In attesa di cambiare sesso ha l’aspetto di un uomo ma sui documenti è donna: chiede il cambio di genere per i troppi controlli durante la pandemia

Lo studente universitario lucchese stava compiendo con calma le procedure necessarie. Ha deciso di accelerare il ricorso al tribunale per problemi al momento di esibire i documenti
Troppi controlli all’epoca della pandemia, studente universitario di Lucca che stava seguendo con calma l’iter per il cambio di sesso, da femminile a maschile, chiede e ottiene la rettifica anagrafica del genere, in anticipo sui tempi che aveva previsto, in attesa dell’operazione: “Ripetute contestazioni sul green pass per via del suo aspetto già maschile ma con documenti ancora al femminile, sono fonte di notevole e continuo imbarazzo”
Da poco meno di due d’anni aveva intrapreso il percorso ufficiale per cambiare sesso e da donna diventare uomo, e avrebbe attuato la sua decisione con tutta calma, senza fretta alcuna, quando il Covid e le restrizioni hanno reso la sua vita impossibile. A quel punto ha deciso di accelerare l’iter rivolgendosi al giudice deltTribunale di Lucca, cosa che avrebbe comunque fatto ad un certo punto, ma le circostanze gli hanno di fatto consigliato una maggiore rapidità.
Troppi problemi col green pass, finchè era obbligatorio quasi ovunque, con i viaggi, gli accessi ai convegni e altro. A 23 anni infatti è un brillante studente universitario e sta per terminare il ciclo di studi, ha già conseguito la laura triennale, e ha già anche avviato tutta una serie di partecipazioni a corsi, convegni e seminari in Italia e nel mondo per poi proseguire la carriera accademica. E qui iniziano i suoi problemi.
Le cure a cui si era sottoposto circa due anni fa, per cambiare sesso e passare dal genere femminile a quello maschile, stanno cambiando il suo aspetto in modo sostanziale. Nel suo progetto, seguito e coordinato da sanitari e associazioni specializzate, un graduale cambiamento per arrivare poi alla fine all’intervento chirurgico definitivo. Avrebbe già potuto rivolgersi, come suo diritto, ai giudici per rettificare a livello anagrafico il genere di appartenenza per poi chiedere l’autorizzazione ad operarsi, anche perché le due cose sono separate nell’ordinamento giuridico, cioè non serve l’operazione per cambiare genere. Ma aveva deciso di fare tutto con la massima serietà e quindi senza fretta alcuna. Ma il suo aspetto non coincideva più con quello che p scritto nei documenti: ormai parla, si muove, ha le sembianze di un uomo e non più di una donna.
Da qui innumerevoli problematiche per tutto il tempo del Covid all’esibizione del green pass. Ai convegni internazionali è inevitabile che gli facciano perdere tempo quando gli addetti alla sicurezza nel controllare i documenti notano una differenza sostanziale tra quello che vedono e quello che leggono. Purtroppo ai tempi del Covid e soprattutto viste le innumerevoli truffe legate ai green pass, lui si rende conto che queste continue perdite di tempo nei sui vari e tanti spostamenti possono essere evitati solo se rettifica anagraficamente il suo genere. I controlli sono eccessivi per tutti e quando qualcosa non quadra il sospetto di frodi fa scattare sempre l’allarme. Non c’entrano pregiudizi o altra roba simile, per sua stessa ammissione.
La sentenza
Scrivono i giudici lucchesi: “All’udienza del 15 aprile 2022, è stato acclarato dal giudice relatore che i connotati fisici dell’attore sono già mutati; in particolare, è risultato di immediata percezione il cambiamento della voce, che ha assunto tonalità tipicamente maschili ed altresì è apparsa evidente la presenza di barba sul volto dell’attore, il quale ha confermato anche un incremento della peluria sul proprio corso, conseguente all’assunzione della terapia testosteronica. Tale periodo di assunzione della terapia non ha prodotto ripensamenti e paure ma, anzi, ha confermato il desiderio di rendere “reale” l’identità del sesso psicologico, sia in ambito familiare che sociale, avendo l’attore dichiarato che la sua condizione maschile è accettata sia dai familiari che dagli amici. Inoltre, la necessità di addivenire alla rettifica dei dati anagrafici si è resa particolarmente evidente nel periodo dell’emergenza sanitaria da Covid-19, in riferimento al cosiddetto “green pass” che ha comportato il controllo dei documenti di identità e la comunicazione di dati anagrafici in modo decisamente più frequente rispetto al solito. Infatti, l’esibizione del green pass ove compare un genere femminile e, dunque, difficilmente associabile alla persona che lo esibisce e che presenta tratti fenotipici maschili (nel caso di specie, proprio in ragione dell’evidente mutamento dei connotati e dello stadio avanzato del percorso di transizione), ha chiaramente esposto l’attore a ripetute contestazioni e osservazioni da parte dei soggetti controllanti, risultando come riferito tali circostanze fonti di notevole imbarazzo”. E infine il verdetto a firma dei giudici Martelli, Croci e D’Ettore, con l’assenso del pubblico ministero, sempre obbligatorio in questi casi: “Tenuto conto delle sopra richiamate emergenze istruttorie e della serietà e consapevolezza del percorso mascolinizzante non solo già intrapreso dall’attore, ma anche ad uno stadio particolarmente avanzato della transizione, è meritevole di accoglimento la domanda di autorizzazione alla riassegnazione del sesso da femminile a maschile. L’intervento chirurgico si pone quale necessario esito di tale percorso di transizione di genere, funzionale a garantire alla parte attrice la piena rispondenza dei propri connotati fisici alla percezione psicologica della propria identità sessuale ed anche indispensabile strumento di risoluzione della disforia di genere”. I documenti ora corrisponderanno all’aspetto.