Teatro del Giglio, morto lo storico macchinista Giuseppe Betti

E’ stato per tanti anni dietro le quinte del palcoscenico
E’ lutto al teatro del Giglio per la scomparsa dello storico macchinista Giuseppe Betti. Un volto indissolubilmente legato al teatro cittadino, dove tutti lo piangono. Maestro di scena, ma anche maestro di vita: lo descrivono così le tante persone che lo hanno potuto conoscere e apprezzare.
Betti è scomparso all’età di 89 anni. “Macchinista costruttore di grandissima esperienza e raffinata abilità, ha dedicato la sua intera vita al palcoscenico e al teatro. Con la sua scomparsa – è il toccante messaggio di cordoglio del Giglio -, il teatro perde non solo uno storico punto di riferimento, ma anche e soprattutto colui che è stato capace di trasmettere il proprio amore e la propria passione per il teatro a generazioni di macchinisti che con lui si sono formati”.
Betti avviò la sua carriera teatrale nel 1955 quando, a soli 22 anni, prese a lavorare come macchinista nelle Compagnie di attori come Tino Buazzelli e Nora Ricci, Macario, Raimondo Vianello, le gemelle Kessler, Gino Bramieri. Maturata così un’importante esperienza professionale, iniziò a ricoprire il ruolo di capo macchinista nelle Compagnie di attori quali, tra gli altri, Anna Proclemer, Romolo Valli, Giorgio De Lullo. Dal 1968 al 1996 Betti lavorò ininterrottamente al Festival dei Due Mondi di Spoleto, dove ricevette la sua vera e propria consacrazione professionale: iniziando come capo macchinista, arrivò ben presto a ricoprire l’importante ruolo di responsabile del laboratorio costruzioni teatrali, diventando così una vera e propria istituzione nel mondo teatrale italiano.
Nonostante i suoi impegni lo tenessero per lunghi periodi lontano da Lucca, Betti non dimenticava mai il teatro della sua città, con il quale aveva un legame affettivo strettissimo; appena gli era possibile rientrava infatti a casa per collaborare alla realizzazione di tante scenografie teatrali per le opere liriche del Teatro del Giglio e per gli spettacoli del Teatro Del Carretto.
A ricordarlo è anche Alessandro Sesti che a Betti ha dedicato un post su Facebook: “Caro Beppe – scrive Sesti -, hai permesso agli altri di prendere gli applausi restando dietro le quinte.
La tua maestria di costruttore di scene teatrali era riconosciuta dai più grandi teatri italiani. Il Teatro del Giglio ha avuto il privilegio di averti come capomacchinista per lunghi anni. Come scenografo ho goduto della tua amicizia, del tuo lavoro fatto di professionalità e passione che mi permetteva di osare soluzioni sceniche che solo tu potevi realizzare.
Grazie Beppe, ti penso riunito a Omero e Gigi il gruppo storico dei macchinisti del Teatro del Giglio”.