La droga della camorra arrivava in una pizzeria: stroncato maxi traffico da Napoli alla provincia di Lucca, 14 arresti

18 ottobre 2022 | 07:14
Share0

Operazione di carabinieri e finanza: il giro gestito da uno storico stabilimento balneare. Si scava per verificare le infiltrazioni nelle attività economiche

Era una catena di montaggio, un mercato all’ingrosso di droga – prevalentemente cocaina e hashish – che, per l’accusa, veniva acquistata dai clan della camorra a Napoli e poi smerciata nel florido mercato della Versilia e della Lucchesia, partendo da una pizzeria che faceva da supermercato dello spaccio: da qui i pusher si rifornivano e vendevano le dosi al dettaglio. A gestire il traffico, per carabinieri e fiamme gialle, c’era Vincenzo Saetta, già condannato per usura ed ex proprietario di uno storico stabilimento balneare viareggino, il Balena, dove, per l’accusa, avvenivano gli incontri e si prendevano le decisioni. Il capo della banda, ora colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, di origini campane era di nuovo in libertà dopo aver scontato la pena.

https://www.luccaindiretta.it/cronaca/2022/01/19/camorra-condanne-definitive-per-il-maxi-giro-di-usura-in-provincia-di-lucca-sequestrati-per-oltre-6-milioni/271907/amp/

Un sistema “imprenditoriale” lo definiscono carabinieri e guardia di finanza di Lucca che hanno stretto il cerchio attorno ad una banda i cui presunti elementi di spicco alle prime luce dell’alba di oggi (18 ottobre) sono stati raggiunti da ordinanze di custodia cautelare e misure restrittive: 14 le persone implicate a vario titolo nel traffico di droga, 4 sono state colpite da ordinanze di custodia cautelare in carcere, 5 ai domiciliari mentre altri 5 hanno l’obbligo di dimora: sono indagati per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti.

L’ordinanza di misure cautelari è stata disposta dal gip del tribunale di Firenze e ha consentito di stroncare un vasto giro di droga in tutta la Versilia, individuando numerose persone, ritenute di elevato spessore criminale, dedite a gestire l’attività illecita.

L’operazione ha coinvolto più di 100 carabinieri nelle province di Lucca, Napoli e Pisa, l’impiego di unità cinofile, aliquote di primo intervento e squadre operative di supporto.

Oltre 30 finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Lucca hanno eseguito, a Firenze e in Versilia, numerose perquisizioni nei confronti di una decina di soggetti collegati per presunte infiltrazioni illecite nel tessuto economico della costa lucchese. Una piaga, anche questa, emersa in diverse indagini e che ipotizza il foraggiamento di attività illecite attraverso lo smercio della droga.

Le indagini, coordinate dalla direzione distrettuale antimafia di Firenze, erano state avviate nel marzo 2021 dal nucleo investigativo dei carabinieri di Lucca, per far luce sul presunto traffico di sostanze stupefacenti nel territorio della Versilia. E proprio da qui l’attenzione degli investigatori si è concentrata su un gruppo di persone di origine campana ma da tempo radicato nella provincia di Lucca, considerato vicino a strutturati ambienti della criminalità organizzata di matrice camorristica, operante tra le province di Napoli e Lucca.

La gang, gestita in modo “imprenditoriale”, acquistava, secondo l’accusa, all’ingrosso considerevoli partite di cocaina e hashish da esponenti appartenenti ai clan camorristici di Napoli, per poi confezionarla all’interno di una pizzeria di Viareggio, la Spaccanapoli, chiusa da tempo  e non per fatti legati all’indagine,  e distribuirla ai mediatori della Versilia, i quali a loro volta provvedevano a darla ai pusher per lo smercio al dettaglio a numerosi clienti.

Secondo gli investigatori, poi, i membri della banda, per rifornirsi degli ingenti quantitativi di stupefacente, utilizzavano auto sempre diverse e persone insospettabili oltre ai locali di una pizzeria durante l’orario di chiusura per il confezionamento e la suddivisione dei quantitativi da distribuire ai pusher locali per il successivo spaccio al dettaglio.

L’ipotesi è che in pochi mesi la banda sia riuscita a vendere numerosi chili di cocaina e hashish. Sempre sotto la guida della Dda fiorentina, sono state delegate alle Fiamme Gialle indagini bancarie e patrimoniali, mirate a verificare l’eventuale riciclaggio di capitali illeciti ad opera di pregiudicati nell’acquisizione, tra l’altro, di uno storico stabilimento balneare di Viareggio.

Secondo l’accusa lo storico bagno viareggino, uno dei più antichi d’Italia (ora non più nella disponibilità degli indagati), era luogo d’incontro per gli affari illeciti, i quali erano curati dal principale indagato, ossia il capostipite di una nota famiglia di provenienza campana operante da diversi anni in Versilia.

Il capo dell’associazione, colpito a misura cautelare in carcere, era già stato condannato definitivamente per il reato di usura, aggravato dal metodo mafioso.

Il frutto di questa importante attività investigativa è stato reso possibile grazie al costante monitoraggio effettuato dalla Dda di Firenze, la quale ha coordinato i reparti investigativi dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.

Vincenzo Saetta, difeso dall’avvocato Massimo Landi, è in carcere a Livorno, nella sezione di massima sicurezza.