Il condizionatore le dà fastidio e trascina in tribunale il vicino: ma anche la Corte d’appello dice che è tutto ok

1 settembre 2022 | 16:56
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Il condizionatore le dà fastidio e trascina in tribunale il vicino: ma anche la Corte d’appello dice che è tutto ok

Seconda sconfitta nel contenzioso giudiziario per una donna di Camaiore: dovrà pagare anche 8mila euro di spese legali

Devi eliminare il condizionatore perché arriva aria calda, e anche condensa, verso la mia porta”. Una vera e propria fissazione che finora le è costata circa 16mila euro senza ottenere nulla.

Ha trascinato il vicino di casa in tribunale fino alla Corte d’appello, dopo aver già perso la causa di primo grado a Lucca, sostenendo che il motore del condizionatore gettava aria calda verso l’ingresso di una sua proprietà e che dal tubo di condensa fuoriuscisse acqua che bagnava nei mesi estivi il suo pianerottolo, chiedendone la rimozione e i danni. La donna ha perso anche il secondo grado di giudizio e la corte d’Appello di Firenze l’ha condannata a circa 8mila euro di spese legali e al pagamento doppio del contributo unificato, dopo aver rigettato tutte le sue istanze. Un accanimento che anche in primo grado le era costato oltre 8mila euro di spese legali. Ma la donna era evidentemente convinta delle sue ragioni e quasi ossessionata da quel condizionatore per 6 anni, dal 2016 ai giorni scorsi, ha dato battaglia legale al suo vicino.

Ma stavolta i giudici di Firenze hanno stigmatizzato in sentenza il suo ragionamento alla base del contenzioso con parole dure e molto chiare e con una condanna economica per spese processuali e legali a dir poco esemplare. Le resta sempre il ricorso per Cassazione, ovviamente, dove nel caso di ennesima e ultima sconfitta, le spese da pagare sarebbero ancora più alte. Nel civile, infatti, chi perde paga.

I fatti riguardano due vicini di casa di Camaiore e nel 2016 dopo un anno di udienze era arrivata per la donna la prima sconfitta nel contenzioso che lei stessa aveva avviato per la rimozione del climatizzatore, che le provocava così tanto fastidio e disagio. Nei giorni scorsi la sentenza di Appello che ha chiarito ancora meglio l’intera vicenda  quasi grottesca. Sì perché in giudizio è venuto fuori che innanzitutto si trattava di un ripostiglio e non di una civile abitazione e infine che non si comprende quale pregiudizio le arrecasse la presenza del motore del condizionatore d’aria del vicino.

Scrivono infatti i giudici fiorentini Afeltra, Breggia e Picardi nella sentenza pubblicata ieri (31 agosto): “A ben vedere, il motore di condizionamento risulta essere stato installato in modo da arrecare il minor pregiudizio possibile al condominio: esso si trova nella parte dell’edificio retrostante rispetto all’ingresso principale e alla strada pubblica, nel punto in cui la sagoma perimetrale dell’edificio presenta una rientranza (così da essere meno visibile). La posizione dell’apparecchio, inoltre, non pare arrecare un pregiudizio serio alla proprietà dell’appellante: la proprietà coinvolta è esclusivamente l’unità immobiliare adibita a cantina/ripostiglio, la quale non è privata né di aria né di luce e non ne è ostacolato in alcun modo l’uso. Qualche getto di aria calda e la fuoriuscita di acqua dal tubo di condensa (verosimilmente limitata a poche gocce) non sono elementi sufficienti per ritenere sussistente un serio pregiudizio alla proprietà della donna (peraltro raggiungibile anche attraverso una porta interna che permette di evitare qualsiasi fastidio)”.

Da queste motivazioni il rigetto di tutti i motivi d’Appello e la condanna alle spese legali e di giudizio. Il rocambolesco e singolare contenzioso giudiziario sul condizionatore finisce qua? Si vedrà.