Caos certificati per il rientro a scuola dopo la malattia, pediatri presi d’assalto: “Non sono necessari se l’assenza è inferiore a 5 giorni”

A fare chiarezza la vice segretaria della Fimp Giulia Camici: “I dirigenti li richiedono in ogni caso ma la normativa parla chiaro”
Certificati medici per il rientro a scuola, caos tra pediatri e dirigenti scolastici. Negli ultimi mesi, nonostante sia finita l’emergenza della pandemia da Covid-19, i pediatri si trovano a dover fare i conti con la continua richiesta di presentazione del certificato medico, nonostante la legge dica differentemente.
A darci conferma della situazione particolare, sono stati molti genitori che hanno trovato diniego da parte dei pediatri a fornire certificazione medica di fronte alla richiesta della scuola a presentarla, anche per assenze inferiori ai 5 giorni.
Chi ha ragione in questa situazione? Il dirigente scolastico solerte, che chiede per sicurezza la presentazione del certificato medico? O il pediatra che si attiene alla legge scrupolosamente e si rifiuta di sottoscriverlo?
A chiarire quali sono le normative di riferimento è la vice segretaria provinciale del Fimp (Federazione Italiana Medici Pediatri), dottoressa Giulia Camici: “In questi tempi noi pediatri, ci siamo trovati completamente subissati di richieste di certificazioni mediche per il rientro a scuola dei ragazzi, durante il periodo della pandemia in particolar modo. Ma la situazione si protrae anche dopo la fine dell’emergenza, nonostante la normativa sia chiara e faccia riferimento ad un‘intesa tra Ministero dell’istruzione, l’Ufficio scolastico regionale della toscana e la federazione regionale Toscana degli ordini dei medici, addirittura del 2015”.
In base al protocollo d’intesa, la riammissione a scuola dopo un’assenza per malattia necessita di certificazione medica solo in caso sia superiore a 5 giorni (come chiarito dal decreto del presidente della Repubblica 1518/1967): i giorni festivi rientrano nel conteggio solo se sono a cavallo del periodo di malattia.
Con questa norma, il rientro a scuola al sesto giorno non richiede certificato. Quindi, per esempio: se il bambino rimane assente a causa di un’influenza da lunedì a venerdì per poi rientrare il lunedì, non sono conteggiati il sabato e la domenica festivi, se non si ha scuola. Il lunedì, il bambino può rientrare in classe senza esibire certificato medico. Al contrario, se la scuola prevede le lezioni anche il sabato, allora l’assenza si è prolungata per 6 giorni e il lunedì sarà obbligatorio la presentazione del certificato medico. Stesso obbligo di esibirlo, se l’assenza del bambino si prolunga da martedì di una settimana, al martedì della settimana successiva. In quest’ultimo caso, i giorni festivi di sabato e domenica vengono conteggiati perché si trovano a cavallo del periodo di malattia.
“La Regione Toscana – prosegue la dottoressa Camici – ha inoltre presentato una modifica alla legge e c’è l’idea di cancellare l’obbligo di presentazione dei certificati medici per il rientro a scuola, anche oltre i cinque giorni di assenza per malattia. Ma per adesso è prematuro parlarne perché la proposta deve sempre passare dal Consiglio Regionale”.
Le Regioni hanno competenza legislativa concorrente in materia e ciò vuol dire che hanno potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, che è riservata allo Stato. La giunta regionale della Toscana infatti, come hanno già fatto altre 11 regioni d’Italia, lo scorso dicembre ha presentato una proposta di legge a firma dell’assessore alla sanità Simone Bezzini, per superare l’obbligatorietà del certificato medico per il rientro a scuola anche dopo 5 giorni di assenza per malattia.
La proposta di legge però non è ancora vincolante fino a che non avrà il via libera nella seduta del Consiglio Regionale. Fino a quel punto la normativa di riferimento è l’intesa tra Regione Toscana, Ordine dei medici, Ufficio scolastico territoriale e ministero dell’istruzione del 2015.
Con il termine del periodo di emergenza pandemica, inoltre, decadono tutte le normative precauzionali che sono entrate in vigore nel 2020. La Direzione sanità, welfare e coesione sociale della giunta regionale toscana, il 24 febbraio 2022, ha diffuso una nota di chiarimenti sulle certificazioni scolastiche, che dice:
“Con il termine del periodo di emergenza la certificazione per la riammissione, per le scuole di ogni ordine e grado, è prevista solo per assenze superiori a 5 giorni, senza conteggiare i giorni festivi iniziali e finali” si legge nel testo dell’intesa tra ufficio scolastico regionale e federazione regionale degli ordini dei medici siglato l’8 gennaio 2015.
“Ci sono anche altri casi che sono pervenuti alla nostra attenzione, che vale la pena specificare – prosegue la dottoressa Camici -. Ad esempio, in caso che si sia assenti per andare alla settimana bianca o per altre cause non relative a malattie, spetta al genitore comunicare precedentemente all’istituto scolastico l’assenza e va fatto precedentemente e non successivamente. Allora non sarà necessario presentare il certificato medico”.
“Altro caso su cui vale la pena soffermarsi e che riguarda soprattutto i bambini più piccoli – aggiunge -: l’allontanamento in caso il bambino presenti a scuola dei sintomi di malattia. In quel caso, la norma è chiara: il conteggio dei giorni va dal primo di assenza e in caso di allontanamento da scuola per sintomi del bambino si inizia a contare dal giorno successivo”.
Se la scuola ha emanato un regolamento scolastico interno, in modo da richiedere la certificazione medica anche per assenze inferiori ai 5 giorni?
“Sulla materia esiste una normativa e non può essere disapplicata in favore di un regolamentazione interna. La legge di riferimento è l’intesa del gennaio 2015”.
In conclusione, secondo il medico, i dirigenti scolastici hanno l’obbligo di accettare il ritorno tra i banchi di scuola di bambini e ragazzi, seguendo le direttive dell’Intesa dell’8 gennaio 2015, che specificano precisamente che l’alunno dovrà presentare il certificato medico se l’assenza per malattia è protratta per più di 5 giorni, senza conteggiare i giorni festivi iniziali e finali.