Tragedia di Torre, folla per l’ultimo saluto a Luca e Lyudmyla. Poesie e lacrime per l’addio: “Due anime spezzate da una morte terribile”
Lo strazio delle famiglie. All’addio gli ex colleghi e compagni del sindacato. Alla Croce Verde c’erano anche sindaco, assessori e consiglieri
Il corteo funebre arriva sotto una pioggia battente, di fronte ad una folla in attesa di dare l’ultimo saluto a Luca Franceschi, ex sindacalista e scrittore di 69 anni, e alla compagna Lyudmyla Perets, di 44, uccisi sotto le macerie della bifamiliare esplosa nel primo pomeriggio del 27 ottobre scorso in via per Camaiore a Torre. Le prime due vittime di una tragedia, il cui tributo di morte, già intollerabile, si è aggravato, a due settimane dal disastro, da un altro dramma: anche il cuore di Debora Pierini, giovane madre di 26 anni, ha smesso di battere, dopo una lotta disperata, al centro grandi ustionati di Cisanello.
Nella sala della Croce Verde alle 11 di stamani (25 novembre) una folla di familiari, amici, ex compagni di lavoro di Luca, dipendente in pensione della Mover di Viareggio e sindacalista della Filt Cgil, e di Lyudmyla, che lavorava in un’impresa di pulizia ha reso l’ultimo saluto alla coppia che nella villetta di via per Camaiore si era trasferita soltanto da pochi mesi. C’era anche la figlia di Lyudmyla, la studentessa di appena 17 anni rimasta orfana e scampata al disastro perché si trovava a scuola. Accompagnata dalla zia, è stata idealmente abbracciata da tutta la città che per lei si sta mobilitando con raccolte fondi e un sostegno concreto.
Un altro giorno di lutto per Lucca, quello di oggi. Ed è anche per questo che l’amministrazione comunale non ha voluto far mancare la propria presenza. Ai funerali erano presenti il sindaco Mario Pardini, il suo vice Giovanni Minniti e alcuni assessori, tra cui Cristina Consani, oltre a consiglieri comunali di tutti gli schieramenti.
Anche i compagni del sindacato non sono mancati partecipando con una nutrita rappresentanza. C’erano anche esponenti della sinistra, dove Franceschi aveva militato prima di allontanarsi da un impegno diretto nella politica.
Minuti strazianti per le famiglie, iniziati attorno alle 10,30 con una cerimonia all’obitorio del Campo di Marte, dove c’è stata la benedizioni dei feretri che poi sono stati trasportati alla sede della Croce Verde. Qui due ali di folla si sono aperte attorno al feretro di Franceschi e a quello della compagna che sono stati collocati al centro della sala, per una cerimonia che ha visto susseguirsi gli interventi di ex colleghi, amici e parenti delle vittime. “Vivevano l’uno per l’altra e Lyudmyla affrontava la vita con il sorriso per sua figlia”, ha detto tra le lacrime la sorella della vittima.
Toccante il messaggio di Mario Salvadori della Filt Cgil, che era grande amico di Franceschi: “Quello che è successo è veramente terribile, siamo sempre impreparati alla morte – ha detto -. Quando si presenta come in questo caso aggiunge un dolore maggiore. Oggi siamo qui a dare l’ultimo saluto a Luca e Lyudmyla col pensiero anche, all’altra vittima, Debora. Lyudmyla non l’ho conosciuta molto bene, solo negli ultimi cinque anni quando con Luca hanno deciso di vivere insieme. Lei veniva dall’Ucraina, era venuta a Lucca per trovare una vita migliore. In Italia, come molti immigrati, aveva avuto inizialmente difficoltà a trovare lavoro, accontentandosi di impieghi saltuari che però affrontava sempre con forza e con determinazione. Io l’ho conosciuta come una donna forte e determinata. Luca lo conoscevo molto meglio fin dalla gioventù, col calcio e con le feste in casa, poi al liceo Vallisneri dove Luca si era avvicinato alla politica proprio nel fatale biennio rosso. Ma non alla politica a scopo personale, alla politica fatta per gli altri. A questa lui aveva dedicato la vita. Era diventato compagno comunista e antifascista: sono sicuro che avrebbe piacere che lo ribadissi e quindi lo dico anche oggi. E su questo pensiero aveva sempre impostato la propria vita militando in organizzazioni della sinistra, da Stella Rossa a Rifondazione. Poi io lo rincontrai negli anni ’90 quasi quotidianamente perché si era iscritto alla Filt Cgil”.
Salvadori ha ricordato poi le battaglie di Luca alla Mover: “Era un capo operaio – ha aggiunto Salvadori -, nel senso che tutti facevano riferimento a lui e lui assolveva a questo compito che si era scelto con grande tenacia, come quando l’allora presidente sbatté fuori dieci donne e uomini e Luca si impegnò e vinse la lotta per gli altri: tutti furono riassunti. Era stata una conquista per i lavoratori e lui era felice, questo era Luca”. Salvadori ha ricordato anche la passione per la scrittura di Franceschi: “Dopo il liceo Vallisneri aveva abbandonato l’università, dove si era riscritto negli ultimi anni per la sua passione per la storia antica. Allora spesso in sindacato o a lavoro si sentiva parlare di eroi greci ma non per elevarsi, quanto per trasmettere agli altri l’orgoglio con cui apprendeva cose nuove. E poi la scrittura, che è sempre stata la sua passione anche sé portata avanti con incostanza. Scriveva quando aveva ispirazione, aveva pubblicato poesie e racconti e un ultimo romanzo storico di fantasia”.
E della passione di Luca per la scrittura ha parlato anche l’ex sindacalista Virginio Bertini, che commosso, ha letto alcune delle poesie di Franceschi dal volume La Dea compensatrice. Poi a intervenire è stata la sorella di Lyudmyla, che dopo un messaggio in ucraino, ha concluso ringraziando i presenti: “Lei era una donna sempre sorridente, non si lamentava mai e viveva per sua figlia. Auguro la pace per due anime spezzate in un giorno tragico”.