Incendio Massarosa, circa mille ettari in fumo. Giani chiederà lo stato di calamità

Il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo plaude alle indagini per incendio doloso della procura di Lucca
La Regione Toscana dichiarerà lo stato di calamità per l’incendio sviluppato nei giorni scorsi a Massarosa in provincia di Lucca e nei Comuni limitrofi. Lo ha fatto sapere il governatore Eugenio Giani spiegando che lo stato di calamità “lo dichiariamo quando sarà finito l’incendio, nel senso che dobbiamo indicare tutta la superficie che viene toccata”.
Circa la situazione attuale in quell’area colpita dalle fiamme Giani ha spiegato come “l’incendio si è stabilizzato con gli interventi che erano stati fatti ieri, e poi questa mattina c’è stato un deciso livello di intervento con quattro Canadair ed otto elicotteri del servizio anti-incendi della regione Toscana. Quindi oggi io vedo circoscritto il connotato della realtà dell’incendio della Versilia”.
Giani ha puntualizzato come a suo avviso il pericolo in quell’area non sia passato “perché lì basta che i venti si muovano in un senso o nell’altro ed il fuoco riprende”, però “mi sembra di poter dire a quest’ora che la situazione è veramente sotto controllo”, con l’incendio sulle colline del Comune di Massarosa che ha avuto una portata “di circa mille ettari, così come quello” che si sviluppo anni fa “sul Monte Serra”.
“Da tre giorni a Massarosa si combatte contro il fuoco. La procura della Repubblica di Lucca ha aperto un’inchiesta, si ipotizza il reato di incendio doloso: se così fosse, di fronte a oltre 1000 sfollati, 860 ettari bruciati e abitazioni distrutte, spero che i responsabili possano essere identificati e pagare a carissimo prezzo ciò che hanno causato. Contro i piromani servono pene ancora più severe”. Così su Facebook il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonioo Mazzeo, che aggiunge: “Ancora una volta grazie da parte di tutta la Toscana a chi ha combattuto e sta ancora combattendo notte e giorno contro il fuoco: sono loro i nostri eroi, sono loro che rappresentano la faccia più belle del nostro Paese e delle nostre comunità”.
Si amplia comunque sempre più il fronte circoscritto dell’incendio che lunedì sera si è sviluppato sulle colline di Massarosa e Camaiore in Versilia. Al momento il rogo, spiegano a metà pomeriggio i tecnici, è in contenimento al 90 per cento. Il che vuol dire che sul dieci per cento del fronte ci sono ancora, purtroppo, fiamme attive e riprese: soprattutto sulla linea Montigiano e Fibbialla, paesi dove tuttora i residenti non possono tornare a casa.
Il presidente Giani ha seguito fino alle due e mezzo nella notte l’evoluzione dell’incendio. “Siamo riusciti a contenere e circoscrivere il fronte. Ma il pericolo non è passato – avverte – Basta infatti che i venti si muovano in un senso o nell’altro e il fuoco può riprendere”.
Il presidente della Regione paragona ancora il rogo della Versilia con il terribile incendio del Monte Serra a Calci, nel pisano, del 2018. Un confronto, per i numeri, inevitabile. “Si tratta di un evento per molti aspetti simile – dice Giani – Lì bruciarono circa mille ettari”. In Versilia ad oggi sono un po’ meno – l’ultima stima sul perimetro, un po’ più bassa di quella della ore precedenti, parla di 800 ettari – ma a Massarosa e Camaiore ci sono stati tantissimi evacuati.
“In questi momenti il primo pensiero va alla popolazione colpita, a chi ha perso la casa e alle amministrazioni comunali che stanno affrontando questa emergenza” interviene la vicepresidente ed assessora all’agricoltura e alle foreste Stefania Saccardi. “E’ davanti agli occhi di tutti – commenta – il livello di pericolosità cui possono arrivare ormai gli incendi, dove insieme a comportamenti spesso colposi, se non, peggio, dolosi, pesano sempre di più l’avanzare della vegetazione abbandonata e soprattutto gli effetti dei cambiamenti climatici”.
“La Regione sta lavorando per una forte politica di prevenzione – spiega ancora – che, per quanto riguarda il mio assessorato, punta alla manutenzione articolata del bosco e quindi alla messa in atto di una serie di interventi di prevenzione che consentano sia di valorizzarlo sia di metterlo al sicuro da eventi catastrofici come quello che si è abbattuto su Massarosa. Un programma che stiamo mettendo a punto perché la foresta diventi risorsa strategica a tutti gli effetti e non possibile fonte di pericolo”.
Nel pomeriggio sulle colline di Massarosa hanno continuato a volare e sganciare acqua due Canadair della protezione civile nazionale e due elicotteri del servizio regionale, assieme a numerose squadre, volontari ed operatori dell’anticendio boschivo. Ma una volta spento l’incendio, serviranno diversi giorni di bonifica.
“Le prossime ore saranno fondamentali per valutare l’evoluzione dell’emergenza – dice l’assessora alla protezione civile, Monia Monni, che stamani all’alba è tornata a Massarosa con il direttore Massini – La notte scorsa ha presentato minori criticità rispetto alla precedente, per la presenza di meno vento – prosegue – Tuttavia riusciamo a contenere e spegnere l’incendio principalmente grazie ad elicotteri e canadair e per questo, stamani, abbiamo ribadito al dipartimento della Protezione civile nazionale che è necessario che i mezzi aerei restino in azione”.
Il punto della situazione
I vigili del fuoco hanno proseguito le operazioni di spegnimento a seguito dell’incendio sviluppatosi dal Comune di Massarosa con circa 100 uomini a terra e 25 automezzi di soccorso. I Canadair hanno effettuato gli sganci fino alle 18 circa e sono stati dirottati altrove. I venti, contenuti nella notte traascorsa, hanno in parte favorito il lavoro delle squadre antincendio.
Sono poco più di 600 persone evacuate. I vigili del fuoco presidiano prevalentemente le aree interessate della frazione di Montigiano e quella Gualdo.
Nella conca di Gualdo, Montigiano, Valpromaro fino a Fibbialla l’incendio è rallentato ma ancora da controllare. Nella zona sud sono partite le verifiche da parte dei tecnici per valutare un eventuale revoca delle ordinanze di evacuazione già entro sera nelle abitazioni della zona Polla del morto, Acquachiara, Ronco e Bicocca.
Domani mattina (22 luglio) ci sarà un ulteriore tavolo tecnico per valutare le zone di Pieve a Elici, Miglianello e Luciano. Domani pomeriggio è prevista una riunione per valutare Gualdo, Montigiano, Valpromaro, Fibbialla e Piazzano.
Durante la notte la squadra Sarp (Sistemi aeromobili pilotaggio remoto) con l’ausilio di droni dotati di termocamera, effettueranno il sorvolo delle aree ancora interessate dall’incendio per tenerne sotto controllo un eventuale sviluppo.
Altri incendi in corso
Non bruciano inoltre solo i boschi di Massarosa e Camaiore. “E quello che mi fa più paura – si sofferma ancora il presidente Giani – sono le temperature, che continuano ad aggirarsi attorno ai quaranta gradi aiutando lo sviluppo e la propagazione di incendi”.
Il rogo di Vecchiano a Pisa è in contenimento. Lì ieri il fuoco si era avvicinato ad alcune abitazioni: nel pomeriggio di oggi erano in azione due Canadair e due elicotteri.
Nuovi roghi si sono sviluppati nelle ultime ore in diverse parti della Toscana. Quattro sono quelli dove sono intervenuti gli elicotteri regionali: a Borgo a Mozzano in provincia di Lucca (incendio partito alle tre del pomeriggio), a Roccastrada nel grossetano (mezzo ettaro coinvolto, fiamme segnalate alle 16), a Certaldo nel fiorentino (dalle 16,30) dove lavorano due elicotteri e diverse squadre dell’anticendio boschivo e a Terranova Bracciolini nell’aretino, dove dalle 13,30 sono bruciati tre ettari di bosco e quattro di campi.