Corruzione e turbata libertà di incanti, confermati i sequestri a carico dell’ex ad di Sistema Ambiente

27 luglio 2022 | 17:09
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Corruzione e turbata libertà di incanti, confermati i sequestri a carico dell’ex ad di Sistema Ambiente

La Cassazione ha respinto il ricorso di Giuseppe Caronna finito al centro di una inchiesta per una gara per il noleggio a lungo termine di mezzi per la raccolta di rifiuti solidi urbani

La suprema Corte di Cassazione ha confermato il sequestro di materiale nei confronti di Giuseppe Caronna, l’ex amministratore delegato di Sistema Ambiente in rappresentanza della parte privata, la fallita società Daneco.

Caronna è finito in una inchiesta della procura di Lucca per corruzione e turbata libertà di incanti. Dalla sentenza degli ermellini pubblicata il 25 luglio scorso si legge che “con l’ordinanza impugnata il tribunale di Lucca ha confermato il decreto di sequestro probatorio emesso nel procedimento a carico di Giuseppe Caronna, avente ad oggetto copie di e-mail, un quadernone di appunti vari, un computer e due dispositivi cellulari”.

L’inchiesta intanto prosegue per comprendere bene cosa sia realmente accaduto. Sempre secondo la Cassazione il sequestro era stato disposto sulla base delle risultanze di intercettazioni disposte in altro procedimento da cui sarebbe emerso che Caronna, amministratore delegato di Sistema Ambiente, durante lo svolgimento di una gara pubblica, che sarebbe stata indetta da Sistema Ambiente per l’acquisizione a noleggio a lungo termine di mezzi per la raccolta di rifiuti solidi urbani, avrebbe avuto ripetuti contatti con il presidente della commissione di gara e con il presidente del consiglio di amministrazione di una delle due società concorrenti (Gorent Spa) ai quali avrebbe palesato, sempre secondo le ipotesi dell’accusa, le proprie preoccupazioni sia per il criterio di scelta dei contraenti sia in merito alla sussistenza di indagini che coinvolgevano l’altra società concorrente (Unipolrent Spa).

“Risulta, inoltre, che il decreto di sequestro – dice la Cassazione – faceva riferimento all’esigenza di acquisire documentazione, anche in formato digitale, telefoni cellulari, computer e altro relativi alla gara bandita dalla società Sistema Ambiente e in particolare, alle modalità di determinazione dei criteri di scelta del contraente e delle concrete modalità di svolgimento della gara medesima, essendo emerse una pluralità di condotte volte a favorire indebitamente la società concorrente Gorent Spa nonché quant’altro pertinente ai reati indicati”.

Di qui la sentenza dei giudici di piazza Cavour che hanno confermato il sequestro. Si legge infatti in sentenza: “Il ricorso è inammissibile in quanto proposto per un motivo non consentito. Il ricorrente, infatti, pur inquadrando le censure formulate nell’ambito del vizio di violazione di legge, anche sotto il profilo della mancanza della motivazione, in realtà, non attacca né il contenuto dell’originario decreto di sequestro né le successive integrazioni disposte dal tribunale, ma si confronta con le argomentazioni dell’ordinanza impugnata, prospettando una diversa lettura del contenuto delle intercettazioni. Le censure formulate, prospettando dunque dei vizi di motivazione non denunciabili in questa sede, sono inammissibili”.

Caronna è stato condannato anche a 3mila euro di spese processuali. L’accusa ipotizza presunte pressioni e procedure anomale per acquistare spazzatrici e altri mezzi di trasporto elettrici e la procura di Lucca sta indagando sul ciclo dei rifiuti tra Massa, la Versilia e la Lucchesia, dove a febbraio scorso ore sono stati recapitati avvisi di garanzia ai vertici di diverse aziende di gestione locali.

Sistema Ambiente, che gestisce il servizio a Lucca, ha respinto ogni coinvolgimento nell’inchiesta affermando, all’epoca, di non aver mai acquistato “le spazzatrici elettriche” e che “non ha pubblicato procedure di gara in questo senso né ha mai pensato di farlo”.

L’inchiesta sui presunti illeciti continua per fare piena luce sull’intricata vicenda.