Tredici ore al pronto soccorso dopo una caduta in casa, la protesta di un anziano

Il 77enne: “Dalle 3 di notte alle 16 su una lettiga e al freddo. Non ci tornerò più”
Ancora una testimonianza di lunghe attese al pronto soccorso dell’ospedale San Luca di Lucca.
Arriva da un uomo di 77 anni che di notte, due sabati fa, è caduto in casa e per precauzione si è fatto accompagnare dalla moglie al nosocomio lucchese.
Da lì una lunga attesa terminata con le dimissioni volontarie: “Appena entrato – dice – alle 3 di notte, mi hanno messo su una brandina e mi hanno lasciato lì fino alle 16 del pomeriggio successivo, nonostante le mie proteste. Sulla lettiga, infatti, assumevo una posizione strana e sentivo dolori, ho chiesto un letto ma mi hanno detto che di letti non ce ne sono. A un certo punto mi hanno spostato in un corridoio, che ho definito ‘il tunnel del vento’ perché entrava un vento gelido dalla porta che, mi hanno detto, era rotta e nessuno veniva a riparare”.
“Dopo un po’ – dice ancora – ho ottenuto solo che mi mettessero in un angolino dove c’erano altre persone bisognose come me. Sono rimasto così, stressato e distrutto, e ho chiesto di far chiamare mia moglie per andare via. Ho firmato e mi hanno accompagnato alla macchina. È stata una liberazione e finalmente sono potuto tornare a casa davanti al riscaldamento”.
“Di sicuro – conclude l’anziano – la prossima volta non ci torno. Da quella esperienza ho derivato solo un sacco di dolori e sono giorni che devo ricorrere a dei fisioterapisti per rimettermi in sesto”.