Diffamò Mimmo D’Alessandro e la Di&Gi per i concerti sugli spalti delle Mura: condannato

Due mesi e 20 giorni, con pena sospesa e subordinata al risarcimento danni da oltre 12mila euro, a Marco Banti per articoli e commenti su un blog locale
È stato condannato a risarcire la società Di&Gi (D’Alessandro & Galli) e il legale rappresentante, Mimmo D’Alessandro, per diffamazione a mezzo stampa. La vicenda, che ha visto suo malgrado protagonista il patron del Lucca Summer Festival, ha avuto inizio nel giugno 2019, quando su un blog sono apparsi una serie di articoli e commenti, anonimi ma poi ricondotti a un professionista lucchese, Marco Banti, in cui, secondo i giudici di primo grado del tribunale di Lucca, si offendeva l’onore e il decoro di D’Alessandro e della società da questi amministrata.
La questione non si esauriva ad un singolo articolo, perché dopo pochi giorni, lo stesso autore, ha insistito a pubblicare, sempre sul blog (la posizione del responsabile dello stesso è stata archiviata proprio in sede di udienza preliminare), la sua opinione sulla situazione relativa agli accordi tra l’amministrazione comunale e il Lucca Summer Festival circa l’utilizzo degli spalti delle mura per i concerti.
Accuse pesanti, in articoli e commenti, che alludevano a presunte irregolarità ed accordi dubbi dietro alla concessione dello spazio sotto le mura per i grandi eventi.
La situazione ha costretto il legale rappresentante della società Di&Gi, nella persona di Mimmo D’Alessandro, di agire dal punto di vista legale per tutelare la propria persona e la società che rappresenta, anche a seguito dei reiterati commenti apparsi sulla testata online. La sentenza è arrivata stamani (8 luglio). Marco Banti è stato condannato a due mesi e 20 giorni per diffamazione continuata a mezzo stampa, la pena è stata sospesa ma la sospensione è subordinata al pagamento del risarcimento danni che ammonta a 6mila euro per Mimmo D’Alessandro, 6mila euro per la società Di&Gi e 5600 euro di spese legali, oltre all’Iva cpa del 15 per cento. Come pena accessoria è prevista anche la pubblicazione dell’estratto della sentenza di condanna a spese del condannato.
Contro la sentenza di primo grado, ovviamente, il soccombente ha diritto di proporre appello.
La D’Alessandro e Galli e Mimmo D’Alessandro erano assistite entrambe dall’avvocato Francesco Marenghi del foro di Pisa. Le motivazioni della sentenza del tribunale di Lucca, giudice Alessandro Dal Torrione, sono attese entro 15 giorni. L’accusa, per l’occasione, era rappresenta dal sostituto procuratore Enrico Corucci.
La diffamazione attraverso il mezzo telematico è una pratica che risulta purtroppo molto diffusa, con questa sentenza si ricorda che offendere su internet o su altro mezzo di comunicazione è un reato che può costare molto caro.