Ascit, nel dettaglio i rilievi dell’Anac: “Dall’azienda nove affidamenti diretti alla stessa realtà”
Per l’autorità anticorruzione si ipotizza una violazione del codice dei contratti. Si infiamma la polemica politica
Per il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, Ascit farebbe un “improprio utilizzo dell’istituto dell’affidamento diretto, in violazione dell’articolo 36 del codice dei contratti e delle norme poste a tutela della concorrenza”. In particolare l’autorità nazionale anticorruzione nell’adunanza dello scorso 11 gennaio rimarca la violazione del principio di rotazione degli appalti, cattiva programmazione e gestione del servizio rifiuti da parte di Ascit che affiderebbe sempre alla stessa dita, la Cermec, alcuni lavori.
Dopo una indagine e alcune verifiche l’Anac ha inviato una nota ufficiale ad Ascit che opera nel campo della gestione dei rifiuti di Capannori e di altri Comuni e che ha sede a Capannori. Nella stessa nota si sottolinea come già l’estate scorsa l’Anac era intervenuta per far decadere il presidente Alessio Ciacci per questioni di incompatibilità con l’incarico di amministratore unico proprio di Cermec: “L’istruttoria espletata ha evidenziato criticità nel modus operandidella stazione appaltante che ha disposto plurimi affidamenti del servizio rifiuti in favore della Cermec, in assenza di gara e in violazione del principio di rotazione e delle regole della concorrenza, motivo per il quale si adotta il presente atto di conclusione del procedimento”.
In particolare, per quanto riguarda la tipologia di rifiuti “verde” alla Cermec è stato affidato il servizio per effetto delle determine 1730 del 20 febbraio 2019, 1754 del 7 marzo 2019 e 2828 del 18 agoto 2021, per un importo complessivo pari a 73500. Per quanto riguarda, invece, la tipologia di rifiuti “indifferenziato” la documentazione fornita dalla stazione appaltante ha evidenziato tre diversi affidamenti a Cermec con le determine n. 1966 del 2 agosto 2019, 2527 del 28 dicembre 2020 e 2791 del 9 luglio 2021) per un importo complessivo pari ad euro 213.595. Infine, in reazione alla tipologia di rifiuti “umido”, la Cermec risulta destinataria di ulteriori tre diversi affidamenti, disposti da Ascit con determine numero 2080 del 20 novembre 2019, 2150 del 18 gennaio 2020 e 2547 del 8 gennaio 2021, per complessivi 153mila euro, sempre secondo Anac. Si tratta in totale di ben 9 affidamenti diretti, per importi complessivamente superiori a quelli individuati dal codice dei contratti. Conclude Anac: “In ipotesi del genere, è onere della stazione appaltante motivare sulle deroghe al principio di rotazione, illustrando quantomeno le ragioni specifiche che hanno condotto a tale scelta e le ragioni per cui non risultino percorribili alternative differenti”. Non si sono fatte attendere alcune reazioni politiche all’accaduto.
“Quanto sta emergendo dall’indagine dell’Anac su Ascit è di una gravità sconcertante – dice Liano Picchi, ex presidente di Sistema Ambiente ed ex consigliere comunale – Man mano che questa si estende emergono infatti comportamenti che denotano un modo di gestire la cosa pubblica assolutamente inaccettabile. Bypassare le gare di appalto significa infatti non solo infrangere la legge che regola la trasparenza, ma anche e soprattutto il principio dell’economicità che vuole proprio nella concorrenza il primo elemento per arrivare ad abbassare i costi, che non dimentichiamo, sono i cittadini a pagare”.
“Questi fatti oggetto di contestazioni specifiche dell’anticorruzione – prosegue Picchi – ingenerano anche una serie di altre considerazioni su scelte a monte che hanno contribuito a creare tali storture. A che titolo infatti il Comune di Capannori ha nominato l’amministratore sapendo che aveva già una serie numerosa di incarichi in aziende concorrenti? Il Comune è così sprovvisto di persone idonee che ha dovuto ripiegare su questa figura già tanto impegnata altrove? E se per verificare tutto ciò è servito l’intervento esterno dell’Anac mi chiedo: ma gli altri organi presenti in azienda assistevano muti all’infrangere di queste regole?”.
Sul tema anche il consigliere del gruppo misto Bruno Zappia: “Con questo denaro pubblico – dice – si sarebbe potuta abbassare la Tari per i cittadini di Capannori. Anziché restare muti sorridendo, sarebbe stato meglio in questi ultimi due anni che mi avessero risposto e vi foste preoccupati di ciò che veniva fuori nei mesi dai miei accessi agli atti. Verrà il giorno in cui si riuscirà a vedere un servizio degno. Per ora solo sorrisini, lacrime, rifiuti che aumentano e sporcizia diffusa. Vergognatevi”.
Il dibattito, c’è da scommettere, proseguirà anche nei prossimi giorni in attesa di capire come evolverla vicenda.