Ex dipendente della prefettura condannata per truffa e induzione indebita: dovrà risarcire il Viminale

La Corte dei Conti ha chiesto 65mila euro per la lesione di rapporto di fiducia con l’ente e il danno di immagine
Ex dipendente della prefettura di Lucca che era finita nei guai e aveva patteggiato una condanna a 3 anni di reclusione per truffa e induzione indebita, e che era stata anche licenziata, ora dovrà risarcire il Viminale con circa 65mila euro.
Questa la decisione definitiva della sezione d’Appello della Corte dei Conti nei confronti della 57enne lucchese che era stata arrestata nel 2016 e posta ai domiciliari prima di definire la sua posizione penale con la giustizia. La sentenza di patteggiamento era divenuta irrevocabile in data nel settembre del 2018. La procura regionale della Corte dei conti l’aveva quindi citata in giudizio, per gli illeciti commessi in qualità di impiegata presso la prefettura di Lucca, che si erano tradotti “in uno sviamento del rapporto di servizio verso finalità non istituzionali, anche con la ricezione di somme o di altre utilità da parte di terzi per ottenere favori, che consistevano nell’accelerare pratiche amministrative di vario genere”. La sezione territoriale, sulla base delle risultanze processuali, emergenti dal parallelo giudizio penale, aveva pertanto addebitato alla donna distinti importi di danno, quantificati in ragione: “Delle retribuzioni indebitamente percepite, a fronte delle azioni poste in essere in violazione degli obblighi funzionali e dirette alla consumazione di delitti, da cui avrebbe tratto non trascurabili vantaggi patrimoniali (per la prima voce di danno da lesione del rapporto sinallagmatico); delle utilità, lesive per l’amministrazione, conseguite dai beneficiari delle iniziative della dipendente, la quale aveva dato corso a procedimenti in settori sensibili, inquinati da gravi e reiterate condotte illecite poste in essere da soggetti facenti parte di un consorzio criminoso, protrattosi per numerosi anni; delle offese inferte al prestigio e al decoro dell’ente pubblico, in corrispondenza dei reati acclarati in un provvedimento irrevocabile di applicazione della pena su richiesta delle parti (per la terza voce di danno all’immagine)”.
Il risarcimento della magistratura contabile toscana, come danno al ministero dell’interno era stato fissato in 65676,75 euro.
Secondo la Corte dei Conti, infatti, l’ex funzionaria avrebbe causato alla prefettura non solo un danno d’immagine ma anche un danno dall’aver ricevuto tangenti per pratiche amministrative e per lesione del rapporto di fiducia che dovrebbe vigere a maggior ragione in un ufficio pubblico, che sul territorio rappresenta il ministero dell’Interno. Adesso anche la sezione d’appello della Corte dei Conti ha confermato la sentenza di primo grado e la vicenda giudiziaria, penale e contabile, dell’ex dipendente della prefettura di Lucca si è conclusa. Si legge infatti nella sentenza di secondo grado dei giudici contabili: “In definitiva, la motivazione addotta dal giudice di primo grado e l’esito raggiunto, per i profili oggetto di vaglio, meritano di essere confermati”.
Il caso è chiuso in ogni sua forma.