Appello bis per la strage di Viareggio, parla l’ex ad di Ferrovie Moretti: “La sicurezza ferroviaria era la mia priorità”

Il dirigente è intervenuto per dichiarazioni spontanee. I familiari delle vittime hanno voltato le spalle alla corte
“Tutte le commissioni istituzionali terze al Gruppo Fs e tra esse la commissione di indagine della hanno riconosciuto che: l’infrastruttura della stazione di Viareggio era priva di ogni difetto; il personale di stazione di Rfi, i macchinisti ed i verificatori di Trenitalia: si erano comportati correttamente durante il tragico incidente; erano tutti dotati di abilitazione professionale certificata valida; e stavano svolgendo turni di lavoro ordinario. Dunque tutto era a posto, tutto era in ordine“. Lo ha detto Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana ed ex Ad di Ferrovie dello Stato, uno dei 16 imputati nel processo d’appello bis per la strage ferroviaria di Viareggio, questa durante l’udienza del processo d’appello bis a Firenze.
Moretti ha voluto rilasciare una dichiarazione spontanea dove ha sottolineato come “la sicurezza ferroviaria” sia stata per lui “assoluta priorità”.
Le statistiche ufficiali, ha ricordato Moretti, “mostrano che dal 2000 al 2009 i 32 incidenti ferroviari rilevanti (quelli tipici Uic) crollarono da 96 a 13 all’anno. Mi chiedo: questi buoni effetti, questi buoni risultati, possono essere generati da imprese che sono state dipinte come gestite male ed organizzate in modo strutturalmente carente, anche nella sicurezza ferroviaria? Per tutto quello che qui vi ho sinteticamente presentato, la risposta non può essere che negativa; perché in ogni organizzazione ed anche nelle imprese i buoni effetti sono generati da cosmo, non da caos. Ripeto – aggiunge – io sono stato l’autore di questa politica aziendale concretamente attuata e che vedeva sempre
la sicurezza ferroviaria come assoluta priorità. Una politica dichiarata formalmente certa perché provata e documentata e perciò rintracciabile in ogni sua parte (come è dimostrato dai vagoni di documenti agli atti di questo processo). Una politica opposta di quella che mi ha attribuito la corte di primo appello con il suo teorema“.
“Questo è quanto desideravo qui dichiarare – ha concluso Moretti – Ed ora, signor presidente, signori della Ccrte, mi rimetto al vostro giudizio. Sono certo che lo farete impugnando idealmente quella bilancia che rappresenta la giustizia e che è il simbolo della vostra
imparzialità e autorevolezza”.
Sull’intervento di Moretti anche l’assessore regionale Stefano Baccelli, all’epoca dei fatti presidente della Provincia: “Moretti ha voluto avere l’ultima parola con le sue “dichiarazioni spontanee”. L’ultima parola quando in precedenza lo si era sentito parlare durante questo lunghissimo iter giudiziario in solo due occasioni, due. Nel primo processo di appello quando dichiarò: “Rinunzio alla prescrizione perché sono innocente”. In questo appello bis, alla prima udienza, quando affermò: “Non rinunzio alla prescrizione”. Immagino che i suoi coimputati ed i loro avvocati non siano rimasti molto contenti della sua saccente, egocentrica, auto assolutoria, scaricabarilistica ed infinita prolusione. A noi, parti civili da sempre e per sempre nel processo a fianco dei familiari delle vittime non resta che attendere la sentenza”.
I familiari delle vittime della strage di Viareggio hanno protestato, nel corso dell’udienza dell’appello bis quando Moretti ha preso la parola voltando le spalle al tribunale e l’udienza si è fermata fino a quando i presenti, su invito dei carabinieri, non sono tornati con il volto rivolto verso la corte. Moretti ha chiesto scusa per le “frasi che mi sono state attribuite”, precisando che “non c’era intenzione da parte mia”, a quel punto il pubblico ha iniziato a rumoreggiare. La dichiarazione di Moretti si è interrotta fino a quando in aula non è tornato l’ordine. L’ex Ad di Rfi ha poi affrontato le accuse che gli vengono contestate (e per cui sono stati chiesti sei anni e nove mesi di condanna), definendosi estraneo alle politiche di investimento sul trasporto merci e passeggeri, “compito di Trenitalia”
La corte di appello di Firenze si è poi ritirata in camera di consiglio per emettere la sentenza che, ha comunicato il presidente, è attesa per non prima delle 16,30.