Grave carenza di personale, scatta la nuova agitazione per medici e sanitari

9 novembre 2022 | 12:10
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L’intersindacale: “Particolarmente critica la situazione della Unità di terapia intensiva cardiologica dell’ospedale di Castelnuovo Garfagnana, ormai priva di un organico stabile”

Le rappresentanze sindacali dei medici e sanitari della Usl Nord ovest hanno indetto lo stato di agitazione “per il perdurare della grave carenza di personale medico che costringe i sanitari a turni massacranti e a spostarsi da un presidio all’altro per tamponare la situazione e garantire l’assistenza”.

“Inevitabile – spiegano dall’intersindacale medica dell’Asl Toscana Nord Ovest – la protesta di fronte al progressivo aggravamento della situazione che si protrae ormai da alcuni anni senza che si siano mai realizzati interventi strutturali, nonostante le richieste dei medici.La Usl Toscana Nord ovest ha finora realizzato solo soluzioni “tappabuchi” con ordini di servizio che costringono medici di ospedali lontani ad andare a coprire servizi negli ospedali più carenti, con grande disagio dei professionisti e con l’evidente riduzione dei livelli di sicurezza e qualità dell’assistenza, che solo un organico stabile e completo può offrire. Particolarmente critica la situazione della Unità di terapia intensiva cardiologica dell’ospedale di Castelnuovo Garfagnana, ormai priva di un organico stabile dove per patologie particolarmente critiche i turni di guardia di 24 ore e l’assistenza al reparto sono assicurati da medici degli altri ospedali. In questa situazione dove un cardiologo effettua turni occasionali, non è possibile assicurare alcuna continuità delle cure, con evidente abbassamento della qualità dell’assistenza. La Usl preferisce soluzioni di facciata, dando la parvenza di un servizio, per non ammettere l’incapacità di sostenerlo. Senza organici adeguati i reparti e gli ospedali sono scatole vuote e pericolose, meglio chiuderli e concentrare le risorse dove i pazienti possono trovare una adeguata assistenza, garantendo percorsi assistenziali sicuri”.

“Questa è solo la punta dell’iceberg di una situazione ormai diffusa sia nella nostra Usl che in tutta la regione e nel territorio nazionale – conclude la nota – che subisce le conseguenze di decenni di tagli dissennati alle risorse della sanità. L’inasprirsi delle condizioni di lavoro ha già costretto alla fuga molti professionisti, come i medici del pronto soccorso, dove non si riesce più a coprire i turni, nonostante da anni siano privati di ferie e riposi previsti. Così anche per carenza del personale medico si chiudono postazioni di auto medica e guardia medica. Purtroppo le conseguenze della mancata programmazione e dei tagli ricadono inevitabilmente sulla popolazione e sui sanitari, che fanno del loro meglio e che non sono i responsabili dei disservizi che ne derivano”.