Morto sotto l’albero a Sorbano del Giudice, è stato un incidente sul lavoro

19 agosto 2022 | 13:38
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La conferma arriva dal dipartimento di prevenzione dell’Asl Toscana Nord Ovest. Un vicino aveva già segnalato la pericolosità della pianta

Si tratta di un incidente sul lavoro, la disgrazia accaduta ieri a Daniele Giorgi, rimasto travolto da un albero a Sorbano del Vescovo. Così dicono le prime ricostruzioni effettuate dal Dipartimento di prevenzione dell’azienda Asl Toscana Nord Ovest. È stato accertato che la vittima era un lavoratore autonomo ed era intervenuto sul luogo per prestare il suo servizio.

Per la morte dell’uomo il pm di turno nella giornata di ieri, Antonio Mariotti, ha aperto un fascicolo contro ignoti. Sarà necessario attendere qualche giorno e la raccolta di tutte le ricostruzioni di polizia, Asl e vigili del fuoco, per capire se ci sono eventuali responsabilità, nel caso colpose, da parte di chi avrebbe dovuto fare manutenzione delle piante.

Nel frattempo sulla salma, non ritenendosi necessaria l’autopsia, è stato disposto l’esame esterno effettuato oggi dal medico legale Stefano Pierotti. È stata confermata la morte per schiacciamento: l’agricoltore è stato travolto e ucciso dal pioppo alto oltre 30 metri, il cui peso, aggravato dalla forza di gravità durante la caduta, non gli ha lasciato scampo.

La salma è stata riconsegnata ai familiari che potranno così organizzare le esequie.

Forse quella di ieri (18 agosto) è anche una tragedia che si poteva evitare, se ci fosse stata più cura del verde, anche privato, e se le istituzioni fossero potute intervenire immediatamente. È questa la sensazione che si respira, il giorno dopo l’incidente accorso a Daniele Giorgi, agricoltore di 54 anni residente a Guamo, che ieri (18 agosto), è morto tragicamente schiacciato da un albero nel mentre stava lavorando per liberare un campo da un’altra pianta caduta il giorno precedente (17 agosto). Una vicenda che lascia l’amaro in bocca, perché prima che la tragedia accadesse qualcuno aveva segnalato il pericolo di una nuova caduta, ma purtroppo nessuno è riuscito ad intervenire tempestivamente per una burocrazia che molte volte risulta nemica della sicurezza.

A raccontarci il suo punto di vista sulla vicenda è Giampaolo Marchi, residente in via Sorbano del Giudice e proprietario di uno degli appezzamenti di terreno su cui una delle piante si era abbattuta il 17 agosto, giorno prima della tragedia. “Entrambe le piante si trovavano su di un terreno confinante alla mia proprietà – precisa Giampaolo Marchi -, sono cadute sul mio orto e in un altro campo. Però avevo già notato che sarebbero potute cadere e avevo fatto una segnalazione”.

Il racconto di Giampalo Marchi inizia il 17 agosto. Nel mentre sta tornando da lavoro e si trova in zona Ponte San Pietro, in un orario intorno alle 19, riceve la telefonata del figlio che lo informa che uno dei grandi pioppi bianchi che si trovano nel confine del vicino è caduto sull’orto all’interno della loro proprietà. Appena arrivato a casa a constatare l’incidente, Giampalo Marchi nota subito che l’altro pioppo vicino non si trova in buone condizioni. “L’ho notato subito – rimarca -, anche l’altro albero rimasto da solo dopo la caduta del primo, era tutto piegato e si vedeva che c’era un gran pericolo che cadesse anche quello”.

Giampaolo è preoccupato, come scrive sul proprio profilo Facebook. Sua moglie e suo figlio sono stati nell’orto pochi minuti prima che l’albero cadesse, si è sfiorata la tragedia anche in questo caso. Inoltre, la protezione civile ha esteso l’allerta meteo anche al giorno successivo, forse la sera del 17 è solo una breve parentesi, prima dell’arrivo della tempesta. “Ho chiamato immediatamente il 112 per segnalare la situazione di pericolo – spiega -. Al centralino mi hanno passato i vigili del fuoco, ma una volta spiegato il problema e che gli alberi si trovavano in una proprietà privata, mi hanno detto che per loro non era possibile intervenire. Avrebbero potuto farlo se qualcuno si fosse fatto male, ma per fortuna, fino a quel momento non c’era stata nessuna disgrazia”.

I pioppi bianchi che si trovavano vicino alla proprietà di Giampaolo Marchi, erano di grandi dimensioni e, a suo dire, sarebbero dovuti essere curati meglio. “Già altre piante erano cadute, io ho preferito tagliare quelle che si trovavano nella mia proprietà, perché erano pericolose, secondo me”.

Non sono stato io a chiamare Daniele – precisa -, il 18 agosto intorno alle 11, nonostante la pioggia, sentivo il rumore della motosega e mi chiedevo chi fosse a lavorare con un tempo del genere. Quando è accaduta la tragedia e ho visto le persone fuori sulla strada, mi è stato riferito che si trattava di Daniele”.

A quanto dice il Marchi il pioppo caduto il 17, essendo di grandi dimensioni, era finito anche su un altro terreno che non è di sua proprietà.

“Lo conoscevo bene – racconta con un filo di voce -, io sono venuto ad abitare qui nel ’67, lui è nato nel ’68, l’ho praticamente visto crescere. Suo padre gli ha insegnato il mestiere di agricoltore, gente che lavora, che non si risparmia e che si sapeva far amare da tutti. Tutti qui gli volevano bene. Suo padre era già morto e lui aveva proseguito il lavoro da solo, il povero Daniele lascia la madre, una sorella e due fratelli”.

Nella zona però, il pericolo non sembra ancora scongiurato, altre piante sono a rischio caduta, nel caso di una perturbazione con forti raffiche di vento.

“La zona è stata delimitata dai vigili del fuoco con del nastro – spiega Giampalo Marchi -, c’è il rischio che anche altre piante possano cadere e in quell’area non ci può entrare nessuno. Purtroppo, anche in questo caso la burocrazia rallenta le cose, l’iter che va seguito è troppo lungo, i vigili del fuoco dopo gli accertamenti sulle altre piante, devono passare la palla all’amministrazione comunale che a sua volta deve fare un ordinanza per l’abbattimento. Un iter lungo in cui a farne le spese è la sicurezza”.

Nel mentre, dal Dipartimento di prevenzione dell’azienda Asl Toscana Nord Ovest, fa sapere che le indagini sono ancora in corso. Grazie al sopralluogo effettuato ieri (18 agosto), c’è comunque la certezza che Daniele Giorgi fosse stato chiamato per svolgere il proprio lavoro. Le ricerche proseguiranno nei prossimi giorni, di concerto con la procura di Lucca, per fare piena luce sulla vicenda.