Furti e rapine a raffica nelle abitazioni, definitive le condanne per la banda che terrorizzò la Piana nel 2016

24 ottobre 2022 | 14:33
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Furti e rapine a raffica nelle abitazioni, definitive le condanne per la banda che terrorizzò la Piana nel 2016

Inammissibili i ricorsi degli imputati contro le condanne pluriennali riformate in Appello

Rapine in serie e furti nelle abitazioni, definitive le condanne per la banda finita sotto processo a Lucca dopo un blitz dei carabinieri, l’operazione “non stop” coordinata dal pm Aldo Ingangi, che nel 2016 aveva portato ad arresti e denunce.

Per le sei persone che erano state giudicate nel 2017 col rito abbreviato dal gup del Tribunale di Lucca ora è arrivata l’ultima sentenza da parte della suprema corte di Cassazione che ha confermato le condanne d’appello per la gang di rapinatori, annullando una sola posizione processuale per “sopravvenuta morte dell’imputato”.  Tra le imputazioni anche quella relativa alla rocambolesca e cruenta rapina ai danni di un’oreficeria della periferia cittadina che aveva fruttato un bottino di oltre 60mila euro. Tutti i colpi della banda, secondo le ricostruzioni processuali, sarebbero stati compiuti in negozi e abitazioni tra la Lucchesia e la zone limitrofe.

Nell’operazione iniziale erano finite sotto inchiesta 19 persone, giudicate poi nel tempo con differenti riti e differenti esiti. Gli ermellini hanno depositato la sentenza e le relative motivazioni che così conclude: “Annulla senza rinvio la sentenza impugnata nei confronti di Cesare Satori perché il reato è estinto per morte dell’imputato. Dichiara inammissibili i ricorsi di Clei Satori, Domenico Tarantino, Daniel Di Leo, Alessandro Bini e Ismaele Lebbiati che condanna anche al pagamento delle spese processuali e della somma di 3mila euro ciascuno in favore della cassa delle ammende”. A vario livello e titolo rispondevano di furto, rapina, uso indebito di carte di pagamento e lesioni, e per alcuni era scattata anche l’aggravante della recidiva.

La corte d’appello di Firenze aveva parzialmente riformato la sentenza del gup di Lucca del 2017 che aveva comminato 9 anni e 8 mesi di reclusione per il 32enne Domenico Tarantino; 7 anni e 8 mesi per il 43enne Clei Satori;  5 anni per il 37enne Alessandro Bini; 3 anni e 4 mesi per Daniel di Leo e 2 anni e 4 mesi per Ismaele Lebbiati. Per Cesare Satori, fratello gemello di Clei, il processo è stato dichiarato estinto perché nel frattempo è deceduto.

Tra i reati contestati forse il più cruento è stato quello all’oreficeria della periferia lucchese: il titolare il 123 gennaio del 2016 era stato colto di sorpresa dalla banda di rapinatori, di cui facevano parte alcuni degli imputati ora condannati definitivamente dalla Cassazione, che  senza scrupoli  lo avevano trascinato, sotto la minaccia di una pistola, nella stanza sul retro della sua gioielleria, e lo avevano anche minacciato di fare fuoco e ucciderlo se non avesse aperto la cassaforte. Poi, visto che il titolare si rifiutava, lo avevano fatto inginocchiare, lo avevano ammanettato e avevano infierito con il calcio della pistola, colpendolo più volte alla testa e prendendolo ai calci fino a immobilizzarlo del tutto e alla fine erano riusciti a scappare con un bottino di oltre 60mila euro. Nei giorni successivi alcuni blitz avevano portato all’arresto e alla denuncia di tutti i componenti della banda che secondo i giudici era responsabile anche di altre rapine e altri furti in negozi e abitazioni della città e della provincia di Lucca.

Ora per 5 dei leader, secondo i giudici, della gang che aveva seminato terrore tra la popolazione dopo il colpo efferato alla gioielleria in quei mesi si è concluso definitivamente l’iter giudiziario relativo a questi capi di imputazione.