Cade dalle scale inciampando su un giocattolo: risarcita con 40mila euro

Si era fratturata una caviglia a causa di una automobilina del figlio della coppia ospitata a casa
Cade dalle scale dopo aver inciampato in un’auto giocattolo del figlio di una coppia di amici, donna risarcita per i danni biologici in seguito alla frattura scomposta della caviglia destra che era completamente guarita dopo oltre 120 giorni di cure.
Un banale infortunio avvenuto in casa era costato quindi circa 40mila euro alla compagnia assicurativa che in primo grado di giudizio era risultata soccombente e aveva poi ottemperato alla sentenza. Successivamente aveva svolto ulteriori investigazioni proprie e aveva deciso di impugnare in Appello la decisione del tribunale di Lucca ribadendo, sempre a suo parere, che si trattava di “una dinamica improbabile ed inverosimile”.
Ma anche la sentenza di secondo grado ha dato torto all’assicurazione che è stata condannata a pagare pure circa 6mila euro di spese di giudizio. I fatti risalgono al 2016 quando una coppia di coniugi lucchesi decide di ospitare nella propria abitazione, di un quartiere della prima periferia cittadina, un’altra coppia di amici il cui figlio più piccolo era compagno di scuola del proprio bambino. Circostanza che era avvenuta più volte e anche a parti invertite. Ma questa volta le cose non sono andate secondo il normale andazzo.
Il bambino della coppia ospitata si mette a giocare sulle scale di casa con alcune automobiline giocattolo del suo amico che in quel momento si era spostato in camera sua per proseguire altri giochi, come spesso accade tra bambini, ma la donna, padrona di casa nel momento in cui sta per scendere le scale di casa sua non si avvede dei giocattoli e inciampando su uno di questi vola giù dai gradini. A quel punto l’urlo di dolore avvisa tutti i presenti che è successo qualcosa e si decide di chiamare il 118 perché la donna non riusciva in alcun modo a muovere il piede destro e il dolore era diventato insopportabile.
Portata in ospedale in ambulanza le viene diagnosticata una frattura bimalleolare alla caviglia destra con 120 giorni di prognosi. La coppia dei genitori del bambino in questi casi è responsabile ai sensi dell’articolo 2048 del codice civile sulla responsabilità genitoriale ma in questo caso i due, per fortuna, sono coperti da una tipologia di assicurazione personale che copre anche tutti gli eventi di infortunio possibile sia a casa sia fuori casa e a prescindere se in auto, a piedi, in bici ecc.
E in entrambi i casi, cioè se ad infortunarsi è l’assicurato o se invece è egli stesso causa di infortunio. I due nel 2018 venivano quindi condannati dal tribunale di Lucca a risarcire alla donna e amica “un danno non patrimoniale pari a complessivi 39.011 euro (danno biologico permanente da esiti frattura bimalleolare caviglia destra nella misura del 12% e danno temporaneo di complessivi 120 giorni, di cui 60 a totale, trenta a parziale del 50% e altri trenta a parziale del 25%) oltre interessi e spese, con condanna della compagnia di assicurazione a tenerli indenni da quanto erano stati condannati a pagare, comprese le spese, imputate secondo il principio della soccombenza”.
L’assicurazione quindi paga i danni alla donna in favore della coppia assicurata ritenuta responsabile per i danni causati dal figlio minore. Sentenza confermata nei giorni scorsi anche dalla corte d’Appello di Firenze a firma dei giudici Covini, Conte e Caporale. Si legge infatti in sentenza: “In tal senso, appare quindi corretto che in primo grado il processo sia stato istruito mediante prove per testimoni, onde ricostruirne la dinamica, operando la non contestazione limitatamente alla parte convenuta. In tal senso il tribunale di Lucca non ha infatti basato la decisione sulla sola ricostruzione dei fatti operata da parte attrice e non contestata dai convenuti, ma ha espletato l’analisi di tutte le prove offerte in giudizio dalle parti, dando conto in motivazione sia dell’escussione delle prove orali (compresa l’audizione dei testi indicati dall’assicurazione che richiamava le dichiarazioni rese dall’attrice e dal marito), sia dell’ammissione in giudizio dei verbali delle interviste alle parti redatti dagli investigatori commissionati dalla compagnia assicurativa. Dal che l’infondatezza del motivo di appello”. Il collegio degli avvocati del processo, di tutte le parti in causa, era formato dai legali: Togliani, Di Caterino, Bevilacqua e Puppa. La donna al momento della caduta aveva in braccio anche il figlio più piccolo, di pochi mesi, che per fortuna non ha riportato nessun danno, protetto dall’abbraccio materno. Gli infortuni domestici sono tra quelli più diffusi e in aumento se si guardano i dati Istat che parlano di circa 4 milioni di persone infortunate all’anno, con diverse prognosi ovviamente, numeri addirittura più alti degli incidenti stradali.