Asse suburbano, arriva lo stop dal Tar: annullata la delibera che approvava il progetto di fattibilità

I giudici accolgono il ricorso della famiglia Monteriso: ora è tutto da rifare
Asse suburbano, annullata dai giudici amministrativi la delibera comunale della scorsa primavera che tra l’altro aveva approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica relativo ai lavori di realizzazione del nuovo asse suburbano tra la rotatoria di via dell’Acquacalda e la rotatoria di viale Castracani, per un valore di oltre 7 mln di euro. Il consiglio comunale aveva approvato la spesa con 20 voti a favore e 4 astenuti, sui 24 consiglieri presenti al momento del voto. Tutto da rifare per Palazzo Orsini. Mancherebbero congrue motivazioni, secondo i giudici.
Un mistero quello alla base della vicenda e del contenzioso giudiziario, perché c’è una strada che invece di andare dritta da un punto all’altro fa una inspiegabile curva spaccando in due una proprietà privata, ma il progetto originario del 1958 prevedeva ovviamente un tracciato in linea retta. Chissà perché è poi comparsa nei progetti successivi questa curva. Una stranezza ancora da chiarire. E anche i giudici sottolineano in sentenza le possibili alternative come da piano regolatore del 1958 che conteneva il progetto originario poi modificato. Ad ogni modo, è stato quindi accolto dal Tar di Firenze uno dei tre motivi di ricorso della signora Lea Fontana e dei figli Massimo e Andrea Monteriso, contro la delibera del Comune di Lucca, esattamente la delibera 19 del 15 marzo scorso. L’atto revocava la precedente delibera 110 del 16 novembre del 2021 e contestualmente approvava il progetto di fattibilità tecnica ed economica, da 7 milioni di euro, di un’opera pubblica inerente la realizzazione del nuovo asse suburbano tra la rotatoria di via Dell’Acquacalda e la rotatoria di viale Castracani e contestuale adozione di variante al regolamento urbanistico “con riferimento al tracciato del tratto B e nella parte in cui lo stesso attraversa la proprietà dei ricorrenti, da via Vecchia Pesciatina (dove risiedono i ricorrenti) fino alla rotatoria di via Castracani”.
Una vicenda che si trascina da tempo ma che si ripropone all’attualità. Già dopo l’annuncio del novembre dello scorso anno che si sarebbe proceduto con la realizzazione dell’opera, la famiglia Monteriso si era di nuovo rivolta ad un legale, l’avvocato Veronica Dini, e dopo un incontro avuto in Comune, aveva presentato una diffida a Palazzo Orsetti. Chiedendo di non approvare il progetto dell’asse suburbano così come concepito. Suggerendo di modificare il tracciato nel punto in cui rischia di dividere in due la proprietà dei Monteriso. Il progetto, come ormai noto, partito 15 anni fa, riguarda la strada di collegamento, dalla via del Brennero al futuro casello autostradale di Mugnano, che ha la finalità di ridurre il carico di traffico sulla circonvallazione, collegando la Garfagnana all’autostrada.
La sentenza del Tar
Ieri (27 ottobre) la sentenza del Tar che ha annullato la delibera di marzo scorso. La mancanza di motivazioni specifiche che spieghino bene il perché della riproposizione del vincolo espropriativo ha fatto la differenza. I giudici amministrativi hanno sottolineato in sentenza che sul punto controverso e accolto va evidenziato che la delibera impugnata si limita ad argomentare che l’approvazione del progetto di cui trattasi, in variante al regolamento urbanistico, comporta la reiterazione del vincolo preordinato all’esproprio. Si legge infatti in sentenza: “Le argomentazioni del Comune di Lucca non colgono nel segno, non riuscendo a superare l’evidente carenza motivazionale presente nella delibera ora impugnata. L’adeguatezza della motivazione di una variante urbanistica che riconfermi i vincoli preordinati all’esproprio va valutata tenendo conto, tra le altre, delle seguenti circostanze: se la reiterazione riguardi o meno una pluralità di aree di notevole consistenza; se la reiterazione riguardi soltanto una parte delle aree già incise da vincoli decaduti; se la reiterazione sia stata disposta per la prima volta sull’area in questione. Nulla di tutto ciò è presente nella delibera impugnata, non risultando possibile individuare le ragioni alla base della compressione del diritto alla proprietà dei destinatari, né ancora, né in ordine alla modifica del tracciato stradale originariamente previsto. Deve ritenersi del tutto insufficiente il richiamo alla necessità dell’opera per regolamentare il traffico che, in quanto tale, assume i caratteri di un’argomentazione tautologica e apodittica, senza che le ragioni del ritardo nella conclusione del procedimento di esproprio siano in qualche modo desumibili. Anche l’assenza di alternative oltre a non riguardare l’aspetto della reiterazione del vincolo, risulta smentita dai fatti in quanto l’amministrazione aveva effettivamente individuato alcune alternative nel Prg del 1958. Sul punto anche questo Tribunale ha avuto modo di precisare che “la motivazione che deve assistere la reiterazione del vincolo espropriativo, specie nel caso di reiterazioni plurime, deve dare conto non solo della attualità dell’interesse pubblico ma anche della assenza di alternative possibili al suo soddisfacimento. E’ proprio questo il caso di cui si tratta, nel quale il periodo di tempo al quale risaliva l’originario progetto del Comune di Lucca (e che aveva portato ad una prima apposizione del vincolo), avrebbe dovuto impegnare lo stesso Comune all’esplicitazione delle ragioni che rendevano indispensabile procedere alla reiterazione del vincolo, in ragione del tempo trascorso e dell’inevitabile compressione del diritto alla proprietà che esso comporta. Del resto la questione era nota al Comune e, ciò, in considerazione del fatto che la circostanza relativa alla decadenza del vincolo era espressamente menzionata nella delibera n. 110 del 2021”.
Il tentativo dei ricorrenti di trovare un accordo con la nuova amministrazione di luglio scorso
“A luglio scorso – afferma l’avvocato Veronica Dini – abbiamo richiesto e ottenuto un incontro con la nuova giunta e con le direzioni competenti nel quale abbiamo provato a raggiungere un accordo bonario con il Comune di Lucca prima della sentenza del Tar ma il Comune ha detto che non aveva intenzione di tornare sui propri passi, dicendo che non avevano motivi impellenti per le modifiche della delibera e che per loro era tutto regolare”. Ora la sentenza del Tar che ha annullato tutto la speranza dell’avvocato e della famiglia è che ci si possa sedere a un tavolo e trovare una mediazione, una soluzione, nell’interesse di tutti. Il mistero della curva resta invece irrisolto, al momento. Se ne saprà di più nelle prossime settimane.