Fanno credere di essere nullatenenti per non pagare gli eredi della vittima dell’incidente aereo: ora dovranno risarcirli

Nella tragedia era morto carbonizzato un 49enne di Lucca: la famiglia del pilota era stata condannata a versare i danni ma aveva fatto credere di non avere nulla. 27 anni dopo il tribunale annulla la vendita di casa e fondo
Dichiarata la nullità totale di un atto notarile di vendita di un immobile da parte degli eredi di un pilota che perse la vita insieme ad un suo amico di Lucca in un volo maledetto di circa 27 anni fa e di cui fu ritenuto unico responsabile: per il tribunale di Pisa, competente, si tratta di un atto simulato per disfarsi dei beni e non pagare i danni agli eredi dell’altra persona morta nella tragedia.
L’atto era stato stipulato nel 2005 da un notaio di San Miniato. Nel giugno del lontano 1995 due tragedie scossero l’Italia in una calda e assolata domenica estiva, una in nelle Marche e l’altra a Marcignana nell’Empolese, 6 le vittime in totale. Si trattò in entrambi i casi di sciagure aeree perché precipitarono a distanza di poche ore due velivoli da turismo. A Marcignana persero la vita un imprenditore empolese di 53 anni e un 49enne di Lucca. Dall’inchiesta giudiziaria venne fuori che il Piper, che era decollato dal’aeroporto di Tassignano, volava basso, troppo basso.
Gli amici, quelli che erano lì sotto a guardare nel prato di Marcignana se lo erano visti precipitare addosso. Forse era stata la voglia di salutarli, di farsi vedere dalla moglie, a costare la vita all’incauto pilota e al suo compagno di volo. Morirono carbonizzarti entrambi perché il Piper urtò i cavi di un traliccio dell’alta tensione, sempre secondo i giudici e secondo alcuni testimoni che hanno descritto in aula la manovra rischiosa a bassa quota del velivolo.
L’aereo prese subito fuoco, precipitando su un vigneto e dopo aver scoperchiato con l’ala la tribuna dove un centinaio di persone assisteva ai voli dei loro modellini, causando panico e qualche svenimento e un ferito non grave. La magistratura stabilì che nella tragedia, dove morirono i due amici, la colpa era del pilota. Da lì partì anche la causa civile di risarcimento degli eredi del 49enne lucchese che riconobbe responsabili in solido tra loro l’aeroclub dell’epoca e gli eredi del pilota che aveva causato il disastro in cui perse la vita insieme all’amico lucchese. Ma mentre l’aeroclub aveva pagato il dovuto, gli eredi del pilota no perché ritenuti nullatenenti ma la sentenza del Tribunale di Pisa pubblicata ieri (9 novembre) a firma del giudice Alessandra Migliorino ha dichiarato la nullità assoluta dell’atto di vendita di un immobile stipulato da un notaio di San Miniato nel 2005 con il quale gli eredi del pilota – secondo il tribunale – si sarebbero disfatti di un bene immobile per non pagare la loro parte.
Dopo l’inchiesta penale sulla tragedia infatti si era instaurato un giudizio civile per risarcimento dei danni dinanzi al tribunale di Firenze, concluso con la condanna delle eredi del pilota in solido con l’aeroclub dell’epoca, diverso da quello attuale, al risarcimento dei danni cagionati dal sinistro; la sentenza di condanna era stata confermata dalla corte d’Appello di Firenze ed era poi passata in giudicato; fino al momento del deposito dell’atto introduttivo, l’aeroclub aveva adempiuto all’obbligo risarcitorio mentre gli eredi del pilota, si legge in sentenza: “Nelle more, si sono disfatte progressivamente del consistente patrimonio immobiliare rendendosi, di fatto, nullatenenti; l’unico bene non ceduto a seguito dell’evento era un fabbricato costituito dall’abitazione della famiglia e da un fondo artigianale adibito a centro estetico e palestra; tuttavia, prima dell’udienza di precisazione delle conclusioni del primo grado di giudizio, le convenute hanno trasferito il fabbricato (bene ancora non ceduto) e i due beni di cui era composto, rispettivamente con atto pubblico del del 2005 presso un notaio di San Miniato a una società, la casa di abitazione che era stato a sua volta trasferito nel 2007 dalla società a una degli eredi stessi, all’epoca poco più che ventenne”.
Sulla scorta di tali considerazioni in punto di fatto, gli eredi del 49enne di Lucca morto nella tragedia e che hanno diritto al risarcimento da parte degli eredi del pilota come da sentenza definitiva, hanno dedotto la nullità o l’inefficacia per simulazione assoluta degli atti di alienazione sopra menzionati, atteso che le numerose vendite intervenute negli anni (in particolare quella relativa al doppio trasferimento della casa di abitazione) sarebbero atti simulati, ai quali non è seguito un effettivo trasferimento di proprietà, rimasta sempre in capo delle originarie titolari. I giudici di Pisa hanno sentenziato che: “In conclusione, la domanda degli eredi del 49enne lucchese deceduto nella tragedia di Marcignana deve essere accolta con riguardo all’accertata simulazione dell’atto di compravendita del 2005”. Questa la decisione di primo grado. Se ci sarà o meno appello lo si capirà solo nelle prossime settimane ma una tragedia di 27 anni fa ancora non si è conclusa in tutte le sue diramazioni giudiziarie.