Febbre da “gratta e vinci”: solo a Lucca in un anno vanno in fumo 20 milioni di euro

Per le slot il bilancio sale a 75 milioni. I dati choc per l’ultimo anno censito dai Monopoli
Tra le tante contraddizioni italiane quelle relative al “gratta e vinci”, e a tutti gli altri giochi d’azzardo legali, è forse tra le più evidenti. Da un lato ormai i Serd delle Asl (Servizio per le dipendenze) hanno inserito da anni la ludopatia tra le dipendenze per cui serve una cura, alla pari di alcol e droga, mentre dall’altro lo Stato tramite l’agenzia dei monopoli ha attualmente in commercio circa 50 gratta e vinci che vanno da 1 euro a 20 euro per singolo tagliando e nei giorni scorsi ne sono stati emessi altri 2. E questo solo per il “gratta e vinci”, ma ovviamente i monopoli di Stato sono “il banco” di tutto ciò su cui si può scommettere e giocare per un bilancio preventivo per l’anno in corso che supererà i 120 miliardi di euro: fondi che per la maggior parte provengono da slot machine e “grattini”.
Nel solo territorio comunale di Lucca nell’ultimo anno censito dai Monopoli di Stato ha speso 20 milioni di euro in “grattini” in 12 mesi, ma l’anno in questione è il 2019 e tutti i dati parlano di aumenti del numero totale di giocate di circa il 50%. Perché il “grattino” è il più subdolo dei giochi legali? Semplicemente perché è quello che a differenza dell’altro “socio”, le slot, che raccolgono più soldi (solo a Lucca 75 milioni di euro in un anno) ma prevedono già un livello un po’ più avanzato, può essere acquistato da chiunque e senza percepirne la pericolosità o i rischi. Si compra e si gratta a casa o per strada o nel negozio senza nessun problema, un modo per abbattere qualunque barriera sociale o psicologica. Mentre già entrare in una sala giochi è un passo in avanti nel mondo del gioco. Basta però fermarsi un’oretta in una qualunque negozio di Lucca che vende i “grattini” per rendersi conto del problema. C’è il giocatore occasionale, c’è il “fissato” e infine il “patologico”, quello che non riesce a controllarsi, è compulsivo e costante, quotidiano e non si ferma. E come potrebbe? Se la sua è una malattia, ovvero la ludopatia, è praticamente impossibile smettere da soli. Ma difficilmente un ludopatico ammetterà di avere un problema senza prima aver creato danni economici irreversibili e quindi è portato a non chiedere aiuto e quindi a non poter guarire. Il “delitto perfetto”.
Il disturbo da gioco d’azzardo
“Il disturbo da gioco d’azzardo è un comportamento problematico persistente o ricorrente legato al gioco d’azzardo che porta a disagio o compromissione clinicamente significativi, classificato nel 2013 dal manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5) come dipendenza comportamentale”. E’ quanto afferma al riguardo l’istituto superiore della sanità: “Le persone affette da gioco d’azzardo patologico o disturbo da gioco d’azzardo giocano d’azzardo frequentemente e ripetutamente, spinti da una necessità impellente di giocare, difficile da controllare, e hanno un’importante attrazione e concentrazione su idee e immagini relative al giocare e alle circostanze che si associano all’atto stesso. Questo comportamento arriva a dominare la vita del giocatore e porta al deterioramento dei valori e degli obblighi sociali, lavorativi e familiari. Il giocatore con disturbo da gioco d’azzardo può mettere a repentaglio la propria occupazione, indebitarsi per grosse cifre e mentire o infrangere la legge per ottenere denaro o evitare il pagamento dei debiti. Queste manifestazioni spesso si intensificano nei momenti di maggiore stress. Per contrastare tale fenomeno nella sua complessità e multidimensionalità il Centro nazionale dipendenze e doping, grazie ad un’équipe multidisciplinare, realizza studi basati sulle evidenze scientifiche, promuove il network dei servizi di cura sul territorio e propone interventi di formazione, informazione e sensibilizzazione. Inoltre, il Telefono Verde per le problematiche legate al gioco d’azzardo (800 558822), e la piattaforma web ‘usciredalgioco’ (a breve in linea) dedicata a coloro che vogliono uscire dal gioco d’azzardo patologico, facilita l’incontro tra la domanda dei cittadini e l’offerta dei servizi di cura e delle risorse sul territorio”.