Nascondeva la cocaina nel pane del forno dove lavorava per poi spacciarla: condannato a otto anni

9 novembre 2022 | 12:28
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Nascondeva la cocaina nel pane del forno dove lavorava per poi spacciarla: condannato a otto anni

Bocciato il ricorso in Cassazione, la condanna è diventata definitiva per un 37enne di origine maghrebina che agiva assieme ad altri complici

Condanna pesante per un pusher di origini straniere. Era stato arrestato due volte dalle forze dell’ordine perché insieme ad altre persone nascondeva cocaina nel pane che faceva in una panetteria della Lucchesia dove lavorava. Ora è arrivata la condanna definitiva a 8 anni di reclusione e 50mila euro di multa.

L’uomo, Karim Azoz, 37 anni, di origini maghrebine, è stato riconosciuto colpevole per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, anche dalla suprema corte di Cassazione che ha confermato le precedenti sentenze della corte d’appello di Firenze e del tribunale di Lucca degli anni passati. La condanna ha tenuto conto di un doppio procedimento a suo carico, poi unificato, all’interno del quale è scattata anche l’aggravante della reiterazione del reato contestato, a lui e ai suoi complici giudicati in altre sedi.

La gang di pusher utilizzava il pane per occultare anche fino a 100 grammi di cocaina purissima, secondo investigatori e inquirenti, e il giro di spaccio riforniva diversi clienti della Lucchesia. L’uomo aveva provato a invocare in Cassazione il ne bis in idem perché riteneva che per alcuni fatti oggetto di questo procedimento fosse stato già condannato in precedenza. Ma gli ermellini sono di diverso avviso.

Si legge infatti in sentenza: “Ritiene il collegio che i motivi sopra richiamati siano manifestamente infondati, in quanto avanzati per la prima volta dinanzi al giudice di legittimità e pertanto improponibili ai sensi dell’articolo 606 primo comma del codice di procedura penale. Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di 3mila euro in favore della cassa delle ammende”.

Il caso è chiuso.