Perseguitato perché gay: talento dello sport ottiene il permesso di soggiorno a Lucca

17 novembre 2022 | 15:26
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Perseguitato perché gay: talento dello sport ottiene il permesso di soggiorno a Lucca

Integralisti gli hanno ucciso il compagno. Ora potrà rifarsi una vita accolto in città per motivi umanitari

Una storia che racchiude tutte le mille facce dell’immigrazione, dei salvataggi, dell’integrazione, un racconto simbolo che parte da una vicenda umana tragica ma con lieto fine: niente e nessuno potrà mai cancellare quello che è accaduto ma la corte d’Appello di Firenze, la Misericordia, e una importante realtà industriale della Lucchesia stanno scrivendo le ultime parole di un libro che, partito malissimo, sta prendendo pieghe positive.

Si legge nella sentenza pubblicata il 15 novembre scorso: “La corte accoglie il ricorso e per l’effetto riconosce all’uomo la protezione umanitaria e dispone che il questore di Lucca rilasci il permesso di soggiorno per motivi umanitari”.

Il 35enne originario di un Paese centro-africano, viveva la sua vita tranquillamente tra sport, lavoro e famiglia. Era così bravo nello sport da lui praticato tanto da finire in Nazionale, e nel tempo libero aiutava i genitori nel negozio di famiglia. Ma il destino aveva in serbo per lui il peggiore degli incubi. Purtroppo in alcune zone del mondo gli assetti politici determinano veri e propri disastri. Lui è di religione cristiana in una Nazione a prevalenza musulmana e già questo gli crea i primi problemi ma quando scopre di essere gay le cose iniziano a farsi tremendamente serie perché nel suo Paese è un reato.

Intanto muoiono i genitori ma lui continua a portare avanti l’attività di famiglia insieme alla sorella maggiore continuando a praticare sport a livello agonistico e con brillanti risultati. Ma poi l’amore bussa alla sua porta e pur nascondendosi qualcuno scopre della sua relazione con un suo coetaneo e tutto precipita. Attivisti musulmani di un gruppo estremista gli danno il tormento fino a una maledetta sera d’estate di alcuni anni fa quando irrompono a casa sua e uccidono il compagno a colpi di machete. Avrebbero potuto uccidere anche lui ma l’uomo riesce a scappare e a nascondersi inizialmente a casa di un suo amico e grande fan a livello sportivo che gode di un certo prestigio. La sorella nel frattempo lascia il Paese mentre lui cerca una soluzione per restare ma non c’è nulla da fare. Queste vere e proprie bande lo cercano ormai ovunque anche perché testimone di un loro delitto.

L’amico dopo alcuni mesi lo convince e gli procura un passaggio sicuro in un altro Paese vicino e gli fornisce un indirizzo italiano dove ci sono altri amici che lo aspettano. Decide di andare in Libia per tentare la traversata ma finisce in mano gi gente senza scrupoli e viene torturato e maltrattato da chi gli aveva promesso di portarlo in Italia. Nel frattempo nel suo Paese viene pure condannato a 14 anni di carcere per la sua relazione gay e inizia a sentirsi in trappola. Non può tornare indietro (né vuole) e non riesce nemmeno ad andare avanti. Il primo agosto del 2016 la svolta: un gruppo di persone riesce a trovare un gommone e si decide di provare l’avventura. Per lui tutto è meglio di quello che vive e si butta letteralmente sul gommone a rischio della sua stessa vita. E in effetti, sempre stando al resoconto processuale, se non fosse stato soccorso, come tanti altri, in mezzo al mare, forse non ce l’avrebbe fatta.

Rocambolescamente infine arriva in Italia e poi in Lucchesia dove la Misericordia si occupa di lui. Piano piano si rimette in sesto tanto da riprendere anche a praticare il suo sport a livello locale stavolta. Inizia tutta la trafila per richiedere asilo e protezione ma gli viene inizialmente negata dalla commissione territoriale di Roma dove all’inizio l’aveva richiesta in uno dei mille passaggi prima di arrivare in provincia di Lucca. Ora la sentenza positiva dei giudici fiorentini anche perché da poco dopo una serie di percorsi di formazione è stato anche assunto a tempo indeterminato da una importante azienda lucchese e vive in Versilia. Una vita normale, finalmente, ma per lui sarà un vero e proprio Paradiso in terra dopo tutto quello che ha visto e vissuto. Un simbolo di integrazione e rinascita partendo dalle peggiori condizioni di partenza.