L’ex boss della Versilia Musumeci parla del 41 bis in tv: “Mi ero ridotto a giocare con le formiche”

Da aprile scorso è libero dopo aver scontato la pena per essere stato accusato del delitto di Gozzani, ex portiere della Carrarese: “In quelle condizioni arrivi a pensare che lo Stato sia peggio di te”
Carmelo Musumeci, l’ex boss della Versilia, che ha scontato la sua pena e chiuso il conto con la giustizia per i suoi crimini, torna a parlare e di 41 bis, il regime di carcere duro, che in questi giorni ha riacceso e infiammato il dibattito politico e non solo. “Mi ero ridotto a giocare con le formiche – ha affermato Musumeci intervistato da Piazza Pulitala nota trasmissione televisiva de La 7 – e in quelle condizioni non si pensa a ciò che si è fatto, credetemi, ma a ciò che si sta vivendo in quel momento e pensi addirittura che lo Stato sia diventato come te e peggio di te”.
Parole dure e severe, che comunque fanno parte della discussione attuale. Il focus non viene puntato più che altro se per mafiosi e terroristi vadano prese misure eccezionali, tipo il 41 bis, per impedire la cosiddetta “catena di comando” e contatti che chiaramente sarebbero deleteri, ma sul fatto che oltre alla carcerazione in senso “stretto” a questo tipo di detenuti vengono negati anche tutta una serie di servizi normali per gli altri detenuti che con le esigenze di impedire qualsiasi contatto con l’esterno per alcuni andrebbero rivisti. Da aprile dello scorso anno Carmelo Musumeci, 67 anni, arrestato nell’ottobre del 1991 con l’accusa dell’omicidio di Alessandro Gozzani, ex portiere della Carrarese e ritenuto “amico” del clan Tancredi, contro cui era scoppiata una faida, non solo è di nuovo in libertà ma i giudici hanno considerato estinta la pena dell’ergastolo.
Così ha stabilito il tribunale di sorveglianza di Perugia, rilevando come, dietro le sbarre, Musumeci abbia cambiato vita. Dedicandosi allo studio e al sociale e quando gli è stata concessa la libertà condizionale ha partecipato a convegni e incontri, anche in qualità di relatore. Musumeci, hanno rilevato gli stessi inquirenti, trascorrendo gli ultimi anni in carcere, si era formato e manifestato sempre collaborativo. Così nel 2018, in ragione anche della buona condotta, aveva potuto usufruire della libertà condizionale, finendo di scontare la pena il 30 novembre scorso, come dalla declaratoria emessa dal pm di Pavia, recepito dai carabinieri di Bevagna che hanno confermato che l’ex boss della Versilia non ha mai violato le prescrizioni imposte dall’autorità giudiziaria durante il periodo di libertà condizionale, “mantenendo sempre un comportamento adeguato e corretto”, e impegnandosi in varie attività culturali. Anche l’Uepe di Perugia ha relazionato il tribunale di Sorveglianza, descrivendo nel Musumeci “un rapporto collaborativo, improntato a chiarezza e rispetto con l’Ufficio”, mostrandosi “attento al rispetto degli obblighi della misura” e impegnandosi in attività nel campo sociale, con la partecipazione a convegni e incontri con le scuole, le università e le associazioni, spesso ricoprendo addirittura il ruolo di relatore. Così il tribunale ha emesso l’ordinanza ed è iniziata la sua nuova vita. L’intervista integrale a Musumeci è disponibile sul sito web ufficiale de La 7.