“Noi non paghiamo”, a Lucca si accende la protesta: rogo di bollette in piazza San Michele
Poche decine di manifestanti per un primo gesto simbolico di disobbedienza civile
“Noi le bollette non le paghiamo”. Si è accesa anche a Lucca la protesta nazionale contro il carovita che sta prendendo fuoco nella varie città d’Italia, sulla scia della mobilitazione Don’t pay britannico.
Poche decine di persone, tra lavoratori, studenti e pensionati si sono ritrovate questo pomeriggio (7 ottobre) in piazza San Michele per fare un falò di bollette, un gesto simbolico di disobbedienza civile, che vuole essere un primo ammonimento al governo, almeno fino al 30 novembre, data in cui il movimento orizzontale nonpaghiamo.it – promotore della protesta – punta a raggiungere un milione di adesioni.
















“Se entro quella data – spiegano gli organizzatori – il governo non avrà messo in atto garanzie per far fronte all’aumento dei prezzi dell’energia, inizieremo con l’autoriduzione o il non pagamento delle bollette“.
Uno a uno i manifestanti hanno quindi bruciato le copie delle proprie bollette, aumentate già a partire dai primi mesi dell’anno, quando il conflitto in Ucraina non era ancora scoppiato.
“Ormai siamo oltre ogni ragionevole linea di confine – dicono i manifestanti -. La scelta antipopolare della guerra invece dell’iniziativa diplomatica, l’aumento delle spese militari invece che della spesa sociale, un recupero fiscale per chi ha di più invece che per chi ha di meno, salari e pensioni di fame invece che un loro aumento, una povertà che cresce insieme ai superprofitti da parte di aziende di particolari settori, una crescita di consumo di suolo e un ritorno alle energie sporche inquinanti e pericolose. E da ultimo la speculazione, una manovra sporca legalizzata che, da una parte genera extraprofitti quasi del 700% per aziende come Eni e, dall’altra mette alla fame milioni di famiglie e migliaia di imprese, generando una valanga inarrestabile di inflazione, disoccupazione e ulteriore povertà. Un mondo alla rovescia che va rovesciato”.
“Nel 2021, a causa dei forti aumenti scattati a partire dall’ultimo trimestre dell’anno, l’aumento delle bollette per una famiglia media è stato pari a circa oltre il 40%. Nel 2022, per effetto dei rincari delle tariffe e nonostante le misure adottate dal Governo, la spesa complessiva per l’energia sale del 92,7% – proseguono -. Ad ottobre la bolletta della luce aumenterà del 60% mente quella del gas potrà salire anche del 100%. È il momento di dire basta e di mettere in pratica forme democratiche di disobbedienza civile contro gravi scelte e pesanti speculazioni. Non ce la facciamo più a pagare, non vogliamo più pagare e non pagheremo. No guerra, no bollette, no povertà, no inquinamento”.
“Questa protesta fa parte di un movimento nazionale che si sta estendendo in tutta Italia e in Europa e si propone di mettere in atto tutte le iniziative di lotta, di denuncia e di tipo legale per arrivare concretamente a ridurre il costo delle bollette a prezzi accettabili e compatibili con i redditi delle famiglie e le attività delle imprese – concludono -. L’obiettivo? Arrivare a un milione di adesioni entro il 30 novembre in Italia per avere un forte potere contrattuale. Nel frattempo denuncia, assistenza legale, controinformazione e mobilitazione”.