Rimborsi Iva sulla Tia, la Corte d’Appello rinvia gli atti al Tar

La vicenda era sorta quando Sistema Ambiente si era costituita chiamando in garanzia ministero delle finanze e Agenzia delle entrate
Un’altra bega giudiziaria che vede Sistema ambiente in contrapposizione in un giudizio civile, l’ente comunale da un lato e il ministero delle finanze e l’Agenzia delle Entrate dall’altro, riguarda alcuni rimborsi iva sulla Tia, da parte di contribuenti in regola con i pagamenti, negli anni che vanno dal 2003 al 2012.
Sistema Ambiente si era costituita in via preliminarmente, chiedendo di essere autorizzata a chiamare in garanzia sia il ministero dell’economia e delle finanze e sia la competente direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate. Il tribunale di Lucca nel settembre del 2018, ha emesso sentenza parziale con la quale, condannava la società convenuta a rimborsare agli attori le somme pagate per iva su quelle richieste a titolo di Tia in riferimento ai periodi indicati in citazione, condannava “il Ministero” – in quanto “destinatario del gettito iva” – a tenere indenne la convenuta concessionaria Sistema Ambiente e rimetteva con separata ordinanza la causa in istruttoria per l’esatta quantificazione dei singoli “importi da restituire”. Alla successiva udienza compariva la funzionaria dell’Agenzia delle Entrate che formulava riserva di impugnazione avverso la sentenza parziale. All’esito, il tribunale di Lucca emetteva la sentenza definitiva con la quale condannava l’Agenzia delle entrate al pagamento delle indicate somme rispettivamente in favore di ciascuno degli attori, dichiarando compensate le spese legali. L’avvocatura di Stato ha proposto appello avverso le “erronee decisioni” rese dal tribunale, di cui ha chiesto la riforma.
La sentenza della corte d’Appello e il rinvio degli atti al Tar
“Il difetto di giurisdizione del giudice ordinario in favore del giudice amministrativo, in ordine alle domande di cui alla chiamata in garanzia formulate nella propria comparsa di costituzione e risposta da Sistema Ambiente spa nei confronti del ministero dell’economia e delle finanze e dell’Agenzia delle Entrate direzione provinciale di Lucca, annullando il capo dell’impugnata sentenza emessa dal tribunale di Lucca depositata in data 14 settembre 2018, in cui dispone: “Condanna il Ministero delle Finanze a tenere indenne la società concessionaria dal pagamento”. La parola passa dunque al Tar di Firenze.