Chiedono il premio di risultato, respinti i ricorsi di 25 ex dirigenti sanitari

30 settembre 2022 | 14:48
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Chiedono il premio di risultato, respinti i ricorsi di 25 ex dirigenti sanitari

In ballo c’era una cifra complessiva di oltre 800mila euro

Ben 25 ex dirigenti sanitari, non medici, dell’Asl Toscana nord ovest, avevano chiesto nel 2020 oltre 800mila euro quale corresponsione della retribuzione (o premio) di risultato, del fondo per la retribuzione di risultato previsto dal contratto nazionale dirigenza sanità. Una causa intentata dopo una sentenza della Cassazione pubblicata nel 2019 che apriva a una possibilità simile. Ma nel 2021 gli ermellini hanno rivisto la loro precedente decisione e il giudice Antonella De Luca del tribunale di Lucca, in qualità di giudice del lavoro, ha recentemente respinto tutti e 25 i ricorsi.

Le motivazioni di tale decisione sono tutte da ricercare proprio nella pronuncia della suprema corte di Cassazione e hanno alla base tecnicismi, riassumibili in questo passaggio della sentenza comprensibile a tutti. Si legge infatti nella sentenza del tribunale cittadino nel passaggio in cui riprende le decisioni dei giudici di piazza Cavour del 2020: “Sulla questione questa Corte si è pronunciata con ordinanza dell’1 dicembre 2019 numero 3134. 32. Si è ivi ritenuta la inapplicabilità degli accordi regionali, in quanto la competenza ad intervenire sul fondo è riservata ai contratti collettivi nazionali di lavoro (al riguardo si è evidenziato che la determinazione del trattamento economico dei dirigenti, per costante giurisprudenza costituzionale, rientra nella materia dell’ordinamento civile, riservata alla competenza legislativa esclusiva statale)”.

E ancora: “Gli accordi regionali, dunque, sarebbero applicabili soltanto limitatamente ai dirigenti che non erano ancora passati al sistema della retribuzione di risultato e fino al 30 giugno 1997, data fissata dall’articolo 62, comma 9 Ccnl 1994/1997 come ultimo momento per il passaggio al nuovo sistema. 33. Ritiene la Corte di dovere rimeditare tale principio”.

E infine: “Nel merito i ricorsi sono infondati e non meritano accoglimento alla luce del più recente orientamento della Suprema corte (n. 12426/21) a cui questo giudice ritiene di uniformarsi”. Se ci sarà o meno appello lo si potrà sapere solo nei prossimi giorni.