Camorra, revocato il sequestro di due immobili al presunto capo di un clan

23 novembre 2022 | 13:22
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Camorra, revocato il sequestro di due immobili al presunto capo di un clan

La Cassazione torna sui suoi passi: le due unità immobiliari erano un dono del padre a Vincenzo Saetta prima dei fatti contestati

Vincenzo Saetta vince il ricorso straordinario in Cassazione sulla confisca di due immobili di Viareggio: gli ermellini tornano sui propri passi e revocano il loro stesso provvedimento rinviando gli atti alla corte d’Appello di Firenze dopo aver ammesso un errore di fatto nella loro precedente sentenza al riguardo.

Gli appartamenti gli sarebbero stati donati dal padre in epoca precedente ai fatti per cui era imputato in quel processo. A ottobre scorso l’uomo era poi finito nuovamente nei guai in una operazione antidroga della Dda di Firenze su un giro di spaccio di droga in Versilia

Dietrofront della suprema corte di Cassazione sulla confisca di due beni immobili, a Viareggio, a Vincenzo Saetta: gli ermellini hanno revocato una loro stessa sentenza dello scorso anno, e anche annullato la precedente decisione della corte d’Appello di Firenze e rinviato ad altra sezione di secondo grado per colmare alcune lacune. E’ stato dunque accolto il ricorso straordinario di quello che è ritenuto il capo di un clan che opera da anni in Versilia, difeso dall’avvocato Massimo Landi, che anni fa era stato condannato per usura aggravata dal metodo mafioso e all’interno di quel procedimento era scattato anche il sequestro ai fini di confisca di numerosi beni per un valore di quasi 6 milioni di euro, tra la Toscana e la Campania.

La confisca di tali beni era poi divenuta definitiva ma per due immobili di Viareggio il procedimento dovrà ritornare in secondo grado perché la Cassazione ha fatto marcia indietro su una sua precedente decisione. Un avvenimento giuridico molto raro e particolare. Vincenzo Saetta sempre in carcere per precedenti condanne nei mesi scorsi era stato raggiunto da un’ennesima ordinanza di custodia cautelare all’interno di un procedimento della Dda di Firenze che sta indagando su un vorticoso giro di droga che dalla Campania arrivava in Lucchesia.

Per l’accusa, la droga veniva acquistata dai clan della camorra a Napoli e poi smerciata nel florido mercato della Versilia e della Lucchesia, partendo da una pizzeria che faceva da supermercato dello spaccio: da qui i pusher si rifornivano e vendevano le dosi al dettaglio. A gestire il traffico, per carabinieri e fiamme gialle, c’era Vincenzo Saetta, già condannato per usura ed ex proprietario di uno storico stabilimento balneare viareggino, il Balena, dove, per l’accusa, avvenivano gli incontri e si prendevano le decisioni. Questo procedimento è tuttora in corso e in fase di indagini preliminari. Ma per i due immobili di Viareggio sequestrati anni fa sempre a Vincenzo Saetta, in un altro processo, i giudici di Piazza Cavour hanno riconosciuto di aver commesso alcuni errori di fatto nella precedente sentenza definitiva sulla confisca.

Si legge infatti nella sentenza che ha accolto il ricorso straordinario di Saetta pubblicata ieri (22 novembre): “La corte revoca la sentenza di questa stessa corte emessa in data 22 ottobre 2021 nei confronti di Saetta Vincenzo limitatamente alla confisca dei due immobili siti in Viareggio. Annulla la precedente sentenza della corte di Appello di Firenze del 17 aprile 2019 sempre limitatamente alla anzidetta confisca con rinvio per nuovo giudizio sul punto ad altra sezione della corte di Appello di Firenze, che, nel nuovo giudizio su tale punto, colmerà le indicate lacune motivazionali attenendosi agli indicati principi di diritto”.

Per i due appartamenti si tratta di stabilire, secondo gli ermellini se l’effettiva capacità patrimoniale debba estendersi anche nei confronti dell’ipotetico donante, perchè si tratterebbe di immobili che erano di proprietà del padre che glieli avrebbe appunto donati prima dei fatti di cui è imputato. Si vedrà.