La denuncia: “Tredici ore di attesa al pronto soccorso ma niente visita”

26 novembre 2022 | 14:39
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La denuncia: “Tredici ore di attesa al pronto soccorso ma niente visita”

La figlia del paziente: “Mio padre portato al triage alle 13, alle 2 di notte non era stato ancora visitato: abbiamo firmato per portarlo al Versilia”

Tredici ore di attesa al pronto soccorso dell’ospedale San Luca. E’ dopo aver trascorso questo tempo, dalle 13 circa di ieri (25 novembre) alle 2 di notte che i familiari di un anziano che aveva accusato un principio di paresi facciale firmano per andarsene e portare l’uomo all’ospedale Versilia.

E’ quanto racconta la figlia del paziente, che al disagio dell’uomo aggiunge anche quello della madre, che per qualche tempo ha atteso nella bolla allestita all’esterno dell’ingresso per ragioni legate alla pandemia.

“Ieri mio papà – spiega – improvvisamente ha cominciato a manifestare un principio di paresi facciale. Molto spaventati i miei genitori si sono precipitati al pronto soccorso del San Luca arrivando all’accettazione verso le 13. Dopo essere stati registrati mio padre è stato invitato a recarsi nella sala d’attesa interna del reparto, mentre mia mamma, che lo accompagnava, l’hanno fatta attendere insieme a molte altre persone, nella bolla esterna, completamente priva di riscaldamento e con sedute fatiscenti”.

All’interno intanto si avviavano le procedure di presa in carico. “Dopo aver fatto il triage – racconta ancora la figlia -, a mio padre è stato assegnato un codice ed un numero, da quel momento è cominciata l’attesa infinita. Sono passate due ore, poi cinque, poi otto finché è giunta la sera senza ricevere nessuna assistenza nè visita. Non sapendo a quale tipo di causa o patologia poteva essere dovuta la sintomatologia presentata, e non essendo visitato da nessuno per ore ed ore, verso le 22 cominciamo a chiedere gentilmente ma un po’ spazientiti informazioni all’infermiera, la quale in modo diretto e incontrovertibile ci spiega che quantificare l’attesa non è possibile perché al pronto soccorso le emergenze hanno sempre la priorità”.

“Siamo più che coscienti e completamente d’accordo sulla necessità di dare priorità a chi ha patologie o situazioni più critiche – spiegano i familiari -, ma siamo anche convinti che dopo 10 ore di attesa nelle quali sarebbe potuta succedere qualsiasi cosa, un minimo di considerazione ce l’aspettavamo. Intorno alle 23,30, mio fratello, arrivato da poco, si spazientisce e per calmare i suoi animi mio padre viene richiamato, accolto nuovamente al triage per nuova valutazione e gli viene assegnato un nuovo codice, questa volta con grado di urgenza aumentato ma l’attesa e la beffa non cambiano: dopo un’altra ora e mezzo di inutile attesa, alle 2 del mattino decidiamo di firmare ed accompagnarlo al pronto soccorso dell’ospedale Versilia. Dopo ben 13 ore trascorse a quello del San Luca, senza essere visitati e senza nemmeno un esame diagnostico, ci ritroviamo a dover cambiare ospedale”.