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Furti, rapine e bullismo tra giovanissimi: Lucca finisce nel dossier sulle baby gang

8 ottobre 2022 | 09:55
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Furti, rapine e bullismo tra giovanissimi: Lucca finisce nel dossier sulle baby gang

Lo studio cui fanno capo ministero dell’interno e della giustizia: “Gruppi non organizzati dediti ad attività violente o devianti”

Fenomeno baby gang, il quadro della situazione nelle città italiane, fotografato da uno studio sviluppato dalla collaborazione tra Transcrime, il centro di ricerca interuniversitario università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, con il servizio analisi criminale del dipartimento della pubblica sicurezza del ministero dell’Interno e il dipartimento per la giustizia minorile e di comunità del ministero della Giustizia, pubblicato ieri (7 ottobre).

Lo studio vuole superare il vuoto di conoscenza sul tema delle gang giovanili in Italia rappresentando un primo tentativo di fornire una classificazione e una mappatura della loro presenza nel nostro paese. Tra le città dove risultano operative sporadicamente baby gang anche la città di Lucca, dove agiscono, secondo lo studio, “gruppi senza struttura definita e dediti ad attività violente o devianti”. Per queste baby gang lucchesi che rientrano in quelle senza una organizzazione precisa e strutturata, e che non gravitano attorno alla criminalità organizzata, il dossier congiunto 2022 con i dati relativi agli ultimi 12 mesi sottolinea sia la presenza sia la modalità di azione e soprattutto quella di contrasto.

mappa dossier baby gang

Un fenomeno in crescita in Italia che desta non poca preoccupazione. I dati raccolti riportano infatti che: la quasi totalità di questi gruppi sono coinvolti in casi di risse, percosse e lesioni e che un terzo dei gruppi sono coinvolti in rapine o furti in pubblica via, spesso a danno di coetanei. Quasi un gruppo su tre compie atti di bullismo e si registrano inoltre episodi di minacce con armi da taglio e di violenza sessuale.

Reati più complessi come lo spaccio di stupefacenti, o le rapine in abitazioni private o esercizi commerciali sono marginali per questo tipo di gang giovanili. Le ragioni che spingono alla creazione di questi gruppi sono molteplici, suggerisce il dossier: i giovani possono infatti cercare in queste gang una risposta ad uno stato di isolamento sociale, di insoddisfazione rispetto alla propria condizione o di incapacità di relazionarsi con i propri pari. Riguardo alla composizione di queste gang, dai dati raccolti è emerso che in quasi la metà dei casi sono composte in prevalenza da italiani, e meno di una su tre è composta in prevalenza da stranieri. I membri hanno generalmente una età compresa fra i 15 e i 17 anni, sebbene in quasi un quarto dei casi l’età prevalente è compresa fra i 18 e i 24 anni.

La maggior parte di questi gruppi è composto da un numero inferiore a 10 individui e in meno della metà dei casi i membri sono in situazione di disagio socioeconomico. Mancando un’organizzazione definita, queste gang giovanili sono principalmente identificabili a partire dalla loro attività sui social network; dalle caratteristiche socio-anagrafiche dei componenti; dalla ripetitività dei reati commessi. Questi i dati principali del dossier sul tipo di baby gang in azione a Lucca. Insomma un mondo a cui guardare con la massima attenzione soprattutto in ottica preventiva e non solo repressiva. Il dossier completo è disponibile sul sito web ufficiale (clicca qui).