La diocesi: “Nessun diniego per i funerali di Denis, c’è stata una cerimonia interreligiosa in accordo con la famiglia”

La curia chiarisce i motivi per i quali l’ultimo saluto al 21enne morto in un incidente si è svolto davanti alla chiesa di San Vito
Una “cerimonia interreligiosa” per venire incontro alle richieste dei familiari con i quali era stato concordato tutto: gesti, canzoni, musiche e letture. Una situazione “complessa” che la diocesi ha dovuto gestire per rendere possibili, nel rispetto delle volontà delle parti, i funerali di Denis Jendoubi, il 21enne morto una settimana fa in un incidente stradale sui viali di circonvallazione. Nessun diniego da parte del vescovo Paolo Giulietti, a differenza da quanto era stato fatto passare da persone vicine alla madre, che avevano riferito di un “rammarico” da parte della stessa per la mancata possibilità di svolgere le esequie all’interno della chiesa di Vito. Un messaggio che la donna ha voluto rendere pubblico e che Lucca in Diretta ha registrato.
In realtà, puntualizza la diocesi, c’è stata piena “condivisione” e accordo con la famiglia per svolgere l’ultimo saluto davanti alla chiesa. Bisogna osservare del resto che si è dovuto tenere conto anche del fatto che il giovane non era battezzato e che, scrive la stessa diocesi, “non abbracciava nessuna religione”. Il diritto canonico in materia prevede, del resto, che la Chiesa possa negare lo svolgimento dei funerali per chi non sia battezzato o sia ateo.
“È stata una cerimonia interreligiosa per venire incontro alle richieste dei familiari con i quali è stato concordato tutto: gesti, canzoni e musiche, letture. Si è svolta alla presenza del parroco di San Vito e di un rappresentante della comunità musulmana – spiega la diocesi -. Nella complessità della situazione è stato fatto il massimo possibile, anche nel rispetto delle scelte del ragazzo che non abbracciava nessuna religione, né quella del padre musulmano né quella della madre cattolica. L’ultimo addio al ragazzo è stato un momento altissimo di unità nel dolore, a prescindere da ogni fede, e che è stato suggellato dall’abbraccio finale tra il parroco di San Vito e il rappresentante della comunità musulmana. Certamente tra i presenti alla cerimonia vi erano anche atei o non credenti”.
“Situazioni complesse come queste – conclude la diocesi – saranno sempre più frequenti”.