Indagini su una rivista clandestina anarchica, nel mirino anche un lucchese

10 novembre 2022 | 16:38
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Indagini su una rivista clandestina anarchica, nel mirino anche un lucchese

Si “riapre” l’inchiesta con le ipotesi di istigazione a delinquere con le finalità di terrorismo e eversione. Per la Cassazione vanno ripristinate le misure cautelari per 6 indagati

Linea dura contro gli anarchici, per la Cassazione vanno riviste le posizioni dei 6 indagati per istigazione a delinquere aggravata dalle finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico. Tra questi un 53enne lucchese, di origini viareggine, per cui ora la suprema corte di Cassazione ha annullato la precedente decisione del Tdl che aveva disposto l’annullamento delle misure cautelari nei suoi confronti e di tutti gli altri indagati.

Ora si dovrà svolgere una nuova udienza davanti al Tribunale della liberta umbro che dovrà tenere conto delle indicazioni degli ermellini, in merito alle esigenze cautelari, che hanno accolto il ricorso della procura di Perugia. I fatti oggetto dell’indagine erano emersi a novembre dello scorso anno quando scatto l’operazione – denominata Sibilla che aveva riguardato un presunto gruppo di anarchici-insurrezionalisti che fanno riferimento alla Fai, Federazione anarchica informale.

In particolare, per i giudici perugini, coordinati dalla procura nazionale antimafia e antiterrorismo, gli indagati avrebbero istigato al terrorismo e all’eversione dell’ordine democratico attraverso un organo d’informazione clandestino, la rivista Vetriolo distribuita a livello nazionale dal 2017. Fra gli articoli della rivista finiti nel mirino degli inquirenti ci sono quelli riconducibili ad Alfredo Cospito, detenuto a regime di 41 bis per altri reati legati al mondo degli attentati anarchici, ritenuto l’ideologo della Fai, e ad altri soggetti. Pubblicazioni che, oltre al proselitismo, conterrebbero per l’accusa anche l’invito ad attaccare “lo Stato ed il capitale”.

Una forma di istigazione che, secondo gli inquirenti, si sarebbe realizzata in diversi episodi di danneggiamenti, scritte murali ed attentati avvenuti dall’ottobre del 2017 in poi. Da qui l’ipotesi che la natura del gruppo sia anche violenta, specie nei confronti delle forze dell’ordine. Nel contesto dell’operazione sono stati anche sequestrati ed oscurati due siti web utilizzati per diffondere i contenuti della rivista. Le misure emesse dal Tribunale di Perugia un anno fa erano sei: una custodia cautelare in carcere, una agli arresti domiciliari e quattro obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria congiunti all’obbligo di dimora, e tra questi c’era anche il 53enne residente in provincia di Lucca. “Le indagini che hanno portato alle misure cautelare – spiegava all’epoca la procura di Perugia – hanno permesso di documentare l’operatività di un gruppo di anarco-insurrezionalisti avente base al Circolaccio anarchico di Spoleto, luogo di aggregazione ove veniva discussa e approfondita e successivamente diffusa la dottrina federativista anarchica. Poi il Tdl aveva annullato per tutti le misure cautelari ma ora con la sentenza della Cassazione si riaprono gli scenari dell’inizio dell’inchiesta che intanto continua.

L’inchiesta Sibilla contro i presunti anarchici della rivista “Vetriolo”

Secondo l’accusa,  “fin dal primo numero pubblicato (il numero 0), infatti, gli estensori avevano chiarito che loro intento non era solo quello di fare un ‘giornale di denuncia di fatti particolarmente gravi’ ma di far ripartire l’attacco allo Stato e al capital’. In tale ottica, si è ritenuto di poter leggere una serie di danneggiamenti e attentati registrati a partire dall’ottobre 2017, che sono stati rivendicati da gruppi rientranti nell’anarco-insurrezionalismo e dimostrativi dell’esistenza di un movimento violento, potenzialmente interessato e recettivo rispetto ai messaggi provenienti dalla rivista Vetriolo. Su alcuni di questi episodi le indagini hanno consentito di raccogliere elementi probatori anche relativi alla divulgazione sul web di documenti in chiave anti-carceraria, antimilitarista, di solidarietà ai detenuti e di istigazione alla violenza nei confronti delle forze armate dello Stato, oggetto di vilipendio anche attraverso scritte murali”.

Contestualmente alle misure cautelari, erano state eseguite numerose perquisizioni su tutto il territorio nazionale. Inoltre era stata data esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo emesso dal gip di Perugia, per l’oscuramento di due siti internet utilizzati dal gruppo indagato per diffondere, anche nel web, i contenuti istigatori della rivista clandestina. Le indagini condotte dai carabinieri dei Ros, “si inseriscono in una più ampia strategia di contrasto alle manifestazioni eversive condotta su tutto il territorio nazionale, volta alla identificazione di presenze e disarticolazione di strutturati gruppi violenti”. La parola ora passa di nuovo al Tdl di Perugia. Si vedrà, le indagini sui presunti gruppi anarchici  intanto continuano.