Le inviano il contratto da firmare già scaduto ma lavora da mesi: il tribunale ordina l’assunzione

Avrà un lavoro a tempo indeterminato la 30enne che ha fatto causa alla cooperativa che l’aveva reclutata per un supermercato
Le inviano il contratto di lavoro da firmare ma dopo che la ragazza lucchese stava ormai lavorando da tre mesi, come addetta alla preparazione della spesa. E’ stato solo allora che ha scoperto che il contratto era a tempo determinato e addirittura scaduto. Decisamente troppo per chiunque. E’ per questo che decide di fare causa alla società cooperativa. Il tribunale di Lucca ne riordina l’immediata reintegra sul posto di lavoro e con contratto a tempo indeterminato, condannando la cooperativa anche a 4 mensilità di indennità lavorativa e circa 3mila euro di spese legali.
Succede anche questo. Incredibile ma vera la vicenda che ha visto coinvolta, suo malgrado, una 30enne di Lucca che ha vinto la causa contro la cooperativa che svolge alcune mansioni, a seguito di appalto, per una nota catena di supermercati che non ha nulla a che vedere con la causa arrivata a sentenza il 5 settembre scorso. Il giudice Antonella De Luca, ha dato in toto ragione alla ragazza, difesa dall’avvocato Silvia Fantozzi, seguendo il decreto dignità in materia di contratti lavorativi e soprattutto gli orientamenti della suprema corte di Cassazione in materia.
Si legge infatti in sentenza: “Quanto al momento della formalizzazione: l’atto scritto contenente l’indicazione del termine iniziale del rapporto lavorativo deve essere precedente o almeno contestuale all’inizio della prestazione lavorativa, con conseguente invalidità di eventuali limitazioni temporali contenute in pattuizioni successive all’inizio del rapporto, che dovrà in tal caso intendersi voluto dalle parti nella forma ordinaria a tempo indeterminato”.
L’incredibile vicenda era iniziata nel dicembre del 2020, quando la ragazza aveva sostenuto un colloquio di lavoro con i responsabili della cooperativa che cercava personale per due delle sedi lucchesi della nota catena di supermercati. A gennaio del 2021 la ragazza veniva contattata da una referente della società che le comunicava la data di inizio dell’attività lavorativa e la relativa sede indicata e il primo febbraio iniziava a prestare la propria attività lavorativa presso la suddetta sede a Lucca e poi il mese successivo in un Comune limitrofo. La ragazza in aula durante il processo ha raccontato di aver lavorato sino al 13 marzo 2021 allorquando avvertiva problemi alla schiena e, all’esito di visita medica, rimaneva in malattia sino all’8 aprile dello stesso anno, come da certificazione medica prodotta in giudizio; solo a tale data dovendo rientrare a lavoro, essendo cessato il periodo di malattia, apprendeva dalla referente della società che il contratto era a tempo determinato e con scadenza 31 marzo. Contratto che non aveva mai firmato. Da ultimo ha spiegato ai giudici che, solo dopo sua formale richiesta, in data 13 aprile 2021 riceveva dalla società copia del contratto e relative buste paga, pertanto dopo la scadenza del termine.
Si legge ancora in sentenza: “La società convenuta si costituiva in giudizio riconoscendo il rapporto di lavoro intercorso con la ricorrente nonché il termine apposto al suddetto rapporto, eccependo tuttavia la piena consapevolezza della lavoratrice circa la natura a tempo determinato del contratto di lavoro. La resistente riconosceva altresì di non aver approntato subito il contratto e di non averlo sottoposto alla firma della ricorrente sin dall’inizio dello svolgimento del rapporto di lavoro adducendo problematiche legate all’emergenza sanitaria in atto, precisando che poi dal 13.3.21 la ricorrente era in stato di malattia e quindi di fatto fu impossibilitata la firma del suddetto contratto nonostante le sollecitazioni. All’uopo produceva messaggi whatsapp intercorsi tra la ricorrente e la referente in cui quest’ultima le rappresentava la necessità di procedere alla firma del contratto di lavoro”. Il giudice ha dato completamente torto alla cooperativa che ora dovrà assumere a tempi indeterminato la ragazza lucchese finita al centro di una vicenda a dir poco assurda. Giustizia è stata fatta. Se ci saranno ulteriori conseguenze o meno per la cooperativa, si potrà sapere solo nelle prossime settimane.