“Casa invasa dagli odori del ristorante”, il Tar annulla l’ordinanza contro l’attività

Puzzo di carne alla brace e fumi avevano fatto mobilitare l’inquilino che era riuscito ad ottenere l’intervento del Comune. Ma per i giudici l’atto non sarebbe legittimo
Nella sua abitazione sente di continuo puzza di carne alla brace, e il fumo e gli odori provengono dal ristorante dello stesso edificio in cui abita e a luglio scorso ottiene dal sindaco una provvedimento da parte del municipio dopo un sopralluogo dell’Asl. Si tratta di una “ordinanza sindacale contingibile ed urgente per l’eliminazione di inconvenienti igienico sanitari conseguenti alla emissione di fumi dell’attività”, da parte del primo cittadino di Montecarlo.
Ma il sindaco, secondo i giudici amministrativi, sarebbe andato oltre le sue competenze e accogliendo il ricorso dei ristoratori ha annullato l’ordinanza di luglio scorso e condannato il Comune a 2mila euro di spese di lite. Chi abita nella casa dove arrivano fumi e odori sgradevoli avrà pure ragione, dice in sostanza il Tar, ma non spetta al sindaco dirimere questo tipo di controversie bensì al giudice ordinario civile del tribunale di Lucca, dove potranno proporre il loro contenzioso. Scrive infatti chiaramente il Tar nella sentenza pubblicata ieri (17 novembre): “Il ricorso dei ristoratori è manifestamente fondato, essendo evidente che l’ordinanza impugnata non sia rispettosa del paradigma normativo e dei principi costantemente ribaditi in giurisprudenza, che configurano l’ordinanza contingibile e urgente quale strumento eccezionale e residuale per i casi in cui non si può provvedere con gli strumenti ordinari apprestati dall’ordinamento o quando i mezzi ordinari si palesino insufficienti ed inadeguati; mentre è da escludersi che l’autorità possa arrogarsi una funzione di risoluzione di ipotetiche liti o controversie tra privati, che invece è devoluta ad altre forme di tutela, segnatamente a quella civilistica, a pena dell’indebita interferenza dell’Amministrazione in una lite tra privati, priva di ogni rilevanza di interesse pubblico”.
E infine: “Nella fattispecie pare evidente che il potere extra ordinem esercitato dal sindaco di Montecarlo non trovi causa nella necessità di contrastare un’emergenza igienico-sanitaria per la popolazione, bensì sia stato adottato a tutela della posizione soggettiva della odierna controinteressata e dunque allo scopo concreto di risolvere una controversia di natura privatistica in materia di immissioni; dunque il provvedimento impugnato, essendo stato adottato in mancanza dei presupposti, deve essere annullato come richiesto dalla parte ricorrente”. Caso chiuso.