Rebecca, un corteo di dolore e rabbia per la ragazza morta sul Brennero. La famiglia: “Giustizia non è fatta”
Commozione e rammarico all’iniziativa per ricordare la 18enne rimasta uccisa nel drammatico incidente di un anno fa
“Sei e sarai la vita oltre il tempo…il tuo sorriso risplende nel cielo”. E’ questo il messaggio dedicato a Rebecca Cucchi, che oggi (30 gennaio), ad un anno esatto dalla sua morte, è sfilato sulle maglie degli amici e dei parenti, durante il corteo organizzato in sua memoria.
Un corteo, che non ricorda soltanto la morte di Rebecca, in quella tragica notte d’inverno sulla statale del Brennero, dove un frontale con un’altra macchina ha interrotto tragicamente la sua giovane vita, ma vuole ricordare anche la pericolosità di quella strada e la mancanza di giustizia per tutti coloro che hanno perso la vita in un incidente.
Perché molte di queste famiglie una vera giustizia non l’hanno avuta e anche per Rebecca è così, come non ha mancato di sottolineare sua madre, Sandra Mengali, che assieme all’ex marito Guido Cucchi e alla sorella di Rebecca, Denise Cucchi, è da un anno che soffrono la sua mancanza.
“Oggi è un anno che Rebecca ci ha lasciato – dice la madre -, abbiamo organizzato questo corteo in sua memoria, per ricordare questo tragico anno, l’ingiustizia che ne è seguita e tutte le altre vittime della strada”.
Il responsabile della morte di Rebecca, ha spiegato la madre, ha patteggiato la pena, gli sono stati riconosciuti 4 anni di carcere.
“C’è rammarico – spiega il padre di Rebecca, Guido Cucchi -. Rammarico per una giustizia che non è mai veramente arrivata, hanno cambiato la legge per nulla, è stata cambiata ma poi non l’hanno messa in atto. A questo ragazzo andava subito ritirata la patente, ma non è stato fatto, siamo stati noi a farlo presente dopo 40 giorni. Doveva essere arrestato subito, la mattina doveva essere chiamato il magistrato e decidere se arrestarlo o meno. Però non è stato fatto nulla di tutto ciò”.
Si parla di una strada, la statale del Brennero, molto pericolosa e in cui esistono tutt’oggi problemi di sicurezza. Ci sono dei progetti per renderla più sicura: la realizzazione di rotonde, per rendere più lento il transito dei veicoli e più semplice l’immissione nella strada dalle numerose traverse lungo il percorso; Una maggiore illuminazione, perché molti tratti ne sono privi e risultano molto pericolosi; L’installazione di un tutor, per invitare gli automobilisti a moderare la velocità.
“Il Brennero è una strada molto pericolosa – dice la madre di Rebecca -, ne sono successi molti di incidenti, però non è mai stato fatto niente. Oggi chiediamo anche quello, di fare qualcosa per portare un po’ di sicurezza sulle nostre strade, le vittime sono già abbastanza”.
Il corteo si è trovato alle 15,30 in piazzale verdi e in poco tempo sono arrivati molti ragazzi, amici di Rebecca, che non si sono dimenticati di lei e del suo sorriso. Hanno indossato le maglie con il volto dell’amica e hanno sfilato silenziosamente tra le vie della città, sventolando numerosi striscioni chiedendo giustizia per Rebecca e non solo per lei, ma per tutte le vittime della strada.
“Sono qui con Sandra per ricordare Rebecca e anche per ricordare tutte le vittime della strada che purtroppo ogni giorno sono sempre di più – dichiara Damiana Barsotti, dell’associazione italiana “Vittime della strada” sede di Lucca, che nel 1995 anche lei ha subito un grave lutto con la morte della sorella in un incidente, ad appena 16 anni -. Sono circa 10 vittime al giorno sul territorio nazionale e sono veramente tanti. Chiedo quindi alle istituzioni di fare qualcosa. Sensibilizziamo i ragazzi nelle scuole, miglioriamo le strade, perché le strade sono pericolose. In questi tre anni il Covid ha rallentato un po’ tutto, ma ad oggi torniamo a ricordare queste vittime della strada e cerchiamo, tutti insieme, di far scendere questi numeri”.
Il corteo ha attraversato tutta via san Paolino e ha sostato alcuni minuti in piazza San Michele sotto lo sguardo di molti lucchesi. Poi ha proseguito la sua marcia fino a piazza Napoleone dove ha fatto una sosta di fronte a Palazzo Ducale, sede della Provincia. “Rebecca, era una ragazza solare, piena di vita e con un lavoro ben avviato – ha voluto aggiungere la madre -, come tutti i diciottenni era un vero pilastro per la sorella, Denise Cucchi, che è una ragazza fragile e che ha perso una persona di riferimento, che si prendeva cura di lei”.
I genitori di Rebecca e i numerosi ragazzi che li hanno accompagnati a quel punto sono tornati in piazzale Verdi e alla discesa delle mura hanno messo alcune canzoni in ricordo della loro amica Rebecca. Come Per un angelo del rapper lucchese Ramè, in cui più volte l’autore si chiede il perché di questo tragico evento e ricorda il sorriso di Rebecca, un sorriso che, come dice lui stesso, “non verrà mai dimenticato”. E’ stata anche mandata My Life di May Boy. I ragazzi e i parenti di Rebecca si sono poi spostati alla chiesa di Balbano dove è stata organizzata una messa in suffragio.