Genitori divisi sul vaccino anti coronavirus ai figli portano il caso in tribunale. I giudici fanno decidere ai due minorenni

25 agosto 2022 | 13:51
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Genitori divisi sul vaccino anti coronavirus ai figli portano il caso in tribunale. I giudici fanno decidere ai due minorenni

La coppia separata non riusciva a trovare un accordo: per il collegio la scelta spetta ai due ragazzi

Un coppia separata e con due figli minori in disaccordo sul vaccino anti Covid decide di rivolgersi al tribunale di Lucca per dirimere la controversia se sottoporli o meno alla profilassi e i giudici dopo aver ascoltato il pediatra e un secondo medico decidono di sentire cosa ne pensano i ragazzi: il maschio vuole vaccinarsi e la femmina no. Da qui la sentenza che dichiara: “La volontà dei minori deve essere rispettata”.

Chi vuole, in sostanza, potrà vaccinarsi, come chiedeva il padre, chi non vuole non si vaccinerà, come invece chiedeva la madre. Questa la salomonica decisione dei giudici del tribunale di Lucca, Anna Martelli, Giampaolo Fabbrizzi e Giovanni Piccoli che nella sentenza pubblicata ieri (24 agosto) hanno posto fine alla querelle giudiziaria nata all’interno di una famiglia lucchese.

Il collegio degli avvocati delle parti in causa era formato dai legali Glenda Giovannardi e Lorenzo Cristofani. All’udienza camerale celebrata ad aprile scorso, venivano ascoltati in aula i due minori; la ragazza, esprimeva la volontà di non sottoporsi al vaccino anti Covid , mentre il fratello esprimeva la volontà di volersi sottoporre alla vaccinazione. I giudici, a seguito dell’audizione dei minori, hanno quindi ritenuto necessario acquisire informazioni circa la situazione medico-sanitaria e clinica del solo ragazzo, e disponeva l’invio, da parte della pediatra che ha in cura il minore, del certificato volto a confermare la sussistenza o meno di patologie o condizioni ostative alla somministrazione del vaccino, e rinviava l’udienza a fine maggio scorso.

All’udienza, però, entrambi i genitori hanno insistito nelle rispettive conclusioni e la causa è stata perciò rimessa al collegio per la decisione, visto che madre e padre non erano riusciti a trovare un accordo. Nessuno dei due aveva cambiato idea sul vaccino.

Si legge infatti in sentenza: “In caso di conflitto tra genitori sulla somministrazione di un determinato trattamento sanitario ai figli minori, spetta al tribunale il compito di vagliare se tale trattamento sanitario può ritenersi o meno conforme al superiore interesse del minore. Il tribunale nel fare tale valutazione deve tener conto della volontà della persona minore, in relazione alla sua età e al suo grado di  maturità, conformemente a quanto stabilito dall’articolo 3 della legge 219/2017, recante le  norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento, secondo cui la persona minore di età o incapace ha diritto alla valorizzazione delle proprie capacità di comprensione e di decisione, e il consenso informato al trattamento sanitario del minore è espresso o rifiutato dagli esercenti la responsabilità genitoriale o dal tutore tenendo conto della volontà della persona minore, in relazione alla sua età e al suo grado di maturità, e avendo come scopo la tutela della salute psicofisica e della vita del minore nel pieno rispetto della sua dignità”.

Qualora il tribunale ritenga che vi sia un concreto pericolo per la salute del minore, in relazione alla gravità e diffusione di un virus, e vi siano dati scientifici univoci che un determinato trattamento sanitario (vaccino) risulti efficace, allora lo stesso può sospendere provvisoriamente la responsabilità genitoriale del genitore contrario al trattamento per riservare la decisione al genitore favorevole. Ma in questo caso non esistevano motivi ostativi. “Nel caso di specie, il collegio ritiene che possa essere accolta la domanda avanzata dal padre in relazione al solo figlio maschio, in quanto solo quest’ultimo, all’udienza fissata per il suo ascolto, ha espresso, chiaramente e consapevolmente, la volontà di essere sottoposto a vaccinazione. All’udienza, il minore è apparso maturo, coscienzioso e consapevole della scelta maturata, non emergendo elementi da cui presumere possibili condizionamenti esterni. Mentre la sorella, ha espresso la volontà di non volersi vaccinare, per i possibili effetti che il vaccino potrebbe provocare nel suo corpo nel medio lungo-termine. Anche la stessa è apparsa matura, coscienziosa e consapevole della scelta maturata. La volontà dei minori deve, pertanto, essere rispettata. Ad oggi il virus non è stato debellato e sono quotidiani gli aggiornamenti relativi ai contagi, all’indice Rt, ai ricoveri in terapia intensiva e ai decessi, non potendosi peraltro prevedere la futura evoluzione della situazione”.

E’ stata pertanto autorizzata la somministrazione del vaccino al minore, consentendo al padre di accompagnarlo in un centro vaccinale, e di sottoscrivere il relativo consenso informato, anche in assenza del consenso della madre. Questa la sentenza che ha seguito le leggi attualmente in vigore e la giurisprudenza consolidata in materia, decisione che è comunque destinata a far discutere e dibattere, in confronti privati e pubblici, si spera, sempre nei limiti delle basilari regole di rispetto e convivenza civile.