Usa un richiamo elettronico per cacciare tordi: denunciato

18 novembre 2022 | 08:35
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Usa un richiamo elettronico per cacciare tordi: denunciato
Usa un richiamo elettronico per cacciare tordi: denunciato
Usa un richiamo elettronico per cacciare tordi: denunciato

Cacciatore sorpreso dalle guardie giurate del Wwf finisce nei guai

Usava richiami elettroacustici per cacciare tordi: denunciato un lucchese sorpreso dalle guardie giurate del Wwf in località Francini a Montecarlo.

I fatti risalgono a qualche giorno fa. Una pattuglia delle guardie giurate si trovava lì in servizio di vigilanza venatoria in coordinamento con la polizia provinciale di Lucca. Gli agenti di vigilanza presenti sul posto non hanno tardato ad individuare un sospetto e “troppo ripetitivo” canto di tordo proveniente da un appostamento fisso di caccia.

Qui è stato sorpreso il cacciatore che stava praticando l’attività venatoria da appostamento fisso pur disponendo di un numero importante di richiami vivi stava facendo uso di un richiamo acustico elettronico, strumento non consentito per la caccia ed espressamente vietato dalla legge. Il cacciatore lucchese, residente a Capannori , che al controllo risultava aver abbattuto un tordo, è stato deferito all’autorità giudiziaria per la valutazione del reato penale da lui commesso.

“L’uso del richiamo acustico elettronico, il cosiddetto registratore – spiega Guido Nassi, coordinatore provinciale delle guardie Wwf di Lucca –, è una pratica illegale e scorretta che purtroppo ancora non tende ad estinguersi; soprattutto nei mesi di ottobre e novembre periodo di passo della fauna migratoria, il richiamo elettronico viene utilizzato per simulare in maniera sistematica il canto degli uccelli migratori e attrarli ingannevolmente verso l’appostamento di caccia per poi abbatterli. Oggi, questi strumenti di richiamo illegali stanno beneficiando del supporto dell’elettronica, non è raro rinvenire veri e propri apparecchi elettronici – acustici, programmabili e muniti di telecomando (facilmente occultabili), come anche applicazioni audio installate dal cacciatore all’interno dello smart phone. Davvero una brutta pratica costituente una forma di bracconaggio che vorremmo davvero non dovere riscontrare più”.