ed evitare il cumulo aritmetico delle diverse condanne e ottenere uno sconto e un’unica pena definitiva da scontare che dovrà tener conto anche di tutti gli eventuali periodi detentivi passati in fase cautelare.
La vicenda giudiziaria del gruppo Tronci inizia a Lucca in realtà nel 2008 con l’operazione Matrioska dell’allora pm Domenico Manzione, attuale procuratore capo e vedeva più persone coinvolte, oltre ai due imputati, accusate a vario livello e titolo di associazione a delinquere, trasferimento fraudolento di denaro e impiego di denaro proveniente da attività illecita (riciclaggio), truffe ed evasione fiscale.
Erano coinvolte 54 ville e case e 21 lotti edificabili, sequestrati in Versilia, per un valore totale di circa 40 milioni di euro. La Guardia di Finanza coordinata dalla pubblica accusa aveva smantellato un’organizzazione che avrebbe immesso in Italia capitali illeciti provenienti da bancarotte e truffe a società estere, in particolare in Russia, e transitati da banche di Lussemburgo e Svizzera. Per le fiamme gialle il gruppo ha attivato operazioni finanziarie tramite 23 piccole società immobiliari intestate a prestanome. Tra gli indagati iniziali c’erano, bancari, impiegati, commercialisti, ex assessori comunali, geometri e funzionari di banca e alcuni prestanomi. Tra alterne vicende, condanne, assoluzioni, proscioglimenti e prescrizione erano rimasti in piedi solo molti processi per bancarotta fraudolenta, delle società controllate in qualche modo, secondo i giudici, da Giovanni Tronci. Tutte le ultime condanne infatti sono a carico dell’imprenditore sardo e della imprenditrice russa.
Anche quest’ultimo ricorso è stato dichiarato inammissibile con la conferma delle condanne di primo e secondo grado. La parola passa adesso al giudice dell’esecuzione per il calcolo definitivo delle pene che i due imputati dovranno effettivamente scontare.