Dialogo con Soprintendenza e Comune, lo scultore Pierotti rimuove la scritta sul monumento all’emigrazione

L’artista: “Un segnale di pace e di rispetto per i cittadini dopo anni di indifferenza nei miei confronti”
“Oggi è domenica, domani si muore”. Per mesi la scritta di ispirazione pasoliniana sul monumento all’emigrazione vergata da Stefano Pierotti è stata un elemento del paesaggio.
Da ieri (22 ottobre) non c’è più. A cancellarla lo stesso artista, che così spiega la sua (ennesima) scelta sull’opera: “Con questa mia nuova azione, di rimozione della scritta – dice – compiuta nelle prime ore di ieri, si potrà pensare che mi sia venduto o ravveduto o addirittura che sia una persona in preda a dei raptus di follia con manie di protagonismo. Sono, anzi, provo semplicemente ad essere artista”.


“In realtà – spiega – sono un uomo, un padre di tre figli e in ultimo se volete un artista, che affonda le sue radici (tanto per restare in tema con la scultura) nella libertà. Detto questo, vorrei ricordare che ad avviare il dialogo, anche se non semplice, è stata la sovrintendente Acordon, seguita a ruota dal nuovo sindaco eletto Pardini che hanno voluto ascoltarmi. Mentre, ci terrei a sottolineare con un velo di polemica, che quello di prima, appartenente a quell’area che si dice essere di sinistra e quindi che sta dalla parte dei più deboli (e noi artisti lo siamo), non ha mai voluto incontrarmi per conoscere cosa mi aveva spinto a compiere quegli “strani” gesti sulla mia scultura. E che sempre il “vecchio” sindaco, non aveva accolto la donazione della scultura da parte della Fondazione che ne è tutt’ora proprietaria, senza (presumo) battersi (visti i risultati) quando la commissione paesaggistica dello stesso Comune, di cui lui era appunto il primo cittadino, bocciò la collocazione (come prevista da bando), e cioè ‘il triangolo di terra all’interno delle Mura presso Porta San Pietro‘”.
“Mi ricordo che dopo la mia “modifica” (secondo dichiarazioni rilasciate sulla stampa), tuonò ed inveì contro di me – dice l0 scultore – dicendo che mi avrebbe addirittura fatto pagare i danni, ma poi ha lasciato così la scultura all’ingresso della sua città per più di un anno, mostrando indifferenza per Lucca e per suoi cittadini, visto che la rotonda dove essa è adagiata è di fronte al principale ingresso della città. Col Pardini almeno, checché se ne dica della politica, ho avviato un dialogo di buon auspicio. Intanto questo ha voluto essere un mio segnale di pace (che in questo momento ce ne sarebbe tanto bisogno) e di rispetto per cittadini”.
“Quella scritta, anche se appartenente ad un poeta, un intellettuale che si è battuto per la giustizia – conclude Pierotti – era, anche per me che ne sono l’autore, un pugno nell’occhio. Oggi è domenica, domani un altro giorno, si vedrà…”