Si ritrovano tre tralicci dell’elettrodotto sul loro terreno, Enel condannata a risarcire i proprietari

19 giugno 2022 | 09:06
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Si ritrovano tre tralicci dell’elettrodotto sul loro terreno, Enel condannata a risarcire i proprietari

Per i giudici della corte d’Appello l’interramento dei cavi doveva essere a spese della società

Terreno occupato dai tralicci Enel distribuzione senza averne titolo, per i giudici: scatta il risarcimento ai proprietari. Davide contro Golia, e come per la storia biblica anche in questo caso ha vinto il più debole.

Due cittadini lucchesi, rispettivamente proprietari e usufruttuari di un terreno a Monte San Quirico, avevano deciso di costruire alcune unità immobiliari e si erano muniti di tutti i permessi comunali a norma di legge. Il problema a quel punto era rappresentato dalla presenza di tre tralicci dell’elettrodotto di Enel distribuzione che impedivano la realizzazione del loro progetto. I due quindi chiedono ad Enel Distribuzione lo spostamento della linea elettrica dovendo effettuare appunto opere sul terreno e per le quali avevano ottenuto dal Comune il permesso di costruire; e al solo fine di non ritardare l’esecuzione dei lavori, e facendo espressa riserva di restituzione, avevano corrisposto ad Enel le somme pretese dalla società per spese pari a 7.454,03 euro ed avevano eseguito sempre a propria cura e spese le opere di scavo e posa in opera delle tubature per l’interramento dei cavi con esborso di ulteriori 4.620 euro.

Circa 13mila euro in totale che hanno consentito di liberare l’area dai piloni senza provocare fastidi ad Enel. Anzi. A quel punto però con i loro legali iniziano a studiare meglio la vicenda, dopo la “fretta” iniziale di iniziare i lavori per realizzare il loro progetto, costituito da quattro villette, un garage e una piscina. E si rendono conto che quei tralicci erano lì senza nessun accordo e senza nessun onere mai pagato da Enel. Si rivolgono quindi al Tribunale cittadino ma il processo li vede sconfitti. Per i giudici di primo grado gli unici beneficiari dei lavori di spostamento e interramento dei cavi elettrici sono loro.

Ma la servitù a monte del posizionamento dei piloni non era stata affrontata, secondo loro, e quindi propongono appello. E stavolta i giudici fiorentini accolgono le loro istanze e ordinano a Enel distribuzione di restituire i circa 13mila versati dai due lucchesi condannando la società anche a oltre 3.500 euro di spese di giudizio.

Sui benefici i giudici della corte d’Appello, infatti, scrivono in sentenza: “Sul punto può ritenersi che la soluzione di interramento sia la più idonea, rispettosa dei principi di tutela della proprietà privata, che abbracciano anche l’amenità dei luoghi e il minor aggravio possibile del fondo servente, non essendovi dubbio che il posizionamento di pilastri ed elettrodotto contrasta con un complesso edilizio abitativo di quattro villette con piscina e garage; in tal caso l’interramento dei cavi garantisce la pubblica utilità del servizio elettrico e il rispetto del complesso abitativo non concordando, con quanto asserito dal Giudice di primo grado, che il vantaggio è tutto del fondo servente con finalità speculativa posto che Enel agisce come società di diritto privato e realizza un profitto dalla vendita di energia che passa attraverso le sue condutture”.

Ma poi la cosa più importante di tutte che è invece emersa nel giudizio di secondo grado. Perché i piloni si trovavano in quella posizione? E qui le verifiche dei giudici fiorentini hanno portato alla conclusione che i tralicci passavano per quella proprietà sine titulo. Si legge chiaramente in sentenza: “Parte attrice aveva ottenuto il permesso di costruire rilasciato dal Comune; nessuna pattuizione vi era stata per la costituzione della servitù; l’altro luogo adatto all’esercizio della servitù, tenendo conto di quanto sopra detto, era stato individuato (ed utilizzato) per l’interramento dei cavi; era quindi facoltà di parte attrice eseguire sul fondo qualunque innovazione, costruzione o impianto, ancorché obbligassero l’esercente dell’elettrodotto a rimuovere o collocare diversamente le condutture e gli appoggi, senza che per ciò fosse tenuta ad alcun indennizzo o rimborso. Le risultanze dell’istruttoria hanno riscontrato la mancanza di un accordo inter partes per l’apposizione dell’elettrodotto ed altresì la omessa attivazione, prima del posizionamento dell’elettrodotto, delle procedure amministrative prescritte dal R.D. 1775/1933 e successive norme collegate.  Il posizionamento originario dell’elettrodotto è avvenuto, quindi, sine titulo; l’usucapione non è rilevante; l’interramento è da considerarsi l’allocazione più idonea per i cavi.  Le spese sostenute sono documentate e comunque l’importo non è stato contestato”. Enel distribuzione dovrà risarcire i due cittadini lucchesi delle spese sostenute per spostare i cavi e interrarli.