Molestie sessuali in un Comune a sei volontarie del servizio civile: nei guai un funzionario, sospeso un dirigente

I fatti risalgono al 2016: il diretto superiore dell’uomo che è sotto processo sapeva ma non avrebbe creduto alla versione delle ragazze: “Un atto di goliardia”
Sei episodi di molestie sessuali ad alcune ragazze del servizio civile impiegate in un comune della provincia di Lucca: un funzionario a processo, un dirigente sospeso per non aver agito subito dopo aver ricevuto le denunce delle donne.
I fatti risalgono alla primavera del 2016. Il dirigente è stato sospeso per omissione, sospeso anche il funzionario accusato di molestie sessuali. I procedimenti giudiziari, civile e penale, sono entrambi in corso e in attesa delle sentenze definitive.
Il giudice civile del tribunale di Lucca in un provvedimento recente è stato chiamato a pronunciarsi sulla vicenda. L’omissione del dipendente pubblico era emersa perché il funzionario accusato di violenza sessuale era finito sotto processo a Lucca e quindi lo stesso era stato chiamato a testimoniare. In aula aveva dichiarato di essere a conoscenza della denunce delle donne ma di non aver dato molto peso alle stesse. Da qui la sospensione nei suoi confronti. Il dipendente si era successivamente opposto a tale sospensione impugnando civilmente il provvedimento sanzionatorio del Comune interessato. Lo stesso ente è stato chiamato in causa nel processo penale tuttora a carico dell’altro funzionario sospettato di aver molestato 6 dipendenti, ma solo in qualità di datore di lavoro e per eventuali risarcimenti.
Negli atti dell’udienza del 3 dicembre scorso si legge: “In data 24 giugno 2016 venne nel suo ufficio una ragazza, che in quel momento stava svolgendo il servizio civile presso il Comune, accompagnata da un’altra ragazza sempre del servizio civile, e riferì di aver subito all’interno degli uffici comunali, molestie sessuali da parte del funzionario (quello sotto processo penale per violenza sessuale, 609 bis del codice penale, ndr), entrando anche nei particolari della vicenda e fece presente l’intenzione di sporgere querela, stante anche la mancata attivazione da parte del dirigente, poi sospeso proprio per omissione, e sempre la dirigente informò poi dell’accaduto il sindaco e il suo vice, nonché il dirigente stesso, il quale riferì di essere già a conoscenza dell’episodio e che lo stesso era da ritenersi quale un atto di goliardia”. E ancora: “Ne parlarono e lei (la dirigente che ha poi sospeso entrambi, ndr) fece presente al dirigente che aveva omesso di dare seguito alle denunce delle 6 ragazze che a prescindere dai possibili risvolti penali che, essendo l’altro funzionario, quello accusato delle molestie sessuali, incardinato nel suo settore, era suo preciso dovere dar corso all’azione disciplinare; di fronte al rifiuto del dirigente fu lei stessa ad avviare l’iter disciplinare”.
In merito agli anni successivi, la dirigente comunale, che ha poi avviato le sospensioni dei due, uno per omissione e l’altro per la gravità delle accuse mosse dalle ragazze, in attesa degli esiti processuali definitivi riferì che “essendo iniziata l’azione penale, il Comune venne citato in giudizio, quale datore di lavoro civilmente responsabile, e fu in quella circostanza che appresero che gli episodi di molestie erano diversi. Dai documenti processuali, appresero altresì che le donne vittime degli episodi avevano di volta in volta informato il dirigente che sapeva e non ha agito, e sempre dalla lettura degli atti, emergeva che gli episodi contestati erano 6. Il procedimento disciplinare contro il dirigente che non aveva agito non è partito immediatamente, ma solo una volta che sono stati ricevuti gli atti penali, tutto questo tenuto conto che quanto esposto dalla ragazza, il 24 giugno 2016, all’epoca non era ancora risultato provato, al di fuori di quanto da essa dichiarato, e se non fosse risultato provato anche la presunta omissione del dirigente sarebbe caduta; invece, dagli atti penali conseguenti alle indagini sono emersi i 6 episodi già passati al vaglio della magistratura inquirente”.
Per i giudici civili “il dirigente ha posto in essere condotte di tipo omissivo non denunciando e non facendo nulla di quanto in suo potere, per tutelare le ragazze non solo vittime degli episodi di molestia, ma anche solo a contatto con il dipendente sotto accusa per violenza sessuale, onde scongiurare la ripetizione da parte dello stesso di episodi quali quelli ascrittigli. Da un punto di vista strettamente oggettivo si riscontra come sia lo stesso ricorrente ad ammettere in sede di audizione davanti al tribunale di Lucca nel procedimento penale a carico del funzionario, in qualità di testimone di essere venuto a conoscenza degli episodi di molestia subiti delle ragazze e di non aver riferito i fatti ai suoi superiori, adducendo un’esigenza di riservatezza che gli sarebbe stata prospettata dalle stesse ragazze vittime del funzionario”.
Per cui il 21 luglio scorso il giudice Alfonsina Manfredini sul ricorso del dirigente comunale, che sapeva delle molestie ma che non ha fatto nulla, ha sentenziato a sfavore del ricorrente. Il dirigente sospeso per aver omesso un intervento nei confronti del suo sottoposto potrà fare appello alla sentenza civile di primo grado. È in corso il processo penale al funzionario sotto accusa per le molestie sessuali alle 6 dipendenti.
Il Comune oggetto della querelle non ha inteso rilasciare dichiarazioni, in attesa degli esiti giudiziari definitivi e per questo, al momento, ne omettiamo una più precisa definizione.
Solo il prosieguo degli iter giudiziari potrà fare piena luce e chiarezza su tutti gli aspetti della vicenda che ha portato 6 ragazze a denunciare per violenza sessuale un funzionario comunale. Se ne saprà di più nelle prossime settimane.