Aggressione choc per rapina: maxi condanna per un 28enne

Aveva picchiato e minacciato di morte un bagnino della Versilia
Insieme a un complice aveva picchiato e minacciato di morte un bagnino della Versilia per poi rapinarlo e poi costringerlo a farsi dare anche il pin del bancomat e prelevare altri contanti e lo avevano lasciato a terra esanime, col naso e la mandibola rotta. Ora per questo episodio di violenza la suprema corte di Cassazione ha scritto la parola fine alla vicenda processuale condannando il 28enne di origine straniera a 9 anni e 6 mesi di reclusione.
I giudici gli hanno negato ogni tipo di attenuante invocata per la particolare aggressività e per il comportamento processuale. Scrivono infatti sul punto i giudici di Piazza Cavour: “Rilevato che il secondo motivo di ricorso, che censura il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, è manifestamente infondato, in quanto il richiamo alla notevole aggressività della condotta e al comportamento processuale del ricorrente consegna una motivazione esente da manifesta illogicità, che pertanto è insindacabile in Cassazione”.
I fatti risalgono al 2018 quando l’imputato e il suo complice aggredirono e massacrarono di botte il giovane bagnino viareggino in darsena. Il processo ha poi dimostrato che l’imputato faceva parte di una piccola banda che agiva in branco e furono tutti rintracciati, processati e condannati per diverse rapine compiute in quel periodo in Versilia. Il 28enne era stato arrestato nei giorni successivi all’ultima rapina e aggressione ai danni del bagnino grazie alle telecamere di sorveglianza del negozio dove era poi andato a spendere i soldi frutto del colpo e successivamente era stato anche identificato dalla vittima e dalle commesse. Il suo ricorso in Cassazione è stato giudicato inammissibile e l’uomo è stato condannato anche a 3mila euro di ammenda. Scrivono gli ermellini in sentenza: “risulta meramente riproduttiva di questioni già adeguatamente vagliate e disattese con corretti argomenti giuridici dal giudice di merito, che a pagina 5 della sentenza impugnata, con il riferimento al riconoscimento effettuato sia dalla persona offesa che dalle addette alle vendite dove era stata utilizzata la carta bancomat oggetto di una delle rapine, ha dato adeguato e coerente conto della sussistenza degli elementi costitutivi del reato e la motivazione sul punto, in assenza di palesi illogicità, non è sindacabile in questa sede”.
Al bagnino riuscirono a portar via circa 600 euro in contanti e altri 1400 euro in acquisti vari utilizzando il bancomat rubato in alcuni negozi della Versilia. La vittima era stata soccorsa da alcuni passanti e trasportato in ospedale per tutte le cure del caso. Da quel brutale episodio erano scattate le ricerche e le indagini dei carabinieri e poi l’arresto e il processo che ora si è concluso definitivamente.