Medici condannati per la morte di un imprenditore di 49 anni: “Non si accorsero che aveva un infarto”. Ora scatta il maxi risarcimento alla famiglia

L’Asl paga due milioni e 200mila euro. Intanto la Corte dei Conti valuta l’eventuale danno erariale
Nel 2013 colto da malore era stato trasportato in ambulanza al pronto soccorso intorno alle 8 del mattino di una tragica giornata di febbraio, tragica perché dopo circa 12 ore il noto imprenditore della Lucchesia moriva a soli 49 anni. I medici non si sarebbero accorto di un attacco cardiaco, secondo i giudici che li hanno condannati entrambi per omicidio colposo. Da quel drammatico evento erano venuti fuori due procedimenti giudiziari, uno penale e uno civile, perché ai familiari qualcosa non quadrava sull’andamento della intera sequenza di eventi e sul comportamento dei due medici e avevano denunciato tutto alle autorità giudiziarie di Lucca. Alle condanne penali per colpa medica, divenute definitive, l’Asl Toscana nord ovest nel procedimento civile ha ritenuto di non dover andare avanti proponendo alla famiglia 2 milioni e 200mila euro come risarcimento danni, assumendosi le responsabilità per l’operato dei suoi due medici che avevano all’epoca curato il paziente, deceduto all’ospedale Versilia. Soldi già versati alla famiglia. Ora sarà compito della corte dei Conti stabilire quanto invece i due medici dovranno risarcire all’azienda sanitaria per danno erariale.
Il danno erariale
I giudici contabili hanno chiesto a un collegio medico-legale di stabilire l’esatto ammontare all’interno del procedimento a carico dei due medici responsabili penalmente della tragedia. Si legge infatti nella sentenza della corte dei Conti di ieri (25 agosto): “La corte dei Conti, sezione giurisdizionale regionale per la Toscana, non definitivamente pronunciando: rigetta le eccezioni preliminari proposte dai convenuti; demanda al Collegio medico-legale, sezione speciale presso la corte dei Conti in Roma, gli adempimenti istruttori nei termini e per gli effetti di cui in motivazione, e in particolare perché, previo esame di tutta la documentazione medica e amministrativa presente agli atti, con la partecipazione anche di uno specialista della materia, esprima collegialmente il proprio motivato parere sul quesito: sussistenza della colpa grave da parte dei convenuti, e quantificazione del loro apporto causale, sia quanto alla ripartizione tra i medesimi, che quanto all’eventuale coinvolgimento, nella produzione dell’evento lesivo, di altri fattori oggettivi, come la condotta degli altri operatori menzionati ovvero di carenze organizzative, anche alla luce delle risultanze del giudizio penale”.
Il processo penale
La vicenda penale è stata definita dai seguenti provvedimenti: sentenza 21 ottobre 2015, resa dal tribunale penale di Lucca in composizione monocratica, che ha condannato i due medici alla pena di un anno di reclusione e al pagamento delle spese processuali, con il beneficio della sospensione condizionale della pena, nonché al risarcimento del danno da liquidarsi in separata sede ma con provvisionale di euro 330.000; sentenza della Corte di Appello di Firenze 26 maggio 2017, che ha ridotto la pena a sei mesi, in considerazione della concessione delle circostanze attenuanti generiche; sentenza della corte di Cassazione, che, con provvedimento in data 27 dicembre 2018, ha rigettato il ricorso dei convenuti e confermato le statuizioni rese in sede di gravame cioè di risarcimento danni, da definire in sede civile. Ma come detto il quantum del risarcimento è stato definitivo stragiudiziale tra l’Asl e la famiglia del’uomo che è morto nel pronto soccorso del Versilia. L’uomo aveva avuto un primo attacco cardiaco ma i medici non si sono resi conto della situazione e non lo hanno curato come avrebbero dovuto, secondo i giudici della Cassazione, nonostante abbiano sempre negato ogni responsabilità. Addirittura stava per essere dimesso quando ha avuto un secondo attacco di cuore che però da lì a poco gli sarebbe stato fatale. Ogni riferimento che potrebbe far risalire alla sua identità e quindi a quella dei suoi familiari è stata volutamente omessa per rispetto della privacy dei parenti e per loro tutela visto il risarcimento milionario. Ora la magistratura contabile deciderà quanti soldi dovranno rimborsare i due medici condannati all’azienda sanitaria. Se ne saprà di più nelle prossime settimane.