Precipitato sul monte Cusna l’elicottero partito da Tassignano: morti i 6 passeggeri e il pilota
Nell’impatto sul greto di un torrente il monomotore si è incendiato: nessun superstite
E’ rimasto al posto di comando, con la cintura ancora allacciata, nel tentativo disperato forse di salvare tutti. Lo hanno trovato così Corrado Levorin: nel relitto dell’elicottero che aveva condotto tante volte, guidato dalla sua passione per il volo. E’ stato uno strazio perfino per i soccorritori scoprire che non c’era alcun superstite: non si è salvato lui, pilota 32enne di Padova, e non si sono salvati i 6 imprenditori del cartario, 4 della Turchia e 2 del Libano, partiti giovedì mattina (9 giugno) dall’aeroporto di Tassignano per un viaggio d’affari, dopo aver partecipato a It’s tissue.
Nessuno di loro ha avuto scampo nel terribile incidente che ha portato l’Augusta della Avio Srl a schiantarsi sul greto del torrente Lama, al passo degli Scaloni, a 1.922 metri d’altitudine, sul monte Cusna. I resti del monomotore sono stati trovati stamani (11 giugno) dopo due giorni e mezzo di ricerche, a due chilometri circa dal rifugio Segheria, lungo il versante emiliano dell’Appennino.
Nel disastro hanno perso la vita, oltre al pilota veneto, i quattro manager turchi Kenar Serhat, Cez Arif, Ilker Ucak, Erbilaltug Bulent e i colleghi libanesi Chadi Kreidy e Tarek El Tayak.
Due di loro sono morti carbonizzati nell’incendio seguito all’impatto con il suolo. I cadaveri degli altri sono stati trovati a poca distanza di quel che resta del monomotore, sequestrato dagli inquirenti insieme a tutta l’area circostante.
Le prime tracce trovate da un’escursionista
E’ stato un escursionista, che si trovava a terra nell’area del Cusna, il primo a segnalare ai soccorritori probabili resti dell’elicottero, poi individuato da un velivolo della Guardia di Finanza che ha sorvolato la zona segnalata.
Cratere e segni di detriti potrebbero corrispondere a quelli dell’elicottero scomparso con a bordo il pilota e sei imprenditori del cartario che si erano imbarcati all’aeroporto di Tassignano.
L’elicottero precipitato e l’incendio
Nel precipitare sul crinale l’elicottero si sarebbe incendiato e avrebbe provocato un rogo tra gli alberi limitrofi all’impatto, schiantandosi nel greto del fiume Lama, dove poi il rottame è stato ritrovato stamani.
I frammenti, dopo la segnalazione dell’escursionista, sono stati avvistati da un elicottero del 157esimo stormo dell’Aeronautica militare, in un’area boschiva dove c’erano anche i segni di un recente incendio. Sul velivolo di soccorso erano presenti uomini del soccorso alpino e speleologico e uomini del soccorso alpino della guardia di finanza che si sono calati con un verricello, scoprendo il rottame del velivolo.
Tre giorni di ricerche sui crinali
Le ricerche non si erano fermate nemmeno nella notte, ma dell’elicottero scomparso sull’Appennino non era stata trovata nessuna traccia, almeno fino a metà mattinata della terza giornata di ricerche.
Già nella giornata di ieri la zona battuta dalle squadre di vigili del fuoco, soccorso alpino e protezione civile si era spostata sul versante emiliano dell’Appennino, in un luogo più distante rispetto all’ultimo segnale cui si era agganciato il cellulare del pilota, attorno alle 10,10 di giovedì mattina, ovvero San Pellegrino in Alpe, Pievepelago e Pavullo.
Le ricerche, coordinate dalla prefettura di Modena, competente per territorio, dove ieri sono arrivati anche gli ambasciatori di Turchia e Libano per assistere nelle operazioni per ritrovare i connazionali, si sono estese in territorio emiliano fino a quando nei pressi del rifugio Battisti si sono trovati i presunti resti del relitto.
Chi era a bordo dell’elicottero
A bordo dell’elicottero Augusta, di proprietà della Avio Srl, oltre al pilota Corrado Levorin, 32 anni di Padova, c’erano 4 imprenditori turchi e due libanesi che corrispondono ai nomi di Kenar Serhat, Cez Arif, Ilker Ucak, Erbilaltug Bulent, Chadi Kreidy e Tarek El Tayak.
L’elicottero come ormai noto era stato ingaggiato dalla Electric80, partner di Gambini Group di Altopascio e ospite nell’open house dell’azienda in provincia di Lucca, nell’ambito della manifestazione It’s tissue.
Da qualche giorno faceva la spola da Tassignano al trevigiano per portare clienti in visita allo stabilimento della Roto Cart, per visionare alcuni nuovi macchinari innovativi legati al settore del tissue. L’ipotesi è che l’elicottero abbia dovuto affrontare una perturbazione mentre sorvolava le zone dell’Appennino dove poi è precipitato. Ipotesi al momento da verificare: al vaglio degli inquirenti ci sarebbe il video inviato da uno dei due manager libanesi al figlio. Pochi secondi in cui si vedrebbe l’elicottero in difficoltà per il maltempo, ma sarà l’inchiesta a chiarire meglio i contorni di una tragedia che sconvolge tre Paesi.
Il decollo da Tassignano
Secondo quanto era stato finora ricostruito, Levorin era decollato dall’aeroporto di Tassignano giovedì mattina alle 9,30. Non aveva richiesto al personale dell’aeroporto il servizio di allarme, una prassi trattandosi di un volo a tragitto breve. Diretti nel Trevigiano, non sarebbero mai arrivati. Erano attesi per le 10,30 alla Roto Cart ma non si era presentato nessuno. A Tassignano, verso le 12,30 a dare l’allarme è il tecnico della compagnia dell’elicottero, rimasto a terra: non aveva ancora avuto notizie dal pilota. Così, ha fatto presente la situazione al personale dell’aeroporto che ha subito trattato con la massima serietà la segnalazione. Avvisando i carabinieri e poi la prefettura.
L’ultimo segnale
Le ricerche erano scattate così, concentrandosi fin da subito sui crinali dell’Appennino fra le province di Lucca e Modena, proprio dove risultava l’ultimo segnale inviato dal cellulare del pilota, attorno alle 10,10 della stessa mattina. Forse è proprio in quei minuti, mentre l’elicottero sorvolava la zona fra San Pellegrino in Alpe e Pievepelago che il maltempo l’ha sorpreso, fino a far precipitare il monomotore.