Lucca, i dati choc sul consumo di droghe: 110 dosi di cocaina acquistate in media al giorno

5 gennaio 2023 | 18:30
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Lucca, i dati choc sul consumo di droghe: 110 dosi di cocaina acquistate in media al giorno

E’ il risultato di un progetto di monitoraggio delle acque reflui a cui ha aderito il Comune: la spesa media giornaliera calcolabile è di 2.200 euro

La spesa per il consumo di sostanze stupefacenti sul territorio nazionale è stimata per il 2022 in circa 15 miliardi di euro, di cui circa il 44% attribuibile al consumo dei derivati della cannabis e quasi il 30% all’utilizzo della cocaina, e il resto nelle altre droghe. Quindi intanto parliamo di un business che vale oltre 4,5 miliardi di euro all’anno ma che a differenza della cannabis ha un’unica provenienza: la criminalità organizzata. E in Toscana sempre secondo i dati ufficiali del Dcsa del Viminale il porto di Livorno si conferma il terzo scalo nazionale per cocaina sequestrata dietro a Gioia Tauro e Vado Ligure. La frontiera marittima, con circa 14 tonnellate di polvere bianca finite sotto sequestro, si conferma lo scenario operativo dove sono state intercettate le maggiori quantità complessive di cocaina. I Paesi principali di provenienza solo l’Ecuador, il Messico, la Colombia,  il Nicaragua, il Guatemala e il Brasile. Le regioni nelle quali sono stati sequestrati i maggiori quantitativi di cocaina sono Calabria, Sicilia, Veneto, Toscana, Campania, Lazio e Lombardia; quelle con i quantitativi più limitati sono Molise, Basilicata e Umbria.

Il progetto Acque reflue 2022del Dcsa del Viminale ha fatto emergere che nella sola città di Lucca si consumano mediamente, ogni giorno, e per ogni mille abitanti: 12 dosi singole di cocaina, (lo scorso anno erano 8,7); questo significa che ogni giorno a Lucca vengono “sniffate” mediamente 110 dosi di cocaina. Trasformando questi dati in soldi e fissando il prezzo di una singola dose di cocaina a 20 euro, nel solo territorio comunale di Lucca ogni giorno vengono spesi circa 2200 euro in cocaina. E sono dati ovviamente parziali e al ribasso perché riferiti solo a quello che è stato scoperto nelle acque reflue cittadine.

La città di Lucca infatti ha partecipato insieme ad altre 32 città italiane nelle quali sono stati raccolti 231 campioni nella acque di scarico delle abitazioni cittadine e, in ciascun campione, sono state analizzate e quantificate 21 differenti sostanze psicoattive e loro metaboliti. Purtroppo l’uso medio delle principali sostanze stupefacenti è risultato in aumento rispetto all’anno precedente. Dati che dovranno servire per una riflessione corale in città. In Italia il progetto Acque reflue ha sviluppato una rete di rilevamento nazionale, costituita dalle principali città italiane (capoluoghi di regione e/o aree metropolitane) e da altre città, minori ma significative per peculiarità territoriali e sociali. Le città selezionate (complessivamente 33 centri urbani) sono equamente distribuite nelle 20 regioni italiane e coprono tutto il territorio nazionale, questo consente di ottenere dati qualitativi e quantitativi di utilizzo delle sostanze psicoattive nel territorio italiano.

Ma come arriva la cocaina al consumatore finale? Acquistando la cocaina ad un prezzo che varia dai 1300 ai 2000 euro al chilo (in Colombia o altri Paesi produttori), essa può essere rivenduta all’ingrosso in Italia ad un prezzo intorno ai 40 mila euro. Considerando che all’ingrosso la purezza della cocaina è spesso alta (sopra all’80%), se un’organizzazione criminale riesce a gestire tutte le fasi della “filiera” (l’acquisizione alla fonte, il trasporto e lo spaccio al dettaglio), può arrivare a profitti intorno ai 150 mila euro al chilo, considerando che un chilo di cocaina 100% pura può essere tagliata fino a raggiungere il quadruplo della quantità. Ma per quanto riguarda l’Italia solo ed esclusivamente per la cocaina l’approvvigionamento avviene attraverso boss e picciotti della criminalità organizzata, ‘ndrangheta e camorra in primis, non esistono altri canali per la polvere bianca. I clan mandano loro uomini a trattare direttamente con i narcos per fare arrivare la cocaina in Italia e una volta sul territorio altri affiliati provvedono a venderla ad intermediari locali che riforniscono i vari pusher e a quel punto la coca viene infine acquistata dal cliente. Un’organizzazione diabolica e difficile da smascherare in tutta la sua “filiera” che porta miliardi di euro e in contanti nelle casse delle mafie. Una catena del male che può essere distrutta ovviamente a patto che esista una volontà reale di andare fino in fondo al problema anche se sulla strada investigativa ci si dovesse imbattere in colletti bianchi, uomini dello Stato corrotti, e insospettabili. Scontato che tutti questi soldi liquidi hanno bisogno di esperti per essere riciclati e ripuliti e sono tante le persone che appoggiano esternamente la criminalità organizzata, a vario livello. E parallelamente al lato repressivo nessuna iniziativa sarà mai abbastanza sul lato prevenzione, ovviamente.