Dopo i furti nelle auto minaccia i carabinieri nel parcheggio dell’ospedale Versilia: condannato a tre anni

Sentenza definitiva per un 24enne di origine moldava: aveva anche tentato di rubare la pistola dalla fondina di un militare
Due anni fa prima aveva rubato alcuni oggetti all’interno di un’auto, poi aveva cercato di rubarne una, entrambe nel parcheggio dell’ospedale Versilia, e quando una guardia giurata lo aveva visto e aveva chiamato i carabinieri aveva dato in escandescenze, peggiorando la sua situazione già critica.
Cittadino di origini moldave, di 24 anni, condannato in via definitiva a 3 anni di reclusione per tentato furto aggravato e minacce e resistenza a pubblico ufficiale. All’arrivo dei carabinieri, infatti, il ragazzo, già noto alle forze dell’ordine, aveva prima minacciato di morte i militari dell’Arma, e poi aveva anche cercato di sfilare la pistola d’ordinanza a uno dei carabinieri, durante le successive fasi dell’arresto in flagranza. Successivamente era stato portato al San Luca e giudicato nelle settimane successive dal tribunale di Lucca, in abbreviato.
Ora la condanna definitiva da parte della suprema corte di Cassazione che ha dichiarato inammissibile il suo ricorso contro la precedente pronuncia della corte d’Appello di Firenze che lo scorso anno aveva, a sua volta, ratificato la decisione del gup di Lucca. Il 24enne è stato condannato anche alle spese processuali e a 3mila euro di ammenda.
Stando al resoconto processuale il giovane dopo aver preso di mira un’auto in sosta nel parcheggio dell’ospedale Versilia, mentre armeggiava vicino allo sportello, e dopo aver rubato oggetti vari in un’altra auto, era stato notato da una guardia giurata di servizio di vigilanza che si era insospettita ed aveva immediatamente contattato i carabinieri.
Erano quindi arrivate sul posto due pattuglie dell’Arma che, unitamente alla guardia giurata, avevano provveduto a bloccare il soggetto, non senza difficoltà, e che già si era introdotto nell’autovettura e stava rovistando all’interno della stessa alla ricerca di altro bottino e cercando anche di metterla in moto. Colto in flagranza, quindi, era stato portato in caserma e, nel corso delle operazioni di identificazione, aveva rivolto minacce di morte nei confronti dei carabinieri, opponendo loro resistenza nel tentativo di sottrarsi al controllo e tentando invano anche di sfilare la pistola dalla fondina ad uno di essi. Solo dopo essere riusciti a riportato alla calma erano state poi completate le formalità di rito, il giovane era stato dichiarato in arresto per furto, tentato furto aggravato e per minaccia e resistenza a pubblico ufficiale.
Da questo episodio il procedimento giudiziario a suo carico ora terminato con la sentenza della Cassazione.